SESTA DOMENICA DI PASQUA

TRACCIA PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA

Si prepari il luogo della preghiera mettendo su un tavolo la Bibbia aperta, una candela accesa e una immagine di Gesù. In occasione di questo mese di maggio, si può aggiungere anche una immagine della Madonna e un fiore fresco (oppure disegnato, colorato e ritagliato dai bimbi di casa). Quando la famiglia è riunita, prima di iniziare, si faccia un breve momento di silenzio.

 La guida inizia la preghiera con il segno della croce:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

G. Il tempo pasquale corre verso il suo culmine: la Pentecoste. In questi giorni la Chiesa invoca con insistenza il grande dono dello Spirito promesso da Gesù e frutto della sua preghiera, come ci ricorda il Vangelo di oggi: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre”. Uniamoci anche noi alla preghiera di Cristo e della Chiesa:

Tutti pregano, alternandosi in due cori, con le parole di questo inno:

C1: Vieni Spirito Santo, vieni! Rianima i nostri cuori scoraggiati, o Paràclito celeste.

C2: Ravviva la nostra fede intorpidita, rimuovi i dubbi e le paure e accendi nei nostri cuori la fiamma dell’amore senza fine.

C1: Sei tu che rendi puro il nostro cuore, tu che santifichi le anime, tu che riversi ovunque vita nuova e fai nuovo l’insieme di ogni cosa.

C2: Prendi dimora nei nostri cuori, libera le nostre menti dalla schiavitù: allora conosceremo, loderemo e ameremo il Padre e il Figlio assieme a te. Amen.

Un membro della famiglia proclama il brano evangelico:

Ascoltiamo la parola del Signore dal vangelo secondo Giovanni (14,15-21): In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Parola del Signore. Lode a te, o Cristo!

 Un membro della famiglia legge la meditazione sul brano evangelico:

Nel vangelo è risuonata una parola che si pronuncia solo in chiesa, non si usa mai nei nostri dialoghi quotidiani e si usa poche volte – solo quattro – anche nel vangelo e unicamente in Gv (14,16.26; 15,26; 16,7): la parola «Paràclito». Gesù dice: «Io vi darò un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre». Questo «Paràclito» è lo Spirito Santo, come dice Gesù subito dopo. Che cosa significa questa strana parola, così lontana dal nostro normale linguaggio? Ai tempi di Gesù era stata utilizzata con tre significati fondamentali. Il primo e più diffuso è quello di avvocato: il paràclito era uno che veniva chiamato a difendere in un processo una persona accusata. Lo Spirito Santo quindi, per Gesù, continua la sua stessa opera di difensore degli uomini; infatti Gesù è il primo difensore: per questo dice: «il Padre vi darà un altro Paràclito» – sottinteso «dopo di me» (cf 1Gv 2,1). Non siamo quindi soli nell’affrontare i grandi e piccoli processi della vita: abbiamo un grande difensore, uno che si mette dalla nostra parte e non permette che siamo travolti dalle prove. Qualche volta potremmo infatti sentirci come degli imputati in tribunale: imputati innocenti, quando siamo ingiustamente accusati, siamo vittime di pregiudizi, chiacchiere e maldicenze; oppure imputati colpevoli, quando i nostri stessi errori e peccati sono lì ad accusarci e tormentarci con sensi di colpa. Lo Spirito ci difende in entrambi i casi: quando siamo innocenti, ci dona la forza di affrontare le ingiuste accuse e perfino di perdonare; e quando siamo colpevoli, ci dona la forza di chiedere perdono e rialzarci, di non essere giudici spietati verso noi stessi, come qualche volta può succedere. Lo Spirito Santo si fa nostro difensore perché è il veicolo dell’amore di Dio: e l’amore non accusa mai; l’amore conforta l’innocente e perdona il colpevole. Gesù, attraverso il suo Spirito, non punta mai il dito contro di noi, ma si mette sempre dalla nostra parte. Il secondo significato di «Paràclito» è quello di consolatore. In questo caso non c’entra l’immagine del tribunale ma l’esperienza dell’amicizia. Quando uno vive una grande sofferenza o una grande difficoltà, è importante che un amico intervenga a sostenere e consolare; può essere un familiare – non è scontato che i migliori amici siano in famiglia, ma sarebbe molto bello che così fosse – ma può essere anche un amico esterno alla famiglia. Se dovessimo portare da soli certe croci, ci lasceremmo andare e facilmente soccomberemmo; quando invece troviamo un amico che, come il Cireneo, ci aiuta a portare la croce, il peso si divide e la strada è meno difficile. Lo Spirito Santo, l’amore di Dio, si mette al nostro fianco nelle sofferenze e ne dimezza il peso. Solo il Signore, con il suo Spirito, riesce a rendere più leggere certe esperienze così pesanti che senza di lui ci schiaccerebbero; pensiamo alla perdita di persone care o anche a sofferenze meno drammatiche, come i fallimenti negli affetti, nel lavoro e nella scuola, o le tante delusioni che accompagnano il cammino della vita. Il terzo significato è quello di consigliere, suggeritore, che ci porta nell’ambiente del teatro: sul palco ci sono gli attori, ma in un angolo, oppure in una buca davanti agli attori, c’è un suggeritore invisibile agli spettatori, che ha il copione in mano e interviene quando un attore – per l’emozione o per aver studiato male la parte – si confonde e non sa cosa dire. Lo Spirito Santo ci «suggerisce» cosa dire e come comportarci nelle scelte fondamentali della vita. A teatro a volte si rappresenta un dramma, e lo Spirito fa da suggeritore quando la vita assume aspetti drammatici. Nel vangelo, Gesù indica questo ruolo dello Spirito quando dice ai discepoli, alludendo alle future persecuzioni: «Non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi» (Mt 10,19-20). Questa terza azione dello Spirito a noi forse suona astratta, ma ai tanti cristiani oggi perseguitati nel mondo suona sicuramente concreta. A teatro però si rappresenta anche la commedia, e lo Spirito fa da suggeritore anche nelle esperienze gioiose, aiutandoci a vedere dentro ad ogni gioia un dono di Dio e un’occasione per comunicare gioia ad altri… Senza lo Spirito, senza l’amore di Dio, nei tratti drammatici della vita rimarremmo privi di parole e di forze e saremmo tentati dalla disperazione; e nei tratti gioiosi della vita rischieremmo di farci prendere dalla superficialità e tenere solo per noi la gioia, facendola svanire. Invochiamo quindi il dono dello Spirito difensore, consolatore e suggeritore, perché la nostra vita – nelle fasi difficili come in quelle gioiose – sia sempre scortata dall’amore di Dio. (dal Commento ai Vangeli festivi, di don Erio Castellucci)

 INTERCESSIONI

G. Con Gesù chiediamo al Padre il dono dello Spirito, per noi, per la Chiesa e per l’umanità: Dona, o Padre, il tuo Spirito Paràclito.

L. Ai Pastori della Chiesa e a tutti gli evangelizzatori: suggerisci, o Padre, la parola che suscita la fede e il desiderio di seguire Gesù.

L. Per quanti amministrano la giustizia: non si lascino corrompere da simpatie e favoritismi.

L. Ai cristiani perseguitati suggerisci le parole da dire, il coraggio di sopportare, la forza di perdonare.

L. Alle famiglie che hanno perso drammaticamente i loro cari concedi la consolazione che solo tu puoi donare.

L. A quanti sono nella gioia dona la capacità di condividerla con i fratelli.

L. Per i profughi che sperimentano rifiuto ed emarginazione: vedano presto riconosciuto il diritto ad una vita dignitosa.

I membri della famiglia possono aggiungere altre intenzioni di preghiera. Poi la guida dice:

Abbiamo ricevuto lo Spirito che ci rende figli di Dio. Con le parole di Gesù diciamo: Padre nostro…

La guida dice, mentre tutti fanno il segno della croce:

Ci benedica e ci custodisca Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

 Si conclude con l’antifona mariana di Pasqua:

G. Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.

T. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,

G. è risorto, come aveva promesso, alleluia.

T. Prega il Signore per noi, alleluia.