A 60 anni dalla tragedia del Vajont, Forlì mette in campa un progetto didattico 

A 60 anni dalla tragedia del Vajont, avvenuta il 9 ottobre 1963, la città di Forlì e il mondo della scuola ricordano quel terribile evento facendo memoria delle vittime, tra le quali anche la professoressa forlivese Tiziana Olivoni all’epoca in servizio nella scuola di Longarone. Oltre al valore commemorativo, l’impegno dei ragazzi sarà orientato lungo un percorso di cultura, formazione ed educazione, per riflettere sulle cause del disastro, sulle responsabilità che ne furono alla base, sull’importanza del rispetto dell’ambiente e delle azioni umane, sulla sicurezza. 

La prima tappa del progetto ha avuto luogo nella mattina di sabato 7 ottobre con un incontro nella Sala del Consiglio comunale che ha coinvolto alunni e insegnanti delle classi 3B-3C della Scuola secondaria di primo grado Orceoli. Presenti l’assessore alle politiche educative Paola Casara, la dirigente scolastica Barbara Casadei, il coordinatore del progetto prof. Marco Susanna e i familiari di Tiziana Olivoni. Proprio alla figura della giovane insegnante forlivese, che si era trasferita nella località del Veneto per insegnare, è stata dedicata una attenzione speciale attraverso la ricostruzione dei tragici fatti in cui perse la vita grazie alla presenza della sorella, del fratello, della nipote che porta il suo nome e dei familiari. In questo contesto è emersa la richiesta da parte degli studenti di chiedere alla Commissione toponomastica del Comune di Forlì di dedicare una via o un luogo cittadino alla sua memoria, per ricordarla e per continuare a riflettere su quella tragedia in cui morirono oltre 1.900 persone. Partendo dalla storia di Tiziana Olivoni, i giovani si sono misurati con i valori della “Giornata nazionale in memoria delle vittime dei disastri ambientali e industriali causati dall’incuria”, istituita per legge nel 2011 e da celebrare proprio il 9 ottobre, anniversario della catastrofe. Il disastro del Vajont è divenuto emblema dell’incuria e della superficialità con cui l’uomo stesso ha pensato di poter utilizzare la natura a proprio esclusivo e miope vantaggio economico, senza considerare rischi e conseguenze. Recentemente l’Onu ha dichiarato il disastro del Vajont come esempio negativo mondiale di ciò che poteva essere evitato. 

Questi contenuti saranno rielaborati dai ragazzi lunedì 9 ottobre, alle ore 20.30, partecipando al Teatro “Il Piccolo” di via Cerchia al Teatro “Il Piccolo” di via Cerchia allo spettacolo teatrale “Vajonts23”, portato in scena in collaborazione con l’Accademia Perduta. L’Orceoli parteciperà con una delegazione composta da 120 tra giovani e loro familiari. Lo spettacolo, che si tiene in contemporanea in oltre cento teatri d’Italia come liturgia civile in occasione del 60° anniversario della sciagura, fa parte del progetto nazionale di Marco Paolini è aperto a tutti, con ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti.

Il progetto presentato ufficialmente in Municipio proseguirà durante tutto l’anno scolastico con incontri, approfondimenti con specialisti, un viaggio di istruzione a Longarone, visione di filmati e testimonianze di sopravvissuti e di soccorritori. Avrà un raggio ampio e pluridisciplinare puntando a sensibilizzare e sviluppare nei ragazzi e nelle famiglie, la consapevolezza dei rischi derivanti da interventi che alterano gli equilibri del territorio o da atteggiamenti che ne sottostimano le caratteristiche, facendo leva sul senso di responsabilità a tutti i livelli. Il momento finale è previsto nel mese di maggio con un convegno\rappresentazione organizzato dagli alunni alla Fabbrica delle Candele, con l’auspicio, in quell’occasione, di poter svolgere la manifestazione di intitolazione del luogo cittadino alla memoria di Tiziana Olivoni.