Musei Civici di Forlì, partita un’operazione di monitoraggio dei beni culturali

“Se i Musei Civici di San Domenico e Palazzo Romagnoli ed i luoghi della cultura cittadini sono attualmente chiusi al pubblico a causa della pandemia da covid-19, ciò non significa che le attività ed i progetti per la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio culturale debbano arrestarsi.” Su imput dello stesso assessore alla cultura del Comune di Forlì, Valerio Melandri, è partita una vasta e complessa operazione di monitoraggio dello stato di salute dei beni culturali appartenenti alle collezioni civiche; un’azione analitica e sistematica che sta interessando contemporaneamente un numero considerevole di dipinti e di sculture e che rappresenta un risultato importante per la storia della conservazione delle opere d’arte della città e un solido punto di riferimento per il futuro. L’intervento, che si concluderà con il restauro del gruppo di opere più bisognose di attenzioni e cure, ammonta ad un totale di circa 60.000 euro ed è sostenuto dal Comune di Forlì, grazie anche al contributo di 25.000 euro della Regione Emilia-Romagna.

“Restaurare un bene culturale – spiega l’assessore Melandri – è un’operazione che ha da sempre un suo fascino e un forte richiamo per il pubblico, ma il restauro è la soluzione estrema per salvare dalle ingiurie del tempo un’opera già fortemente compromessa. Monitorare le condizioni di conservazione del patrimonio culturale cittadino serve quindi non solo per progettare con attenzione future azioni di conservazione e valorizzazione, assegnando le giuste priorità di intervento, ma serve soprattutto per intervenire sulle opere d’arte prima che sia troppo tardi e che siano necessari importanti interventi di restauro”. Il monitoraggio sta interessando parte delle sculture e tutti i dipinti presso il Museo Civico del San Domenico, con particolare attenzione riservata alle opere su tavola di Marco Palmezzano e dei grandi nomi del Cinquecento e Seicento forlivese; inoltre l’indagine si estende ai quadri della Collezione Piancastelli e le opere pittoriche presso il salone centrale di Palazzo del Merenda; tra queste ultime voglio ricordare i due splendidi dipinti “L’Annunciazione” e “San Giovanni Battista che predica” del Guercino, le grandi pale d’altare di Carlo e di Felice Cignani, “La Vergine col Bambino e San Francesco di Sales” di Carlo Maratta, “Gloria di S. Mercuriale” e “Gloria di S. Vitale” di Guido Cagnacci e le due grandi tele raffiguranti “San Pietro” di Andrea Sacchi e “San Sebastiano” di Francesco Albani.”

Le operazioni si svolgono sotto la direzione del personale tecnico-scientifico Servizio Cultura e Turismo. Le attività di analisi e di documentazione delle opere sono a cura dei restauratori qualificati di beni culturali della ditta “Ikuvium R. C.”. “Monitorare un’opera – conclude Melandri – comporta un’osservazione totale del bene, comprensiva dell’analisi della sua cornice ed in particolare del suo lato normalmente nascosto alla vista. Questo monitoraggio ha così registrato anche lo stato di salute del retro dei nostri dipinti, un’operazione a volte complessa e delicata specie per le opere di grandi dimensioni, ricordiamo ad esempio che i “quadroni” del Cagnacci misurano cm 410×231, ma che ha permesso un’analisi completa e uno sguardo inusuale sul patrimonio culturale della città di Forlì”.