“Facciamo Centro”: presentazione dei progetti di riqualificazione per il centro di Forlì
Sabato 12 giugno alle 10.30 a Palazzo Albicini, in corso Garibaldi 80, saranno presentate le proposte elaborate da studenti delle Università di Bologna e di Firenze per la riqualificazione del centro storico di Forlì nell’ambito del progetto “Facciamo Centro”, proposto dal Rotary Club Forlì per rilanciare, attraverso idee nuove e creative, la funzionalità del cuore della città. L’iniziativa, che si svolgerà nel rispetto delle norme di sicurezza anti-covid, è promossa dal sodalizio, di cui è presidente Massimo Amadio, con il patrocinio del Comune di Forlì. Giovani universitari sono, infatti, all’opera già da tempo per elaborare proposte sul futuro del centro con l’auspicio di riscoprirne il potenziale e favorirne anche la ripresa di sviluppo nelle sue varie funzioni. Il progetto, che vede anche la partecipazione attiva di associazioni di categoria, Camera di Commercio, Serinar, Fondazione Cassa dei Risparmi oltre all’Amministrazione Comunale di Forlì, punta così alla riqualificazione e rigenerazione del centro cittadino, alla valorizzazione dei suoi aspetti urbanistici e architettonici, in un’ottica di sistema che può attrarre nuovi investimenti e persone.
In questo periodo ci sono stati confronti e approfondimenti fra esperti, docenti universitari, studenti e rappresentanti di istituzioni, e vi sono pure fondi di investimento finanziari pronti a cogliere le occasioni e a muovere qualcosa di importante a livello progettuale. “Facciamo Centro” è stato recentemente presentato sulla piattaforma Zoom durante la conviviale dei soci del Rotary Club Forlì su “Modelli di collaborazione pubblico privato e di finanziamento per lo sviluppo dei centri storici”, con gli interventi di Luca Mazzara, professore associato di economia aziendale dell’Università di Bologna e presidente del Consiglio di Campus di Forlì, Emanuele Caniggia, amministratore delegato di Dea Capital Real Estate SGR, e Marco Dugato, professore ordinario di diritto amministrativo dell’Università di Bologna, moderati dal prof. Filippo Cicognani, associato di diritto tributario nell’Università di Bologna e socio del Rotary Club Forlì.
“La riqualificazione di edifici e dell’urbanistica nel centro storico – ha affermato Cicognani nell’introduzione – porta anche sviluppo economico e dovremo porci il problema del cambiamento da un’economia materiale, fatta di banche e uffici di lavoro, ad un’economia digitale con nuove attività e dimensioni”. E ha aggiunto che, oltre ai progetti tecnico-architettonici da mettere in campo, occorre guardare agli strumenti finanziari, economici, giuridici, e ai molti protagonisti coinvolti nei vari livelli normativi, inclusi i diversi attori pubblici e privati. “Qualche risultato – ha proseguito – si è già visto negli anni scorsi con il Campus, il Parco Urbano, l’ex Orsi Mangelli, piazza da Montefeltro, e costituisce un’esperienza per il futuro al fine di pensare a un centro vitale”. Mazzara ha ripercorso la strada del project financing che coinvolge gli investitori privati e l’amministrazione pubblica cercando percorsi di pianificazione e una strategia chiave che possa attivare la partnership pubblico-privata. “Già da diverso tempo – ha affermato – si è usato questo strumento ed è importante aprire ai soggetti privati che possono valorizzare e gestire beni di proprietà pubblica nell’ottica di un intervento di qualificazione attraverso progetti finanziabili che sappiano attrarre investitori”.
Ma ha messo anche in guardia dalla difficoltà dei tempi e delle lungaggini delle pratiche, aggiungendo che “per evitare oneri finanziari diretti, e gestire opere di complessa realizzazione, occorrono progetti chiari che abbiano un obiettivo preciso su un cespite patrimoniale di proprietà pubblica e che sappiano generare flussi monetari remunerativi per l’investimento. Il project financing è una strada da percorrere, intesa come sommatoria di contratti che vanno in un’unica operazione e direzione”. Mazzara ha anche indicato di lavorare su nuove piattaforme economiche, in particolare digitali, perché “il 65% dei futuri nuovi lavori nel tempo odierno dell’economia digitale deve ancora essere inventato. E il project financing, utilizzato ad esempio nei centri urbani per i parcheggi, potrà essere usato anche per altre infrastrutture e spazi più ampi”.
Si pone, quindi, il tema dell’attrattività per gli investitori privati, così come ha sottolineato Caniggia, che ha precisato: “Siamo un importante fondo di investimento con strumenti di intervento che possono essere usati anche per finanziare le riqualificazioni urbane se c’è un obiettivo preciso. La finanza viene vista come cattiva, in realtà può essere uno strumento non solo di speculazione ma di valore aggiunto per un territorio. Abbiamo 12 miliardi di investimenti, 2 milioni di liquidità, quindi direi che i soldi non sono il problema principale, che piuttosto è quello di avere un progetto ampio, non solo su un pezzo, e con una sostenibilità economica che possa generare valore nel tempo. Suggerirei pure per Forlì di non ragionare su pezzi di città perché per i fondi l’intervento su singoli immobili è poco produttivo. Interessante, invece, avere un progetto politico territoriale su tutta l’area”. Caniggia ha fatto così intendere che lo sforzo finanziario per un singolo intervento, magari un parcheggio, non vale la candela perché, ha aggiunto, “muoversi per 5 o 500 milioni a noi costa uguale dal momento che dobbiamo mettere in moto la macchina alla stessa maniera”. E ha puntato il dito contro quei modelli importati dall’estero ma non attinenti alla tradizione italiana “come gli outlet che hanno spostato i centri commerciali dal centro dei nostri paesi e città a territori fuori con strutture artificiali, mentre bisognava potenziare il centro storico commerciale che rispecchia la nostra storia e cultura come luogo di incontro”.
Dugato ha omaggiato Forlì ricordando il “primo professore di diritto amministrativo, Aurelio Saffi”, e la sua frase “con cui ammoniva come fra il pubblico e l’individuo lo Stato paga sempre la cattiva diffidenza”. E ha così chiesto di “superare quella diffidenza, a volte di matrice ideologica, che persiste pure ai nostri tempi, mentre va cercata la collaborazione fra pubblico e privato, anche se ormai siamo diffidenti verso tutte le semplificazioni dichiarate ma che poi diventano complessità. Come è accaduto per la riforma del codice degli appalti. Altri Paesi come Francia e Spagna hanno recepito immediatamente le direttive Ue del 2014 mentre noi in Italia le abbiamo tradotte con maggiori norme e procedimenti che rendono molto complessa la situazione e difficile la semplificazione. Rimane il sospetto verso il privato, con l’accusa che cerca scorciatoie, mentre sono urgenti collaborazioni e partnership così come auspicato dal Codice”.
L’assessore al Bilancio del Comune di Forlì, Vittorio Cicognani, intervenendo al forum ha evidenziato che “in questa linea di indirizzo c’è interesse a operare, sono già partiti i lavori di riqualificazione di viale della Libertà, del Parco della Resistenza, completeremo le ciclabili per il Campus. E dopo l’avvio dell’Aeroporto e l’arrivo della Facoltà di Medicina, oltre alle mostre al San Domenico, anche la notizia che Italo con l’alta velocità farà tappa alla stazione di Forlì è un segnale importante. C’è bisogno di impegnarsi ancora di più e invito tutti i soggetti di questo confronto a venire in Comune a dialogare con me e il sindaco Zattini per cercare nuovi percorsi. Sarà un piacere riprendere insieme il progetto Facciamo Centro”. Nicoletta Setola, professore associato di Tecnologia dell’Architettura all’Università di Firenze, ha poi aggiunto che “per la riqualificazione e la rigenerazione urbana è necessario guardare anche agli spazi e non solo ai contenitori, ai luoghi della storia, della vita della comunità”. Andrea Severi, segretario della Fondazione Carisp, ha chiesto di verificare pure se nei progetti sono “possibili anche interventi di co-housing per il centro storico con scambi intergenerazionali”. In queste settimane si sono svolti workshop multidisciplinari che hanno coinvolto studenti universitari e docenti delle facoltà di architettura, ingegneria ed economia dell’Alma Mater di Bologna e di Firenze, chiamati a visitare siti e luoghi del centro storico forlivese e a pensare e sviluppare progetti che si caratterizzino non solo dal punto di vista innovativo e sociale ma anche per la sostenibilità economica e ambientale.
L’ing. Mario Fedriga, presidente della sottocommissione “Facciamo Centro”, ha definito gli obiettivi dei workshop, e il presidente del sodalizio, Amadio, che ha voluto proporre nella sua annata tale approfondimento, ha dichiarato: “Vogliamo essere, con questo service progettuale, utili alla riqualificazione e alla rigenerazione del nostro centro e offriamo alla Pubblica Amministrazione e agli investitori privati, anche attraverso qualificati incontri, focus e workshop. Perché la vivibilità del centro storico torni ad essere di alto livello per la qualità della città e nelle varie funzioni che valorizzino un nuovo modello di presenza”.