Giorno della Memoria, in Salone Comunale si è svolto l’incontro con un ex internato militare 

Fra le iniziative che il Comune di Forlì ha promosso in occasione del Giorno della Memoria 2024, c’è stata la conferenza sulla storia degli Internati Militari Italiani rinchiusi nei lager nazisti dopo l’8 settembre 1943. L’incontro si è svolto nel Salone Comunale il 28 gennaio 2024 ed è stato condotto da Roberta Ravaioli, che per una vicenda familiare (lo zio Mario è stato un internato militare italiano, deceduto in Germania in un eccidio, il 28 marzo 1945) ha svolto approfondite ricerche sulla storia degli internati e deportati nei lager nazisti di Hitler durante la Seconda guerra mondiale. Durante l’incontro la relatrice è stata accompagnata dal signor Carlo Alberto Antonelli, classe 1924, ex internato nel lager nazista Mark Pongau in Austria. L’ incontro si è tenuto alla presenza del Presidente del consiglio comunale, Dottoressa Alessandra Ascari Raccagni.

In un  primo momento la Dottoressa Ravaioli ha illustrato il quadro generale in cui si sono trovati, per 20 mesi, circa 700.000 soldati e ufficiali delle Forze Armate dell’ Esercito Italiano. Gli internati hanno avuto il coraggio di dire di no alle richieste pressanti e allettanti della R.S.I. di Mussolini e alle richieste di collaborare con i tedeschi, per continuare la guerra con i nazisti di Hitler. Non erano considerati prigionieri di guerra, ma Hitler per loro si era inventato lo status di internati militari italiani (I.M.I.), status inesistente a livello internazionale. Per questo gli I.M.I. non avevano i benefici degli accordi internazionali che spettavano ai prigionieri di guerra.

Per questa  loro scelta, gli IMI patirono per 20 mesi la fame, il freddo, terribili umiliazioni e malattie e furono percossi e costretti al lavoro forzato per 12 ore al giorno, in miniera e nelle fabbriche, dove venivano costruite le bombe e le armi per la guerra tedesca. Per tutto questo, tanti sono deceduti. Il signor Carlo Alberto Antonelli è stato il protagonista dell’evento e ha raccontato in prima persona la sua prigionia vissuta per 20 mesi, l’arrivo e la vita nel lager, la brodaglia come cibo, le umiliazioni, il freddo, il duro lavoro forzato. Ha poi raccontato le sue due tentate fughe, dopo le quale è stato ripreso dai tedeschi e condotto nel lager, in punizione a pane e acqua per 15 giorni. Ha poi raccontato, in modo preciso, come venivano tagliate le parti del pane fra gli internati. La stelletta militare veniva premuta sulla pagnotta per ottenere 5 fette uguali. Un grammo di pane in più avrebbe fatto la differenza tanta era la fame. Inoltre ha raccontato l’ultima fuga da Salisburgo, a metà aprile del 1945 verso l’Italia, a piedi o su mezzi di fortuna. Poi la gioia dell’arrivo a casa il 9 maggio 1945.

 L’evento ha visto, inoltre, una testimonianza dell’I.M.I. forlivese Felice Cenesi attraverso la lettura, da parte di un nipote, di alcuni suoi scritti durante la prigionia. Questi documenti erano stati consegnati da Felice alla Dottoressa Ravaioli (che ebbe la fortuna di conoscerlo e frequentarlo anni fa) con la precisa richiesta di diffonderli e farli conoscere, in particolare ai giovani. L’ascolto di quelle parole è stato un momento molto toccante. Un altro passaggio importante è stata la lettura, da parte della nipote Marina Cortini, dell’ultima lettera scritta a casa da Delmiro Cortini, un Internato militare italiano deceduto in prigionia nel marzo del 1945. Al termine dell’ incontro, Carlo Alberto ha ricordato al folto pubblico emozionato che gremiva il Salone Comunale l’orrore della guerra. Tanti  gli applausi, in modo particolare a Carlo Alberto, per la voglia e la tenacia di raccontare la sua storia di prigionia; forte l’emozione fra il pubblico.

Roberta Ravaioli