Siglato in Prefettura l’accordo per la prevenzione e repressione di sfruttamento lavorativo e caporalato

Siglato nella mattinata di mercoledì 11 gennaio, presso la sala giunta del Palazzo del Governo, l’accordo di collaborazione in materia di prevenzione e repressione di fenomeni di grave sfruttamento lavorativo e caporalato, alla presenza del prefetto Antonio Corona, del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Forlì, Maria Teresa Cameli, dei vertici delle Forze di polizia statali e locali, dei rappresentanti locali della Ausl della Romagna, dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro, dell’Inps, dell’Inail, delle organizzazioni sindacali confederali, nonché dei referenti del Sistema di Accoglienza e Integrazione (Sai) dei Comuni di Forlì e di Cesena.

Il Prefetto – dopo aver ringraziato i presenti per il contributo apportato per addivenire alla sottoscrizione dell’accordo – ha evidenziato come lo stesso è stato fortissimamente voluto dalla Procuratrice e subito condiviso dalla Prefettura e si propone di realizzare, tra i soggetti sottoscrittori, ciascuno per la parte di rispettiva competenza, forme di coordinamento per consentire l’efficace prevenzione e repressione dello sfruttamento lavorativo.

Il procuratore ha poi delineato più nello specifico i contorni del fenomeno del caporalato, oramai non soltanto presente nel settore agricolo, ma anche in ulteriori settori (come quello della logistica, dei trasporti, del terziario) ove possono insinuarsi delle attività non agevolmente controllabili. Ha inoltre sottolineato come lo stesso fenomeno ormai si manifesti non con le solite modalità “fisiche”, ma anche in maniera sempre più sofisticata, persino sotto forma di algoritmo, circostanza questa che rende ulteriormente difficoltosa l’attività di indagine volta alla identificazione delle forme e degli autori dello “sfruttamento”.

La dottoressa Cameli ha inoltre fornito i dati relativi ai procedimenti instaurati presso la Procura di Forlì, per il reato di cui all’art. 603-bis del codice penale, riferiti agli anni 2019 (18 procedimenti, di cui 5 con rinvio a giudizio e uno conclusosi con l’applicazione di una misura reale), 2020 (7 procedimenti, di cui 3 con rinvio a giudizio, 5 che hanno portato all’applicazione di misure reali e 2 all’applicazione di misure cautelari), 2021 (6 procedimenti, di cui 3 con rinvio a giudizio) e 2022 (8 procedimenti).