Vanni Casadei: nel seminario al Salone Comunale un ricordo dell’avvocato

Vanni Casadei

“Bisogna saper piantare alberi anche nella giustizia”. Sono parole risuonate alte in occasione del seminario formativo svoltosi venerdì 18 maggio presso il salone comunale di Forlì, dal titolo: “La strada degli avvocati? Avvocati al servizio di tutti”, ispirato alla figura dell’avv. Vanni Casadei morto nel 2009 a soli 52 anni. Ha aperto i lavori il sindaco Davide Drei, ricordando lo spirito di servizio e l’impegno del compianto amico, attivo nel sociale. “Egli seppe trasformare l’esperienza personale del volontariato in progetti costruttivi e strutturati in difesa dei diritti dei più fragili con l’operato di avvocato di strada, secondo la logica cristiana tesa alla concretezza di un nuovo rapporto uomo-società-giustizia”.

Il presidente degli avvocati Roberto Roccari ha posto al centro la sensibilità di Vanni Casadei e la sua azione priva di egoismo tesa a garantire i diritti dei più poveri. “Per lui non esisteva la democrazia senza giustizia; il dovere di solidarietà è stato l’autentico valore etico sociale che lo ha portato a dare aiuto gratuito all’uomo bisognoso di tutto, sentito in modo prioritario come cittadino, portatore di diritti”.

Questi caratteri sono stati ripresi anche dall’avvocato Pier Giuseppe Dolcini, che ha citato come indicatore di una linea privilegiata la tesi di laurea di Casadei sull’assunzione obbligatoria al lavoro dei disabili. “Il Vangelo e la Carta Costituzionale erano per lui una fonte di straordinaria modernità per la sua professione di Civilista”. Egli concepì, interpretò e attuò il volontariato come un fatto politico capace di affrontare, ripensare e capire la società nella speranza di un mondo nuovo centrato sui diritti e non sui privilegi.

“Oggi la composizione dei ‘senza casa’ è cambiata – ha esordito Antonio Mumolo, fondatore dell’associazione e avvocato di strada che offre consulenza gratuita ai poveri – perché fra coloro che vivevano nella strada un tempo prevalevano alcolizzati, drogati, psicotici, clochards, mentre in questi ultimi anni si incontrano sempre più spesso separati, disoccupati, persone che hanno perso il lavoro, imprenditori e artigiani falliti. Sono emarginati da tutto, anche dalla salute, perché non hanno assistenza medica e non possono prendere un lavoro se non hanno la residenza”.

Vanni Casadei aveva intuito tutto ciò e verso questi “invisibili sfiduciati” sentiva l’obbligo morale di dare coerenza alla cose pensate con acutezza giuridica, profondità di fede e volontà, ribadendo che il “diritto soggettivo” non può essere negato da nessuno, neppure dalle istituzioni. Vanni seppe esprimere un carattere aperto all’amicizia, gioioso nel condividere con il canto e con la musica la consapevolezza che anche con piccoli gesti si può incontrare, aiutare, difendere la dignità degli ultimi. Fu presidente dell’Azione Cattolica dal 1986 al 1992.

GABRIELLA TRONCONI