Prezzo al consumo: anche in provincia crescita dell’inflazione nel 2021

Un portafoglio con banconote in euro, Genova 14 marzo 2018
ANSA/LUCA ZENNARO

Crescita dell’inflazione nel 2021, dopo un 2020 in negativo, misurata dall’indice dei prezzi al consumo Istat per l’intera collettività (Nic); in aumento quasi tutti i capitoli di spesa, in particolare quelli riferiti alle voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” e “trasporti”. Nel dettaglio, si tratta dell’incremento più alto verificatosi nel medio periodo (ultimi cinque anni). Queste, in sintesi, le principali dinamiche che emergono dall’analisi degli indici Istat dei prezzi al consumo per i capoluoghi di Forlì e Rimini ed estendibili alle relative province, elaborate dall’Ufficio Informazione Economica della Camera di commercio della Romagna.

 Nel 2021, a livello nazionale , dopo la flessione dello 0,2% del 2020, i prezzi al consumo sono tornati a crescere, con una media annua del +1,9%, registrando l’aumento più ampio dal 2012 (+3,0%). La ripresa dell’inflazione è stata trainata dalla dinamica dei prezzi degli Energetici, con un aumento del +14,1%, mentre l’anno precedente erano diminuiti  dell’8,4%. Al netto di questi beni, la crescita dei prezzi al consumo nel 2021 è la stessa registrata nel 2020, pari a +0,7%. Di conseguenza, per il 2022, l’inflazione acquisita, cioè la crescita media che si avrebbe nell’anno se i prezzi rimanessero stabili fino a dicembre, è pari a +1,8%, diversamente da quanto accaduto per il 2021, quando fu -0,1%.

“Ad un’analisi generale, a fronte di una forte richiesta di stabilità – commenta Roberto Albonetti, segretario generale della Camera di commercio della Romagna – lo scenario in questa fase è purtroppo caratterizzato, oltre che da un aumento dei prezzi sempre più sostenuto e vischioso, da difficoltà di reperimento di manodopera e di materie prime e semilavorati, cruciali in un contesto dove le catene globali del valore sono in veloce e continua riconfigurazione. Il 2022, almeno nel primo semestre,  appare come un anno di ritorno alla ormai ‘normale’ incertezza, in uno scenario fortemente condizionato dall’evoluzione endemica dell’emergenza sanitaria. Tuttavia, va evidenziata una forte tenuta e resilienza del nostro sistema economico-imprenditoriale, dove, con grande responsabilità, gli imprenditori hanno ridotto i margini di contribuzione favorendo un contenimento dell’indice di inflazione”.

“É bene continuare a supportare il sistema delle imprese attraverso un abbattimento strutturale degli oneri di sistema sul costo dell’energia, una proroga dei prestiti garantiti e riconfermando strumenti quali la Cig Covid in settori particolarmente colpiti quali il turismo ed il terziario. In un contesto che rimane difficile emerge, molto positivamente, il consolidamento di forti specializzazioni e filiere, la conferma di competenze distintive, consolidate e nuove, finalizzate allo sviluppo di percorsi di innovazione e internazionalizzazione in un’ottica di sostenibilità. Da non sottovalutare, inoltre, le opportunità presenti nel PNRR, anche e non solo nella fase di esecuzione, ma soprattutto per esplorare e realizzare azioni orientate ad una visione innovativa e di sistema, supportata dalla condivisione di dati e conoscenza”. Nell’ambito dell’Osservatorio Economico, la Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini ha elaborato alcuni d  ati circa l’andamento dell’inflazione nei territori di riferimento dell’Ente, relativi all’anno 2021.

In termini medi annui, la variazione dell’indice dei prezzi al consumo Istat per l’intera collettività (Nic) per il capoluogo di Forlì (estendibile alla provincia di Forlì-Cesena), nel 2021, è stata pari a +2,1% (+2,0% in Emilia-Romagna, +1,9% a livello nazionale); questa fa seguito alla chiusura in negativo dell’anno 2020 (sul 2019) e si pone come il maggior incremento nel medio periodo (ultimi cinque anni). Tale variazione media deriva da una crescita dei prezzi della maggior parte dei capitoli di spesa che concorrono a determinare il risultato dell’indice, soprattutto quelli afferenti ai beni energetici e ai trasporti. Nel dettaglio, in base alle divisioni di spesa, il maggior incremento dei prezzi riguarda le voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” (+7,5%) e “trasporti” (+4,0%). In merito alla prima, occorre specificare che la crescita è dovuta soprattutto alle componenti dell’elettricità, del gas e degli altri combustibili (+16,9%), rispetto ad abitazione ed acqua, con un aumento verificatosi soprattutto nella seconda parte dell’anno e, in particolare, nell’ultimo trimestre (+33,6% la variazione media su ottobre-dicembre 2020).

A seguire, nell’ordine, troviamo le seguenti divisioni: “abbigliamento e calzature” (+2,4%), “ricettività e ristorazione” (+2,2%), “servizi sanitari e spese per la salute” (+1,4%), “prodotti alimentari e bevande analcoliche” (+0,6%), “bevande alcoliche e tabacchi” (+0,4%) e “ricreazione, spettacoli e cultura” (+0,4%). Sostanzialmente stabili “mobili e articoli per la casa” (+0,1%) mentre risultano in calo “comunicazioni” (-2,8%) e “istruzione” (-2,3%). L’inflazione media annua rilevata in provincia nel 2021 è stata tra le maggiori in regione, insieme a quella rilevata a Reggio Emilia (+2,3%) e a Bologna (+2,1%). In ultimo, la variazione medio annua 2021 dell’indice dei prezzi al consumo Istat per famiglie di operai e impiegati (Foi) per il capoluogo forlivese, e quindi per la provincia in generale, è stata pari al +2,1% (come il Nic); anche in questo caso, sono le voci “abitazione, acqua, elettricità, gas e altri combustibili” e “trasporti” quelle che registrano le maggiori variazioni positive (rispettivamente, +6,5% e +4,1%).