Al Teatro comunale di Predappio va in scena la commedia gialla “Una stanza al buio”

Il 5 dicembre al Teatro Comunale di Predappio (ore 16.30 e ore 21.00), Alessia Fabiani e Claudio Zarlocchi saranno protagonisti di “Una stanza al buio” (testo di Giuseppe Manfridi e regia di Francesco Branchetti.

Uno scapolo viene ucciso nel suo appartamento che aveva trasformato in una piccola garconnière. Mentre le indagini proseguono, un uomo e una donna si incontrano sul luogo del delitto. Davanti ai loro occhi si presenta una sagoma di gesso. Lui, introverso, oppresso dalla rabbia e dall’ansia, scultore e amministratore dello stabile, lei misteriosa, intrigante e piena di sé. Si tratta di una commedia, che vive dei suoi personaggi, dei loro caratteri, che più diversi non potrebbero essere, delle loro manie, tic, ossessioni e del gioco che tra loro si viene a creare. Un meccanismo perverso di seduzione? Plagio? Complicità forse? I colpi di scena sono molti e i due personaggi ci conducono in un misterioso balletto, in un clima che oscilla tra il comico e il grottesco, il poetico e talvolta l’assurdo; fino a quando sprofondano in un vortice creato da loro stessi e dal mondo di valori e stili di vita che hanno abbracciato, dal quale solo il colpo di scena finale ci farà uscire.

La regia intende restituire al testo di Manfridi la capacità straordinaria di indagare due personaggi complessi e fuori dall’ordinario come quelli di “Una stanza al buio” e di farlo senza dimenticare humour e ironia; scene e musiche daranno un apporto fondamentale a questo viaggio dei due universi, opposti e talvolta complementari di cui sono portavoce i personaggi di questa pièce”.

Questa la nota dell’autore: “Una commedia ‘gialla’ è duro riassumerla schivando tutte le indicazioni, anche le più minime, che potrebbero alludere al “come va a finire”. Mi limiterò, a dire quale l’ambiente, e ciò che lo abita: un appartamentino di natura un po’ retrò, che uno scapolo impenitente, non per nulla malvisto da un condominio incline alla terza età, ha svecchiato trasformandolo in una “’garconnière’ sul cui pavimento campeggia, ad apertura di sipario, una sinistra sagoma di gesso. I contorni di una salma. Di chi? Per l’appunto, dello scapolo impenitente. Ebbene, in questo luogo peccaminoso contaminato da un delitto sul quale ancor si sta indagando, si introducono un uomo e una donna. Lui è l’amministratore dello stabile (di professione, scultore), ma da tutti considerato e trattato come il portiere corruttibile, un po’ tapino ma pure afflitto da rabbie malamente represse; lei ben più misteriosa, è forse un’avventuriera alla ricerca non si sa bene di che.

O meglio: non lo si sa all’inizio ma lo si capirà alla fine. Terzo personaggio: una femmina di notevole avvenenza che saprà rendersi protagonista della storia senza nemmeno bisogno di comparire in carne e ossa ma solo attraverso la propria immagine in video. L’azione si consuma in un arco di tempo reale mentre, dal piano di sopra, discendono il festante ciacolio e le melodie mielose di una festicciola organizzata per brindare alla salute di due fidanzatini plurisessantenni. Fra l’uomo e la donna s’avvia una schermaglia leggera sul principio, vieppiù maliziosa nel suo procedere, successivamente complice sino quasi alla scabrosità e all’eros, e da ultimo, impietosa. La dinamica che si avvia e si consuma, è quella di un plagio insinuante e progressivo. L’esito, un colpo di scena. Anzi, due. Forse, tre”.

Info e prenotazione: 339.7097952; 347.9458012; 0543.1713530 – info@teatrodelleforchette.it. Biglietti: intero 18 euro, 12 euro. Ragazzi under 25, Over 65, Universitari, Residenti Comune di Predappio, Soci T.D.F.