Democrazia, ritorno ai principi etici

“Un capitalista venderà, a scopo di lucro, la corda usata per impiccarlo”: pare sia una espressione di Karl Marx. È una denuncia del primato del profitto a cui la vita umana può essere sacrificata. Le morti sul lavoro sono il risultato tragico dell’applicazione nei fatti di questo primato. Così anche il commercio delle armi che sta alle spalle delle guerre. Quelle in Ucraina e in Medio Oriente sono fra le contraddizioni dell’Occidente. Secondo le prime dichiarazioni, sarebbero dovute essere a difesa della democrazia, le cui caratteristiche sono diritti umani, egualitarismo e liberalismo. Essendo la democrazia in Occidente resa possibile dal compromesso con il mercato, così almeno diceva Achille Ardigò, se ne devono sempre rivedere e rinnovare principi e realizzazioni; se non si vuole correre il rischio, in un mercato sempre più globale, che la libertà si riduca sempre più a mera libertà di mercato.
Ormai la democrazia è impoverita fino ad essere solo processo di voto e principio maggioritario, si sono esauriti i principi etici. Se torniamo alle fondamenta, dobbiamo ripartire dalla dignità umana fondata su intelligenza e volontà libera, sulla dimensione relazionale e sulla necessità di cure reciproche. Questo dà una consistenza morale, che si pone contro le ideologie del potere e della sopraffazione. Ideologie che vediamo in Vladimir Putin e anche in Benjamin Netanyahu. Eppure, quest’ultimo è stato catalogato come primo ministro di un Paese democratico. Dov’è lo scontro fra civiltà e in cosa consiste la civiltà? Questo uso delle armi ne mette in discussione il concetto. Il conflitto in nome del potere e della supremazia è anche contro le stesse ragioni del capitalismo. Bombe che costano 100mila dollari, lanciate da aerei che costano cento milioni e che volano al costo di oltre 40mila dollari all’ora quale profitto producono? Presto lo scontro fra mondi diversi si sposterà nei mercati. Già da ora, in quello delle auto, siamo in conflitto con la Cina. Sarà, poi, necessario verificare i nostri rapporti con l’Africa, sempre più contro l’Europa. Ci scontreremo per una difesa dell’ambiente, contro l’inquinamento che ci fa perdere la biodiversità, così pure per il cambiamento tecnologico, che creerà ancora più disuguaglianza. Si è disperso il patrimonio culturale maturato nel Cristianesimo, a partire dallo stesso valore della laicità, con il primato della ragione nelle questioni politiche; dal riconoscimento della dignità di ogni singola persona e di tutte le persone e la loro indisponibilità alla strumentalizzazione del potere e della ricchezza. Se l’Occidente ritrova sé stesso, dovrà riequilibrare le ragioni democratiche con il mercato e si potrà salvaguardare dalla barbarie anche interne, il vero nemico.

Franco Appi