Scuola paritaria bilingue Don Oreste Benzi: niente voti, solo giudizi

Proseguono le iscrizioni alle medie della scuola paritaria bilingue Don Oreste Benzi. Al centro del metodo educativo c’è la valorizzazione dell’alunno: niente voti ma giudizi. Una scuola in cui ad educare è la gratuità e non la ricerca del profitto, misurabile esclusivamente nel voto numerico: è questo il metodo seguito nella scuola paritaria bilingue Don Oreste Benzi, con lungimiranza e in anticipo rispetto al recente emendamento che prevede di sostituire i voti con i giudizi. Attualmente risultano ancora aperte le iscrizioni al ciclo delle medie.

“Dal prossimo anno, secondo quanto prospettato – spiega il preside Daniele Tappari – nella scuola primaria si abbandonerà il voto per dare agli alunni un giudizio. Questo nella nostra scuola è già attuato da anni, anche alle secondaria di 1° grado. Ci risulta che tale modalità in Italia sia sperimentata solo in un’altra scuola secondaria, con una modalità che non si limita a sostituire il voto 10 con ottimo o il 6 con un sufficiente, ma instaurando una vera relazione educativa fra il docente e gli allievi, anche nella valutazione. Alla primaria ed alla secondaria abbiamo alunni che vengono anche dai comuni vicini da Faenza a Russi a Forlimpopoli e Bertinoro, segno di un interesse vivace e profondo per la nostra proposta. Per quest’anno sono ancora aperte le iscrizioni”.

Tra i punti cardine della proposta didattica della scuola c’è lo studio delle lingue straniere: inglese e, alla secondaria, spagnolo hanno un numero di ore maggiore rispetto ai corsi tradizionali, grazie alla metodologia Clil ed alla presenza di docenti madrelingua in appoggio a quelli di classe. Calibrata è poi la gestione dei compiti, che vengono svolti in buona parte a scuola.

Secondo la “pedagogia del gratuito”, teorizzata da Don Oreste Benzi ogni allievo è guardato nella globalità dei suoi aspetti costitutivi, fisici, psicologici e spirituali e perciò accolto e valorizzato nella sua originalità. Il voto viene messo in pagella ma i ragazzi ricevono un giudizio sia per le varie prove e verifiche, sia per l’andamento generale, ed una lettera personale a fine del quadrimestre e dell’anno scolastico. Si mette in discussione il concetto di voto tradizionale a favore della valutazione-valorizzazione: il voto facilmente genera competizione e falsa motivazione allo studio, rischiando di distogliere l’alunno dal semplice confronto con i propri errori. La valutazione mira invece a rendere più consapevoli l’allievo e la famiglia circa il progresso di crescita culturale e personale, mettendo in evidenza le capacità positive di ciascuno.

Il manifesto della “pedagogia del gratuito” recita che “educare significa trarre fuori, far emergere dalla persona le doti e le potenzialità che aspettano di manifestarsi. L’istruzione è possibile solo ad educazione avvenuta. Emozioni, autostima, accettazione di sé, costruzione della propria identità sono il presupposto di un sano e duraturo apprendimento”.