Azione Cattolica diocesana, Edoardo Russo: “Lavorare insieme è il primo anticorpo”

Il tema delle fratture (sanitaria, sociale, delle nuove povertà ed educativa), richiamato dal cardinal Bassetti, segnala problemi reali e dinamiche preoccupanti resi più evidenti da un anno a questa parte con la pandemia. Questioni già presenti nella nostra società che la diffusione del virus e le crisi hanno ulteriormente messo in luce e amplificato. Questo ci consegna, da una parte, la consapevolezza che i tempi con cui confrontarsi sono tempi lunghi, non si tratta di problemi contingenti; dall’altra, questa consapevolezza richiama l’importanza di scelte strategiche, non estemporanee, azioni comuni e condivise che guardino al futuro e non solo al presente. Tutto ciò chiama in causa la politica e le istituzioni, i protagonisti dei processi economici, così come il tessuto associativo della società, le realtà educative e la scuola.

Inoltre, il tema delle fratture presenti nella nostra società lascia intravvedere con ancora maggior forza la necessità di costruire nuove alleanze. Lavorare insieme è il primo anticorpo dinanzi alla realtà nella quale ci troviamo. E questo chiede di mettere da parte le divisioni, magari rinunciare a qualcosa per convergere e costruire un obiettivo più grande: il bene comune. Costruire alleanze, in ogni ambito, costa fatica, lo sappiamo, ma produce più della somma degli addendi.

Tre chiavi di lettura essenziali. In primo luogo dobbiamo avere in mente un grande progetto comune per l’oggi e per il domani: è soprattutto di questa capacità di progettare che oggi sentiamo la mancanza. Il secondo elemento, è quello del dialogo, inteso non solo come “stile” nelle relazioni, ma come unico strumento possibile per abitare le differenze, ridurre le diseguaglianze, e superare le chiusure. Terza sottolineatura: fraternità come lavoro da “artigiani”, che richiede cura, dedizione, creatività stando sulle singole questioni da affrontare, senza pretendere di realizzare subito un modello perfetto e valido per ogni occasione, ma provando a costruire risposte plausibili, concrete, rispetto ai nodi da affrontare.

Il tema della “frattura educativa”, infine, ci consegna un’urgenza indilazionabile, ma ci dice anche che questo tempo può diventare, a certe condizioni, un tempo per crescere. L’educazione non sia intesa come un compito delegato o “appaltato” ai soli educatori, ma sia avvertita come compito di tutta la comunità. È un investimento culturale, spirituale, sociale, dunque richiede un investimento e un lavoro diffuso, condiviso, responsabile da parte di tutti.

EDOARDO RUSSO – Presidente Azione Cattolica Diocesi di Forlì-Bertinoro