Al Diego Fabbri, Monica Guerritore porta in scena per la prima volta in teatro “Ginger & Fred” di Federico Fellini

Monica Guerritore porta in scena – per la prima volta in teatro – il capolavoro di Federico Fellini “Ginger & Fred”. Lo spettacolo, adattato e diretto della stessa Guerritore, che ne è interprete con Massimiliano Vado (nel ruolo di Fred) e una compagnia di 10 attori (Alessandro Di Somma, Mara Gentile, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla Mininno, Valentina Morini, Claudio Vanni), arriva al Teatro Diego Fabbri di Forlì. In via del tutto eccezionale, la replica del venerdì sera è stata spostata al sabato pomeriggio: lo spettacolo andrà pertanto in scena sabato 24 febbraio alle ore 16.oo (Turno A in abbonamento), e alle ore 21.00 (Turno B in abbonamento); la terza replica andrà in scena domenica 25 febbraio alle ore 16.00. In vista della doppia replica di sabato 24 febbraio, solo per questo spettacolo, non si effettuerà il consueto Incontro con gli Artisti del sabato pomeriggio al Ridotto.

Sinossi

Amelia Bonetti e Pippo Botticella, in arte Ginger e Fred, due ex ballerini un tempo famosi, vengono invitati a partecipare allo show di Natale di una televisione privata. Accettano, intenzionati a ritrovare la magia del palcoscenico e forse, almeno per Amelia, riannodare i fili di un amore interrotto. Scaricati in un piazzale deserto davanti ad un albergo a cui è andata via la luce, si ritrovano inseriti in un gruppo di sosia con cui pensano inizialmente di non avere nulla in comune. Nella notte, e poi in sala trucco, prima che il teatro stesso, pubblico in platea compreso, diventi lo studio dello show e il presentatore, come il domatore di un circo, li faccia entrare, come bestie ammaestrate insieme agli altri compagni d’avventura, questa piccola umanità fatta di personaggi bizzarri e imperiosi, pavidi e coraggiosi, si imporrà, intenerendo il pubblico per la realtà delle loro vite. Tutto comico e tragico allo stesso tempo, nell’esaltazione di un’attesa che li porterà per pochi attimi sotto le luci dei riflettori.

“La mia non è una mera trasposizione scenica ma una vera e propria rilettura ‘politica’ dell’intuizione felliniana oggi più che mai attuale”, commenta Monica Guerritore. “La battaglia di Fellini (non si interrompe così un’emozione) va oltre l’interruzione di un racconto, un film, che è un’opera finita e per questo intoccabile, ma mette l’accento soprattutto sulla potenza del bombardamento pubblicitario che trasforma lo spettatore in consumatore rendendolo ignoto anche a sè stesso”. Aggiunge Guerritore: “Il tempo costa in tv e il tempo in tv rende… Fretta, fretta… Niente ha il tempo di generarsi, maturarsi, emergere: tutto è di seconda mano, tutto è approssimativo, tutto è orecchiato. Da qui la mia scelta di immaginare lo show televisivo a cui parteciperanno come la serata dei sosia, una umanità minore, ribalda e affamata, che per esistere si rispecchia nella tv, ne assume l’iconografia e il lessico. Non ci sono buoni e cattivi, Pippo e Amelia, Ginger e Fred, inizialmente fuori posto in quel gruppo di gente che assomiglia a qualcun altro, sono anche loro di seconda mano: ballano su passi creati da altri. Ma a loro non basta la luce dei riflettori, è la magia portata dalla bellezza di quell’attimo sul palco che vogliono ritrovare. Con questa aspettativa i due affrontano le ore che precedono la registrazione dello show, parte di un gruppo che non li conosce e nel quale, inizialmente estranei, durante l’attesa si integrano”.

Dice ancora Guerritore: “Come in Brecht, a cui Fellini è intimamente legato, è nell’osservazione di questo piccolo popolo, nella comprensione, nella partecipazione alle loro vite disvelate durante le ore di attesa, nella loro umanizzazione prima di essere usati come ‘caricature’ e spediti al massacro, che emerge la pietas che lo spinge a scrivere e dirigere Ginger & Fred. Stesso sentimento che mi ha accompagnato in questo anno di lavoro, che mi ha fortemente motivato nel metterlo in scena. Scena ‘luogo’ dove si compie il nostro mestiere. Osservando noi stessi lassù potremo riconoscere il nostro stesso smarrimento gonfio di un malessere che stemperiamo con la leggerezza di una serata di festa”.

Biglietti: 29 euro (Platea file 1-17); 27 euro (Platea file 18-25 e Galleria). Prevendite: presso la biglietteria diurna del Teatro Fabbri (Cc Diaz 38/1) dal martedì al sabato (festivi esclusi) dalle ore 10.oo alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00. Prenotazioni telefoniche (0543.26355): dal martedì al sabato (festivi esclusi) dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle ore 16.00 alle ore 18.00. Ai biglietti acquistati o prenotati in prevendita sarà applicato un diritto di prevendita di 1 euro. Nei giorni di spettacolo la biglietteria del Teatro aprirà un’ora prima dell’inizio delle rappresentazioni. Biglietti online: Vivaticket. Ai biglietti acquistati online sarà applicata una maggiorazione da parte del fornitore del servizio. Info: 0543.26355; accademiaperduta.it.