Anniversario dell’unità d’Italia, le riflessioni del sindaco di Meldola Roberto Cavallucci

Il 17 marzo del 1861 il primo Parlamento Italiano riunito a Torino proclamò il regno d’Italia con Vittorio Emanuele II quale suo primo sovrano. Nel centosessantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, il Comune di Meldola ha ricordato i propri concittadini caduti per la libertà e l’unificazione nazionale. Furono tantissimi i meldolesi che presero parte al Risorgimento e fu grazie all’iniziativa democratica e alla partecipazione popolare, che gli italiani conquistarono il proprio diritto all’indipendenza e all’autodeterminazione, dopo secoli di divisione e subordinazione al dominio di potenze straniere, passando dalle vecchie monarchie assolute a uno Stato Liberale.

Una svolta epocale positiva frutto dell’azione dei grandi padri della patria come Cavour, Garibaldi e Mazzini, ma soprattutto degli ideali, dell’impegno e del sacrificio di tantissimi uomini e donne. Oggi siamo consapevoli che, dopo l’Unità, molti problemi del paese, la sua arretratezza, le disuguaglianze sociali, culturali e economiche, il divario tra Nord e Sud, la mancanza di democrazia, furono affrontati con gravi limiti, contraddizioni e imposizioni autoritarie. Questioni che, in una situazione e in modo diverso, ancora oggi riguardano l’Italia, e alle quali si aggiungono nuove problematiche e sfide di dimensione globale: momenti decisivi in cui crediamo che l’Italia e gli italiani potranno dare un contributo importante nel segno dei principi della democrazia, della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, della giustizia sociale, della pace tra i popoli.