CSI Forlì, gli enti di promozione sportiva lamentano la disparità rispetto alle Federazioni

È sotto gli occhi di tutti che l’emergenza covid-19 ha creato ingenti difficoltà all’intero sistema sportivo italiano, travolto da un ciclone inaspettato, mettendone in ginocchio l’operatività. “Piangere sulla tragicità della situazione – afferma Stefano Gurioli, presidente CSI di Forlì e da qualche giorno confermato consigliere nazionale dell’ente – serve a poco. Siamo di fronte ad un’emergenza sulla quale serve ricompattare tutti gli attori del sistema sportivo nazionale (Coni, Federazioni e Eps) e, con responsabilità, fare ognuno la sua parte. L’ultimo Dpcm (quello in vigore dal 6 marzo scorso), di fatto, non ha inserito novità rispetto a quello di dicembre per il nostro settore: la differenza sta nel fatto che oggi siamo in zona ‘rossa’ e quindi anche le competizioni di livello nazionale promosse dai nostri organismi sono state sospese. Ciò che risulta curioso ed irritante nello stesso tempo sta nel fatto che fino a giovedì scorso (4 marzo), erano consentiti (anche in zona rossa) gli allenamenti in vista della ripresa dei campionati e poi, nella giornata successiva, leggiamo nelle Faq del Dipartimento Sport relative al Dpcm in questione, che tali allenamenti sono consentiti unicamente alle Federazioni e non agli Enti di Promozione Sportiva”.

“Risulta innanzitutto incredibile  – continua Gurioli – che le Faq possano contraddire una disposizione ufficiale del Governo e, quel che più mi irrita, è che questa pessima novità accentua il divario fra attori dello sport, come se esistessero figli e figliastri, come sempre a nostro svantaggio. E’ ora di affrontare l’emergenza covid nello sport in maniera trasparente e responsabile; sono finiti i tempi in cui si deve tutelare chi ha più potere a scapito di chi è oggettivamente più debole. Sorge quindi il dubbio, lecito, che i poteri forti dello sport italiano, in questo contesto ci abbiano messo lo zampino con una forte pressione a loro vantaggio. Lo dico in maniera chiara: con le Federazioni desideriamo collaborare, in quanto siamo complementari all’interno dell’universo sportivo italiano, ma è arrivato il momento di riconoscere da parte delle stesse Federazioni il nostro ruolo e di non ritenersi gli unici organismi in grado di governare e regolamentare tutte le attività nazionali, comprese le nostre”.

A seguito di ciò tutti gli enti di promozione sportiva italiani hanno inviato al Governo una lettera congiunta nella quale viene ribadita la costernazione di fronte a tale disparità e la richiesta di attuare immediatamente disposizioni che ripristino criteri di uguaglianza e di pari diritti. In effetti appare irreale che, solo per la differenziazione di una tessera di affiliazione, il virus possa essere più clemente in un caso e più aggressivo in altri. “Dal canto nostro – conclude Gurioli – assumeremo un atteggiamento responsabile, perché questa è l’unica strada per combattere il virus, anche di fronte a possibili inasprimenti da parte degli Enti locali, che ne hanno facoltà. Rimane la speranza che la situazione migliori entro il mese di marzo e, terminato il periodo in area rossa, sul nostro territorio locale si possano finalmente cominciare i campionati. Se questa attenuazione della forza del virus non si verificherà, purtroppo potremo dare l’addio alla stagione sportiva, ma lo faremo – ribadisco – con responsabilità, nonostante le evidenti e gravi perdite che tutto ciò comporta”.