Il Buon Vivere delle relazioni
Si svolge a Forlì la quattordicesima edizione del Festival del Buon Vivere, intitolato “La Mí Tëra – Ecologia delle relazioni”. Per gli organizzatori, l’economia e l’ecologia delle relazioni rappresentano “il perimetro all’interno del quale, attraverso dialogo e confronto, può maturare la consapevolezza che non esiste un benessere individuale senza benessere collettivo”. È una occasione per riflettere sulle relazioni, la cui perdita è uno dei problemi principali delle nostre comunità, dove nascono sempre meno bambini, si invecchia e si muore e così, ogni giorno, vengono meno legami sociali e, soprattutto, non se ne costruiscono di nuovi. Per questo motivo, fisiologicamente, cambiano anche da noi stili di vita e visioni del mondo. Una città di pensionati non è la stessa di una di lavoratori attivi, così come la presenza di bambini da crescere determina il paesaggio urbano.
La coscienza dei mutamenti sociali ed economici in corso, insieme ai devastanti effetti della crisi climatica, sembra non essere ancora sufficiente a generare idee e progetti per il futuro del territorio, servizi adeguati a bisogni nuovi e crescenti, un modello di sviluppo sostenibile nel lungo periodo.
I vuoti lasciati dal venir meno delle relazioni fra le persone e con il territorio si trasformano in cicatrici. Gli spazi diventano tristi solo perché occupati da altri e da altro, fino a svuotarsi ed essere definiti periferia, che è spesso sinonimo di ingiustizie e diseguaglianze prima che di degrado. Sono note le strade e le piazze dove coesistono, spesso contemporaneamente, le debolezze della nostra società come la solitudine degli anziani, l’abbandono a loro stessi degli adolescenti, la paura dei soggetti fragili che devono viverci. Si conoscono anche i punti di forza di cui disponiamo, a partire dall’Università e dai giovani che la frequentano, fino alle realtà del volontariato e alla solidarietà che abbiamo visto all’opera durante l’alluvione. Mettere in relazione punti di forza e punti di debolezza di una comunità è l’innesco capace di generare innovazioni. I cambiamenti non arriveranno dall’alto e non potranno dare buoni frutti senza il coinvolgimento delle comunità e di una sana sussidiarietà.
La lezione del Festival del Buon Vivere e l’esempio quotidiano delle realtà sociali che lo animano ci dimostrano rimedi possibili alle difficoltà e alle fatiche di questo tempo che, a partire dalla consapevolezza della fraternità umana, possono dare forma al buon vivere delle relazioni.
Raoul Mosconi