Benedetto XVI e la sua eredità culturale nelle parole dell’Onorevole Rosaria Tassinari
Si pubblica qui di seguito la riflessione dell’Onorevole Rosaria Tassinari in merito all’eredità culturale del papa emerito Benedetto XVI
Alla sua morte il Papa emerito Benedetto XVI lascia una grande eredità culturale e spirituale anche alla riflessione dei politici, non solo per l’amore e la difesa dei poveri, ma soprattutto per la difesa dei valori cristiani a fondamento dell’Europa. In primo luogo, egli ci lascia soprattutto una seria, profonda e lucida critica ai limiti delle moderne filosofie illuministiche che hanno ridotto l’uomo a una sola dimensione (Marcuse), quella orizzontale, eliminando la spiritualità dalla cultura e di conseguenza anche dalla politica. In questo contesto la fede non avrebbe più alcun significato nel mondo della scienza e della tecnica, con gravi conseguenze anche per la politica. In secondo luogo ci lascia la sua indiscussa cultura e spiritualità, soprattutto con scritti e libri, sul dialogo tra fede e ragione per la ricerca della verità, come guida in un mondo dominato dal relativismo culturale e morale, dal nichilismo e dalla società liquida basata sull’individualismo.
In terzo luogo, il suo magistero continua a illuminare i politici, con acutezza e intelligenza, su alcuni temi di grande attualità politica, fra cui quelli attinenti la bioetica, la famiglia e i diritti civili, basandosi sulla natura e sulla ragione come fonti del diritto. In quarto luogo, Papa Ratzinger, resta maestro per l’amore e la difesa degli ultimi, degli emarginati e i poveri. Ricordo che ero sindaco nel 2010, quando, in occasione dell’Anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale, Benedetto XVI promosse l’iniziativa di visitare a Roma l’ostello Caritas “Don Luigi Di Liegro”, il 14 febbraio festa dei santi patroni d’Europa Cirillo e Metodio, invitando i vescovi europei a fare altrettanto nelle loro diocesi. Ma il quinto aspetto della sua eredità per noi politici è l’essere intervenuto più volte, con scritti e discorsi, sull’identità culturale dell’Europa, nata, secondo Papa Ratzinger dall’incontro tra Gerusalemme, Atene a Roma ovvero dall’incontro tra la fede nel Dio d’Israele, la ragione filosofica dei Greci (ripresa e sviluppata dall’idealismo dei filosofi tedeschi degli ultimi tre secoli) e il pensiero giuridico di Roma. In tutto questo il teologo, il professore e poi Papa Ratzinger si è confrontato, con grande lucidità di pensiero e con conoscenza profonda, con le correnti moderne del pensiero dominante in Occidente, ad iniziare dall’illuminismo e dalla Rivoluzione francese, fino alla psicoanalisi e al nichilismo, per approdare alla difesa della Dichiarazione dei Diritti umani e suggerire e a chiedere ai costituenti europei di mettere a fondamento dell’Europa le radici giudaiche, greche e cristiane.
“Un mondo senza Dio”, ci ha continuamente detto il Papa emerito, “non ha futuro”. Anche alla caduta del comunismo in Europa, molti di noi credenti pensavamo che si aprisse l’epoca della libertà, invece è subentrata la delusione ed è prevalsa la potenza della secolarizzazione e del relativismo. Infine, vorrei riassumere la sua eredità anche per noi politici in una frase: i cristiani credenti dovrebbero concepire se stessi come una minoranza creativa e contribuire a ché l’Europa, in un contesto attuale in dialogo fra le multiculturalità, riacquisti nuovamente il meglio della sua eredità per essere così a servizio dell’intera umanità.
On. Rosaria Tassinari – deputata di Forza Italia eletta nelle province di Forlì-Cesena, Rimini, Ravenna e Ferrara