Madonna del Fuoco: per la festa patronale anche la tradizionale fiera in centro storico 

Il 4 febbraio, come ogni anno, torna la più antica festa di Forlì, dedicata alla “Madonna del Fuoco”, patrona della Città. Le si rende omaggio con l’accensione di piccole luci che accendono e riscaldano le fredde giornate di inizio febbraio. Dalle ore 7.30 alle 20.00, nell’area compresa tra piazza del Duomo e piazza Aurelio Saffi, le maggiori piazze del centro storico, decine e decine di bancarelle mettono in mostra dolciumi, abbigliamento, giochi e tante altre offerte commerciali. Nella notte tra il 3 e il 4 febbraio è tradizione accendere, sui balconi e sui davanzali delle finestre, tante piccole luci (candele, ceri, lampadine) in segno di devozione alla Madonna, ricordando così il miracolo avvenuto nel 1428. Nella notte tra il 4 e 5 febbraio si sviluppò un incendio nella casa del maestro di scuola forlivese Lombardino da Riopetroso, distruggendo tutto tranne la xilografia della Vergine che rimase intatta.

La festa si celebra anche con la tradizionale Piadina della Madonna, un dolce povero, dalla forma ovale, farcito con uvetta e semi di anice, immancabile nelle tavole dei forlivesi. Il 4 febbraio a Forlì è festa della Madonna del Fuoco, la patrona della città  Ogni anno il 4 febbraio a Forlì si celebra la Madonna del Fuoco con cerimonie religiose nella Cattedrale di Santa Croce e una grande fiera che si svolge sull’ampia area che va da piazza del Duomo sino a piazza Saffi. Il giorno della festa patronale nelle numerosissime bancarelle che vengono allestite, tra dolciumi, torrone e merci di ogni tipo, si può acquistare la tipica “piadina della Madonna”, un panetto dolce di forma ovale, condito di semi di anice, crema e uvetta secca. Inoltre, con l’approssimarsi del 4 febbraio, gli alunni delle scuole di Forlì, a ricordo del prodigioso evento che diede origine al culto della Madonna del Fuoco, appendono un disegno votivo alla ringhiera posta intorno alla colonna che campeggia in piazza del Duomo. Dalla sera del 3 fino alla notte tra il 4 e il 5 febbraio, migliaia di lumini rossi vengono lasciati accesi sui balconi e sui davanzali delle finestre.

Come è nata la tradizione che ha fatto sì che la Madonna del Fuoco soppiantasse nel cuore dei forlivesi gli altri compatroni (San Mercuriale, San Valeriano, San Pellegrino Laziosi)? Tutto ebbe inizio la notte di mercoledì 4 febbraio 1428. Al posto della chiesina del Miracolo, in via Leone Cobelli, vi era allora la casa, adibita a scuola, del maestro Lombardino da Rio Petroso. Il piccolo edificio andò completamente distrutto in un incendio da cui si salvò solo una xilografia su carta, rappresentante la Vergine col Bambino, intorno alla quale si trovano otto figure di santi, in alto l’Annunciazione e la Crocifissione, in basso i dodici Apostoli con al centro una santa e la Vergine Incoronata. Con una solenne processione, tenutasi pochi giorni dopo il miracolo (8 febbraio), il legato pontificio monsignor Domenico Capranica fece traslare la sacra immagine nel Duomo della città.

Alla fine del Quattrocento, durante la Signoria dei Riario Sforza, il culto della Madonna del Fuoco si sviluppò tanto che Caterina decise in suo onore di dar vita alla Compagnia dello Spirito Santo e alla Congregazione di Carità. Dal 1636, la xilografia fu infine collocata in una cappella costruita appositamente nel Duomo e a lei dedicata. L’immagine della Madonna del Fuoco misura 49 x 40 centimetri e fu realizzata su carta comune, incollata e inchiodata su una tavoletta di legno. In base a studi condotti le si può attribuire con relativa certezza una datazione anteriore al 1420, più precisamente tra fine Trecento e i primi del Quattrocento. Con ogni probabilità si tratta della più vecchia xilografia su carta custodita in Italia, nonché di una tra le più antiche in Europa.