Una cappa ipossica di ultima generazione per il Laboratorio di Bioscienze di Irst “Dino Amadori” grazie a una donazione Ior

Uno strumento che ricrea le condizioni in cui si sviluppano e agiscono particolari cellule tumorali che potrà aiutare le attività di ricerca preclinica nello studio di alcune patologie. Il Laboratorio di Bioscienze di Irst “Dino Amadori” Irccs si è dotato, da qualche giorno, di una nuova cappa ipossica di ultima generazione, a disposizione di tutte le ricercatrici e ricercatori grazie ad un finanziamento dello Ior – Istituto Oncologico Romagnolo di circa 82mila euro. Si tratta di un dispositivo in grado di ricreare un ambiente a basso contenuto di ossigeno, nel quale è possibile manipolare e far crescere cellule normali e tumorali in maniera molto simile a quanto succede nel corpo umano.

“Il tumore – spiega il prof. Giovanni Martinelli, direttore scientifico di Irst “Dino Amadori” Irccs – vive prevalentemente in un ambiente senza ossigeno, contrariamente alle nostre cellule. E sfrutta a suo vantaggio l’ipossia per svilupparsi, utilizzando a pieno il suo carburante, che è lo zucchero. Poter stabilire dei modelli preclinici, quanto più realistici possibile, ci permette di studiare al meglio la malattia e di colpire le cellule in maniera differenziata. Con questa strumentazione il nostro Istituto si mette dunque nella condizione di creare i presupposti per la realizzazione di nuove cure e terapie efficaci per i nostri pazienti”. “Grazie a questa cappa – aggiunge la dott.ssa Anna Tesei, biologa, Responsabile responsabile della Drug discovery and radiobiology Unit del Laboratorio di Bioscienze, – siamo in grado di ottenere concentrazioni di ossigeno sulle cellule pari al livello tessutale tumorale. Una situazione che rende molto più realistici i risultati che emergono dalle nostre sperimentazioni. L’ossigeno, infatti, impatta sia sull’aggressività che sull’invasività del tumore, oltre a condizionare la risposta ai trattamenti chemioterapici e immunoterapici”.

In particolare lo strumento rappresenta la piattaforma di ricerca ideale per lo studio dei meccanismi d’azione, di resistenza e di risposta al trattamento farmacologico e alla terapia radiante. L’ambiente ipossico all’interno della cappa ricrea inoltre le condizioni di crescita ottimali per lo studio in vitro delle cellule staminali tumorali considerate responsabili della ripresa di malattia neoplastica.

“Il binomio Ior-Irst – conclude il dott. Fabrizio Miserocchi, presidente Irst e direttore generale Ior – è da sempre sinonimo di promozione di ricerca di qualità; quella ricerca che porta al letto del paziente le opportunità di cura più precise e personalizzate, nel più breve tempo possibile. Sottolineerei la questione ‘tempo’: sebbene siamo tutti concordi che i progressi fatti negli ultimi anni abbiano reso l’idea di un futuro sempre più libero dal cancro come una prospettiva realistica, più che una vaga speranza, ci sono persone che ricevono diagnosi di tumore ogni giorno che non possono permettersi di attendere troppo per poter disporre di nuovi trattamenti. Troppo spesso si guarda alla ricerca come a qualcosa di astratto: la strumentazione che inauguriamo oggi penso sia la testimonianza concreta del concetto di “restituzione”. Per questo, pazienti e professionisti non possono che dire ancora una volta grazie a Ior e a chi sostiene Ior; un supporto che però non dev’essere un mero atto di fiducia: supportare Ior significa pretendere che, ad una donazione effettuata, vi sia un corrispettivo tangibile che possa migliorare la situazione della lotta contro il cancro in Romagna. Spero che lo strumento che inauguriamo oggi, oltre a far la differenza per i ricercatori dell’Irst, dia un’idea chiara della serietà con cui abbiamo assunto questo impegno. È importante appoggiare le tante iniziative che Ior metterà in campo questo Natale a sostegno della ricerca, l’arma più efficace che abbiamo per erodere la malattia che più di tutte sottrae a donne e uomini anni di vita”.