Coro di San Filippo Neri: testimoniare con la musica lo “splendore del vero”

Domenica 11 ottobre il Coro San filippo Neri di Forlì ha cantato, insieme alla Cappella Marciana, nella basilica di San Marco a Venezia: ha accompagnato la celebrazione liturgica domenicale, con l’esecuzione della “Messa Sopra la Battaglia”, composta da Giovanni Croce alla fine del Cinquecento per celebrare la vittoria nella famosa battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571). La messa è stata celebrata conformemente a quanto stabilito da tutti i decreti e regolamenti previsti per il contenimento del covid-19 (distanziamento e posti assegnati): le misure, imposte e rispettate, non hanno impedito di sperimentare e offrire l’esperienza di una “grande bellezza”.

Non entriamo nel merito delle disposizioni anti-covid, intendiamo solo offrire una testimonianza di come la musica sacra (e tutta la musica, in verità) non possa essere definita un’attività superflua: nelle nostre chiese ci sono gli spazi per continuare ad accompagnare i gesti liturgici e i momenti di preghiera dei fedeli, con il coro. Da evidenziare è l’alto valore educativo che ha il canto corale e l’importanza di un repertorio adeguato che sappia avvicinare l’uomo alla bellezza, “splendore del vero”. Di seguito sono riportate alcune delle testimonianze ricevute dai coristi e anche da altri, presenti a Venezia o che hanno ascoltato la registrazione presente sulla pagina Facebook del coro: “Già solamente entrare nella Chiesa di San Marco è un evento che ti fa riflettere sull’autenticità della fede. Ma non appena vi canti i brani composti appositamente per quegli spazi così sobriamente sfarzosi, la divisione tra cupola e cielo scompare, e sei automaticamente in una delle sfere celesti. Vedi l’effigie di San Marco dalla cantoria e senti il dovere di dedicargli direttamente il brano in suo onore con lo sguardo. Veramente un’esperienza unica, in tutte le sue forme, spero di ripeterla il più presto possibile”.

E ancora: “Per me cantare avvolto nell’ombra dorata del Cristo Pantocratore è stata l’ennesima festa a cui sono stato chiamato e a cui, nonostante la mia miseria, sono stato eletto. Mentre ero concentrato a cercar di mettere insieme tempo e note, quella acustica misteriosa mi ha cacciato fuori a calci. Poi ho ascoltato le registrazioni: non aver mollato fino all’ultimo mi aveva reso partecipe di una cosa meravigliosa”. “Il bello è che mentre canti tu senti solo la pochezza di quelle che sono le tue capacità. Poi la Basilica (un Altro) trasforma tutto e lo moltiplica in un qualcosa che non avresti nemmeno immaginato”. “Ho ascoltato con attenzione la messa di Venezia. Dire spettacolare non basta. Quello che arriva alle orecchie e al cuore viene da ben più in alto”. “Resta sempre incredibile come imparare una voce sia per me quasi una “scocciatura” perché una voce singola non rende assolutamente, mentre quando ci uniamo tutti in coro è un’esperienza indescrivibile celestiale. Infine, rendermi conto, tramite le registrazioni, di cosa si sia sentito dall’assemblea dei fedeli è stata una sorpresa molto emozionante. Penso che se fossi entrata in San Marco senza sapere nulla di cosa stava accadendo mi sarei detta: ‘Bravissimi questi qui…come fanno?’”.

Altri hanno detto: “Davanti alla bellezza oggettiva della musica che il nostro coro ‘produce’, abbracciata dalla bellezza storica, mi lascio plasmare all’umiltà”, oppure “Grazie per l’esperienza formativa e coinvolgente che abbiamo potuto sperimentare. Praticare la polifonia rinascimentale è di per sé gratificante, poterlo fare immergendosi nel flusso secolare di sensazioni, suoni e tradizioni che scorre nella Basilica di San Marco amplifica la soddisfazione e ci mette in comunione con le generazioni che ci hanno preceduto”. “Non faccio altro che ascoltare e riascoltare, incredulo, la registrazione. Tutto è andato ben oltre le mie aspettative e sicuramente al meglio delle nostre possibilità e capacità, sia personali sia di coro. Non so se abbiamo sbagliato qualcosa oppure no, di certo la ‘Chiesa arriva dove non arriviamo noi’. Spero di esserci anche la prossima volta. Aver cantato in un luogo simile, insieme al Coro della Cappella Marciana, che onore! Tutte cose che fanno crescere e aiutano ad andare avanti con maggior spirito, senza soccombere sotto i nostri limiti: si fa quello che si può, ma quello bisogna farlo!”.

Il Coro San Filippo Neri continua a “fare” musica sacra, proponendola nei luoghi e nei tempi per cui è nata: in chiesa, durante la liturgia. Resta sempre, anche nel tempo della pandemia, la sfida di una proposta che non è anacronistica, perché parla al cuore di ogni uomo e sa introdurlo al senso del sacro e del mistero. Noi continuiamo a pensare che la musica (così come tutta l’arte) sia segno di speranza e che possa orientare ed educare l’animo umano verso gli ideali più grandi. Diceva Benedetto XVI il 24/04/2008: “Vi è una misteriosa e profonda parentela tra musica e speranza, tra canto e vita eterna: non per nulla la tradizione cristiana raffigura gli spiriti beati nell’atto di cantare in coro, rapiti ed estasiati dalla bellezza di Dio. Ma l’autentica arte, come la preghiera, non ci estranea dalla realtà di ogni giorno, bensì ad essa ci rimanda per ‘irrigarla’ e farla germogliare, perché rechi frutti di bene e di pace”.

Paolo Bacca – direttore del Coro San Filippo Neri di Forlì