La sfida delle cose nuove
Papa Francesco ha spesso parlato del cambio d’epoca in cui ci troviamo. Ci ha esortati a non perdere la speranza, a non perdere l’orientamento nella inevitabile confusione che si sta manifestando. Ora tocca a papa Leone, appena eletto, il compito di consolidarci in questo cammino. Il nome che ha scelto ci riporta alla Rerum novarum di Leone XIII e alla sfida delle “cose nuove” che dobbiamo affrontare. In Occidente, la Chiesa sembra provata dal secolarismo, evidenziato dal calo di vocazioni sacerdotali e di partecipazione ai riti. Tutto ciò ci sprona a scelte nuove, ad un nuovo discernimento da cui scaturiranno nuove forme di annuncio del Vangelo. A papa Leone, e a noi con lui, spetta il compito di presiedere il cammino di speranza, rinnovando la gioia del Vangelo nel percepirci vivi e immersi nella storia come testimoni.
Troviamo scritto nella Lettera agli Ebrei (11, 1): “La fede è fondamento di ciò che si spera e prova di ciò che non si vede”. C’è qui una diversa concezione della conoscenza fra un atto puramente razionale, tipico occidentale, e il frutto di una esperienza vissuta come nella Scrittura. Noi conosciamo Dio per ciò che sperimentiamo di lui quando lo cerchiamo nelle sofferenze, per essere perdonati, per gioire nello scoprirci fratelli e popolo. Sostenuti da questa esperienza, affrontiamo le sfide delle cose nuove: i rapporti fra gli Stati divenuti turbolenti e promotori di guerre; la globalizzazione evoluta solo per la finanza e per le merci, con esclusione delle popolazioni. Le persone non possono muoversi con la stessa libertà con cui si muovono i denari. Gli equilibri internazionali si sono infranti e la leadership Usa sembra arrivata al tramonto. Le democrazie hanno il respiro corto e le cause sono ascritte a lentezze di fronte alla velocità degli avvenimenti. La tentazione di procedere verso governi forti è un vero rischio. La malattia globale, denunciata da Francesco, è l’indifferenza rispetto alle sofferenze prodotte da scelte di potere e di possesso ad ogni costo. Papa Leone ha dedicato attenzione allo strumento dell’intelligenza artificiale che tanto ci spaventa; è uno strumento, e la qualità dipende dall’uso. Noi annunciamo il Vangelo che dà senso alla storia universale, dei popoli e nostra personale. Nel suo ultimo messaggio il giorno di Pasqua, papa Francesco ha detto: “L’amore ha vinto l’odio. La luce ha vinto le tenebre. La verità ha vinto la menzogna. Il perdono ha vinto la vendetta. Il male non è scomparso dalla nostra storia, rimarrà fino alla fine, ma non ha più il dominio, non ha più potere su chi accoglie la grazia di questo giorno”. Le sue ultime parole indicano a Leone e a noi il cammino di speranza.
Franco Appi