Istituto di scienze religiose Sant’Apollinare, per la prolusione di inizio anno invitato mons. Vittorio Francesco Viola

“Desiderio desideravi: la formazione alla liturgia e formazione dalla liturgia”. Nello mese di giugno dello scorso anno papa Francesco ha inviato a tutto il popolo di Dio una lettera sul tema della formazione liturgica. La lettera si intitola “Desiderio desideravi” e fa riferimento nel titolo alle parole con cui Gesù introduce i discepoli nell’ultima cena, secondo il vangelo di Luca: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione” (Lc 22, 15). Queste parole sono considerate come uno spiraglio attraverso cui cogliere in profondità il mistero della Pasqua del Signore e il mistero della liturgia che ne costituisce il memoriale. A partire da esse il Papa rilancia l’impegno e i compiti della formazione liturgica, per una Chiesa capace di custodire la bellezza e la verità del celebrare cristiano (n. 1). L’avvio della lettera fa riferimento ad una precedente lettera inviata a tutti i vescovi, intitolata “Traditiones custode” (2021).

In questa lettera il Papa interveniva sulla questione della possibilità di celebrare con il rito precedente la riforma liturgica: una possibilità che non viene eliminata, ma che viene scoraggiata dal momento che i libri liturgici scaturiti dalla riforma ispirata dal Concilio Vaticano II sono da considerare come l’unica espressione della lex orandi della Chiesa di rito romano, e non come la forma ordinaria di un rito che ha due forme possibili, quella ordinaria della riforma e quella straordinaria precedente la riforma liturgica. A più riprese, all’inizio (n. 1), a metà (n. 31) e alla fine (n. 61), il Papa ribadisce l’importanza di “elevare, nella varietà delle lingue, una sola e identica preghiera capace di esprimere la sua unità” (n. 61), nella consapevolezza dello stretto collegamento che si dà tra forma della liturgia e immagine della Chiesa. “Sarebbe banale – osserva il Papa – leggere le tensioni, purtroppo presenti attorno alla celebrazione, come una semplice divergenza tra diverse sensibilità nei confronti di una forma rituale. La problematica è anzitutto ecclesiologica” (n. 31).

Nella nuova forma rituale – avverte ancora il Papa – ritroviamo i principi del Concilio Vaticano II, non solo quelli sulla liturgia espressi in Sacrosanctum Concilium, ma pure quelli sulla Chiesa, espressi in Lumen gentium. Stabilito questo principio, papa Francesco avverte però che non è sufficiente richiamare alla liturgia di “oggi” e alla liturgia di “tutti”: occorre entrarvi con lo spirito adeguato e occorre celebrarla bene. Per questo motivo è necessaria la formazione liturgica di tutto il popolo di Dio e di tutte le ministerialità coinvolte, a partire dai ministri ordinati. Una formazione che viene colta sotto un duplice aspetto: la formazione “alla” liturgia, per entrare in essa con lo spirito adeguato, cogliendone le ricchezze e l’importanza nella vita del cristiano e della Chiesa; la formazione “dalla” liturgia, attraverso una celebrazione “seria, semplice e bella”, come auspicavano i Vescovi italiani qualche anno fa.

Su questi due aspetti della formazione liturgica ci soffermeremo nel corso della prolusione del nuovo anno accademico dell’Istituto superiore di scienze religiose Sant’Apollinare afferente alle diocesi di Forlì, Ravenna, Cesena, Faenza, Imola. Abbiamo invitato per la lectio magistralis sua Ecc.za rev.ma mons. Vittorio Francesco Viola, segretario del dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. La prolusione si terra l’8 novembre 2023 alle ore 20.30 presso l’aula magna dell’Istituto in via Lunga 47 a Forlì.