«Ci è stato dato un figlio» (Is 9,5).

Nella pinacoteca comunale di Forlì è conservata una piccola tempera su tavola (29×18,9×1) di una Natività del Beato Angelico. Maria e Giuseppe, in ginocchio, fanno corona a Gesù, nudo, appena deposto sulla nuda terra. Anche il bue e l’asinello sono inginocchiati. Nove angeli, in piedi sul tetto, non sono ancora partiti per annunciare e diffondere la buona notizia. Uno solo, in alto, sembra stia volando veloce verso i pastori. Anche i magi devono ancora arrivare. Il buio circonda la capanna-grotta, sullo sfondo si vedono spuntare le prime luci di un’alba nuova, magari fredda, ma che promette una bella giornata. Un silenzio sospeso avvolge tutta la scena. Il bambino, pur attirando gli sguardi di tutti, sembra isolato. Non sarà l’unico momento di solitudine: anche sulla croce, Gesù si ritroverà solo e nudo, con pochi amici, qualche donna e sua madre Maria. Maria c’è sempre.

Fra un po’, il cortile della grotta sarà animato dalla presenza dei magi e dei pastori, che poi se ne torneranno a casa, pieni di gioia. Si lasceranno alle spalle la capanna. E il bambino ritornerà ad essere di nuovo solo, con Maria e Giuseppe. Mi colpisce la solitudine del bambino. Temo che anche in questo natale, dopo un po’ di confusione, Gesù tornerà ad essere lasciato ai margini della vita degli uomini. Mi ricorda il silenzio e la solitudine di tante nostre case, senza figli.

Ma la natività ci parla anche (soprattutto!!) di fiducia. Il Figlio di Dio, il Figlio che ci è stato donato, è la scommessa di Dio sugli uomini. Non sarebbe venuto fra di noi, se non avesse fiducia in noi.

Dio Padre affida a noi, alla buona volontà di ciascuno di noi, suo Figlio. Maria e Giuseppe sono i primi ad accogliere Gesù, ma non saranno gli unici. È vero, non tutti lo accoglieranno, molti (ieri come oggi) saranno indifferenti o ostili. Non tutti verranno alla grotta, non tutti si lasceranno sorprendere e convincere dal canto angelico che proclama la buona notizia, ma chi ha incontrato Gesù incontra la gioia. Il Signore continua a venire e continua a trovare uomini e donne che lungo la storia lo hanno accolto. Vi auguro di sentire l’annuncio degli angeli, di mettervi in cammino e di avvicinarvi al grande mistero della sua presenza. E anche noi troveremo la gioia. La fiducia di Dio nei nostri confronti, donandoci il Figlio, ci incoraggi nel dono della vita. Nel bambino Gesù vediamo i bambini che nascono e quelli che non sono nati. La nascita di un bambino è segno di fiducia e di speranza. Il Natale 2021 sia per tutti un segno di speranza, come il nuovo anno 2022 che subito dopo accoglieremo.

Molti hanno notato, quest’anno, l’abbondanza di luci nelle nostre strade e nelle nostre case. C’è fame di luce e di luci che rompano la cappa di timori e di dolori che hanno avvolto questo nostro tempo. Le luci ci ricordano che è Lui la luce del mondo. Con l’esperienza di questo virus e di questa pandemia, riusciremo anche a invertire il gelo di un mondo senza bambini? Auguro a tutti un Natale illuminato dalla Luce di Gesù, per un anno nuovo più coraggioso.