Green economy: buona la diffusione di imprese “verdi” specialmente nel forlivese

Buona diffusione delle imprese green nel territorio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini (soprattutto nella provincia forlivese) in crescita annua e con un’incidenza, sul totale delle imprese, sostanzialmente in linea con quella regionale. L’Agroalimentare è il settore prevalente, con più della metà delle imprese “verdi”; a seguire, Ciclo rifiuti, Energie rinnovabili ed efficienza energetica e Mobilità. Positivi, inoltre, anche i risultati in termini di professioni verdi (cosiddetti green jobs) e imprese che hanno effettuato eco-investimenti. Questo, in sintesi, è quanto emerge dagli ultimi dati resi disponibili dall’Osservatorio Regionale GreenER, aggiornati a settembre 2021 ed elaborati dall’Osservatorio Economico della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini

“La ‘green economy’, obiettivo del programma Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – è un tema centrale per lo sviluppo. Inoltre, in questi giorni è al centro dell’attenzione, sia con il summit dei G20 a Roma, sia a Glasgow con Cop26, la conferenza delle Nazioni Unite, sui cambiamenti climatici del 2021. Se è vero, come ha detto nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Draghi, proprio al G20: ‘Sul clima un singolo Paese non può risolvere da solo il problema’, è anche vero che lo scenario attuale rende ineludibile da parte di ciascuno degli attori affrontare e valorizzare il tema della sostenibilità . Va sottolineato che il concetto di sostenibilità deve essere declinato in tutte le dimensioni nelle quali deve trovare realizzazione, di certo quella ambientale, ma anche quelle economica e sociale, a partire dalle dinamiche generazionali e migratorie. La transizione green /ecologica è un passaggio fondamentale da affrontare e bisogna farlo con una strategia forte, capace, da un lato, di valorizzare vantaggi e grandi opportunità, e, dall’altro, di gestire l’impatto dei costi, che saranno rilevanti e non uguali per tutti. La sfida che i sistemi globali devono vincere è quella di trovare il modo di compensare i costi, affinché la transizione sia inclusiva e non accentui o determini nuove marginalità. Per quanto riguarda i vantaggi, i principali dati del sistema camerale evidenziano che le imprese che puntano sul green stanno facendo registrare un dinamismo sui mercati esteri e in termini di investimenti superiore al resto del sistema produttivo. Ma si può e si deve fare molto di più: primi fra tutto occorre incentivare la diffusione di una cultura d’impresa complessivamente sostenibile e, parimenti, promuovere lo sviluppo di competenze mirate e assistere le imprese nell’accesso a risorse e servizi”.

Nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini, a settembre 2021, risiedono, in totale, 1.096 imprese green, che rappresentano il 17,4% delle imprese green regionali; rispetto ad ottobre 2020 si registra una crescita del 5,9% (+6,3% in Emilia-Romagna). In termini di incidenza, le imprese “verdi” dell’aggregato Romagna costituiscono il 15,4‰ del totale delle imprese attive territoriali, dato sostanzialmente simile a quello dell’Emilia-Romagna (15,7‰). Con riferimento ai settori prevalenti, più della metà delle imprese green si concentra nell’Agroalimentare (626 unità, 57,1% del totale); seguono, Ciclo rifiuti ed Energia rinnovabile ed efficienza energetica (73 per ciascuno, 6,7%) e Mobilità (65, 5,9%). Riguardo, invece, al peso settoriale sulle correlate imprese green regionali, troviamo, nell’ordine: Agroalimentare (20,7%), Energia rinnovabile ed efficienza energetica (18,7%), Mobilità (17,7%), Bonifica siti (17,2%), Tessile, abbigliamento e calzature (16,9%) e Ciclo rifiuti (16,4%).

Proseguendo, a fine anno 2020 gli occupati che svolgono una professione di green job sono pari a 44mila unità (il 14,0% dell’Emilia-Romagna); questi rappresentano il 13,6% del totale degli occupati nell’intera economia territoriale, incidenza inferiore a quella regionale (15,6%) ma in linea con quella nazionale (13,7%). Sono circa 10.500, inoltre, le imprese che hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green nel quinquennio 2016-2020 (il 30,4% dell’Emilia-Romagna); il 93,6% delle stesse riguardano piccole imprese (meno di 50 dipendenti) e il 75,1% opera nel macrosettore dei servizi.

In provincia di Forlì-Cesena, a settembre 2021, risiedono, nel complesso, 786 imprese green, che rappresentano il 12,5% delle imprese green regionali; rispetto ad ottobre 2020 si registra una crescita del 7,7%, superiore a quella regionale (+6,3%). In termini di incidenza, le imprese “verdi” costituiscono il 21,5‰ del totale delle imprese attive provinciali, dato nettamente più alto di quello dell’Emilia-Romagna (15,7‰).Con riferimento ai settori prevalenti, più della metà delle imprese green si concentra nell’Agroalimentare (471 unità, 59,9% del totale); seguono Energia rinnovabile ed efficienza energetica (51, 6,5%), Ciclo rifiuti (49, 6,2%), Mobilità e Gestione verde e igiene ambientale (37 per ciascuno, 4,7%). Per ciò che riguarda, invece, il peso settoriale sulle corrispondenti imprese green regionali, troviamo, nell’ordine: Agroalimentare (15,6%), Gestione verde e igiene ambientale (13,4%), Tessile, abbigliamento e calzature (13,3%), Energia rinnovabile ed efficienza energetica (13,0%), Ciclo rifiuti (11,0%) e Mobilità (10,1%).

Proseguendo, al 31/12/2020 gli occupati green sono pari a 27mila unità (l’8,6% dell’Emilia-Romagna); questi rappresentano il 15,0% del totale degli occupati nell’intera economia provinciale, incidenza lievemente inferiore a quella regionale (15,6%) ma superiore al dato nazionale (13,7%). Nel confronto con le 107 province italiane, Forlì-Cesena si colloca al 22° posto per incidenza degli occupati green sul totale degli occupati in provincia. Sono circa 5.100, infine, le imprese che hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green nel periodo 2016-2020 (14,8% dell’Emilia-Romagna, quarto posto dopo Bologna, Ravenna e Rimini); il 93,1% delle stesse sono piccole imprese (meno di 50 dipendenti) e il 70,9% opera nel macrosettore dei servizi.