Consulta Comunale delle Associazioni delle Famiglie, l’incontro con Ausl e Amministrazione comunale

La Consulta Comunale delle Associazioni delle Famiglie incontra il direttore Altini sulla prevenzione dell’aborto e l’assistenza agli ammalati. A due mesi dalla pubblicazione della lettera aperta della Consulta Comunale delle Associazioni delle Famiglie rivolta al direttore sanitario dell’Ausl Romagna Mattia Altini e al sindaco Zattini, per sollecitare un confronto sui diritti dei malati e dei loro familiari negli interventi di cura prestati sia in ospedale che nelle strutture residenziali, è finalmente partito il tavolo di lavoro richiesto dalle Associazioni nel loro congiunto appello.

Con grande disponibilità il direttore Altini, accompagnato dall’assessore al welfare Rosaria Tassinari e dalla dottoressa Camminati, presente anche la dirigente dei servizi sociali dottoressa Savoldi, ha ascoltato gli interventi delle Associazioni presenti, moderati dalla Presidente della Consulta Cristina Terenzi. Si è partiti innanzitutto dall’attuale situazione di stallo nell’applicazione del Protocollo operativo per il miglioramento del percorso IVG, sottoscritto nel 2004 da Comune di Forlì, Ausl e Associazioni della Consulta per la prevenzione dell’aborto volontario in attuazione della prima parte della Legge 194/78.

Il percorso era volto a sostituire la medicalizzazione dell’aborto con l’ottica di un approccio socio-assistenziale prevalente sull’aspetto meramente sanitario, a motivo delle problematiche di tipo sociale riscontrate nella maggior parte dei casi nelle richieste delle donne. Il referente del gruppo di lavoro della Consulta sul Protocollo, avvocato Andrea Taddeo, ha sottolineato che le criticità di applicazione sorte nel tempo di fatto disattendono questo modello di buona prassi nella prevenzione dell’aborto. Il direttore Altini ha sollevato alcune difficoltà tra le quali l’ estensione del protocollo IVG all’area vasta della Ausl Romagna con criteri univoci e generalizzati, concludendo che l’esperienza virtuosa di Forlì deve essere adeguatamente approfondita e aggiornata.

Il secondo tema affrontato nel corso del confronto, ha riguardato l’urgenza sulla quale il direttore Altini era stato chiamato specificamente in causa con la lettera aperta, ovvero la necessità del riconoscimento del diritto dei familiari ad assistere in ospedale i propri cari, disabili, anziani o anche temporaneamente non autosufficienti. Le famiglie, infatti, hanno una valenza fondamentale nel processo di guarigione e rappresentano una risorsa anche per gli operatori sanitari; in tanti casi, invece, sono state invitate a stare a casa e questa mancata interazione è oggetto di segnalazioni da anni, non appena in occasione della pandemia, mentre sarebbe opportuno coinvolgere le famiglie riconoscendo la diversità e complementarietà dei ruoli per concordare decisioni individualizzate. Si
offrirebbe così anche un valore aggiunto sia per le informazioni e le competenze acquisite dai famigliari, sia per la carenza del personale ospedaliero.

L’esasperazione dell’allontanamento dei familiari dai propri cari, acutizzata dall’emergenza Covid, è stata ben esemplificata anche dalla lettura della testimonianza di un uomo che ha voluto consegnare il suo sfogo ad un’Associazione della Consulta dopo la pubblicazione della lettera aperta al direttore Altini, in cui racconta di essere stato informato freddamente dell’avvenuta morte del padre in una Rsa dopo mesi di silenzio da parte della struttura sulle condizioni del proprio caro.

La dottoressa Camminati ha assicurato che la sensibilità per il benessere e la sicurezza delle persone ricoverate nelle strutture ospedaliere, oggetto di una formazione specifica già prima del Covid, rimane di primaria importanza, aggiungendo che durante la recente emergenza sanitaria ha prevalso il rischio infettivo, ma ora si sta già cercando la più ampia apertura per dare il massimo spazio possibile alla relazione con i familiari, nel rispetto della fragilità propria di ogni paziente. Il confronto tra la Consulta e il direttore sanitario Altini ha segnato pertanto un primo importante step; l’attenzione manifestata e la volontà dichiarata di collaborare con le Associazioni delle famiglie, permettono dunque di considerare aperto il tavolo di lavoro richiesto, cui seguiranno altre occasioni di collaborazione e di convergenza fattiva.

Maria Cristina Terenzi, presidente della Consulta delle Associazioni delle famiglie