Patronato Acli Bologna, Diaco: “Morti bianche, è ora di procedere con procura del lavoro”

“È sempre più difficile parlare di numeri quando si tratta di morti e, anche se il triste bollettino Covid che ci accompagna da due anni rischia di renderci insensibili, tuttavia, non possiamo trascurare un altro bollettino quotidiano a cui non viene data sempre la giusta attenzione, quello dei morti sul lavoro”. Interviene così Filippo Diaco, presidente del patronato Acli di Bologna, in seguito all’ennesimo episodio di questo tipo. “Nel 2021, secondo gli ultimi dati Inail, sono morte almeno 3 persone al giorno sul luogo di lavoro, oppure mentre si recavano a lavorare. Gli infortuni superano quota 550mila. Senza considerare la reticenza a denunciare un infortunio, per paura, vergogna, timore di perdere il posto. Gli operatori dei nostri sportelli ne sono testimoni, visto che da oltre 75 anni il Patronato Acli è al fianco del lavoratore infortunato per dargli un servizio di tutela e assistenza completa per ottenere il riconoscimento delle prestazioni previste dall’assicurazione Inail”, prosegue Diaco.

“Oggi” continua il Presidente del Patronato “c’è bisogno della collaborazione di tutti, istituzioni, parti sociali, datori di lavoro e lavoratori, affinché si parli meno di tragedie già accadute e maggiormente delle buone prassi e dei risultati raggiunti, per ridurre in modo drastico e irreversibile questi numeri, numeri dietro i quali c’è un volto, una persona e molto spesso una famiglia”. In questa prospettiva le Acli guardano con favore alla proposta contenuta in un ddl attualmente in discussione presso le commissioni parlamentari, che prevede la creazione della Procura Nazionale del Lavoro, con la “funzione di coordinamento delle indagini nei procedimenti per reati in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

“Le imprese dovrebbero essere spinte a investire sempre di più in sicurezza, non solo per senso di responsabilità, ma ancor più per “convenienza”, perché il fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali sono un costo diretto e indiretto pari al 6,3% del Pil italiano (studio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro – 2019)”, continua Diaco. Questo investimento in sicurezza va sostenuto da parte dello Stato e occorre promuovere la diffusione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro fin dall’età scolastica: “A questo proposito, ho inviato una lettera agli studenti che stanno occupando il Liceo Minghetti: hanno ragione a denunciare, a voler capire e a pretendere sicurezza, durante le attività di alternanza scuola lavoro. Difendo comunque questo istituto, come importante strumento di orientamento e di inserimento professionale per i giovani”, conclude Diaco.