Camera di Commercio, in Romagna aumentano le reti d’impresa

Nell’area Romagna – Forlì-Cesena e Rimini -, secondo gli ultimi dati aggiornati al 3 ottobre 2020, risultano 379 imprese (pari al 16,6% di quelle regionali) che hanno sottoscritto 188 contratti di rete, di cui 32 costituiti da imprese esclusivamente localizzate nel territorio e 20 aventi personalità giuridica, con relativa iscrizione al Registro delle Imprese (cosiddetto “contratto soggetto”). Nel confronto con i dati precedenti di analisi, risalenti al 3 febbraio 2020, si riscontra un incremento del 13,5% delle imprese di rete (da 334 a 379 unità), superiore alla variazione positiva regionale (+5,2%) e nazionale (+7,0%), e dell’8,7% dei contratti di rete (da 173 a 188 unità).

In termini di incidenza delle imprese di rete, sul totale delle imprese attive, pur avendo un peso inferiore a quello regionale e nazionale, si registra un aumento pari a 0,6 punti (dal 4,8‰ al 5,4‰), maggiore dell’incremento verificatosi sia in Emilia-Romagna (dal 5,5‰ al 5,7‰) sia in Italia (dal 6,9‰ al 7,3‰). Considerato che un’impresa può aderire a più contratti di rete (e, quindi, venire conteggiata più volte), i 188 contratti vedono la partecipazione “totale” di 453 imprese del territorio (Forlì-Cesena e Rimini); in 108 di questi si rileva la presenza di una sola impresa del territorio, in 26 di due imprese e in 29 di tre. La maggior parte delle suddette imprese, infine, aderisce a contratti afferenti al macrosettore dei servizi (commercio e turismo esclusi): parliamo, per la precisione di 172 unità (38,0% del totale).

“In uno scenario economico come quello attuale – dichiara Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – alle sfide competitive di un mondo globalizzato si sommano quelle causate dall’emergenza sanitaria. Dunque, un contesto strategico particolarmente complesso, soprattutto per le imprese di piccole e medie dimensioni, che rappresentano la stragrande maggioranza del nostro tessuto produttivo. La Camera, pertanto, incentiva tutti gli strumenti che intensificano le forme di collaborazione, a partire da quelle, come il contratto di rete, che, di fatto, accrescono la competitività sui mercati, mantenendo comunque l’autonomia imprenditoriale di ogni singolo soggetto. Abbiamo bisogno di innovazione a 360°, quell’innovazione che tocca tutte le dimensioni organizzative, a partire da quei modelli collaborativi che sono decisivi per acquisire quella massa critica che, in termini di risorse finanziarie, tecniche e umane, o di know how, è tale da consentire il raggiungimento di obiettivi strategici, altrimenti fuori portata per la singola piccola impresa”.

In provincia di Forlì-Cesena, al 3 ottobre 2020, risultano 216 imprese (pari al 9,5% di quelle regionali) che hanno sottoscritto 117 contratti di rete, di cui 20 costituiti da imprese esclusivamente localizzate in provincia e 16 aventi personalità giuridica, con relativa iscrizione al Registro delle Imprese (“contratto soggetto”). Nel confronto col 3 febbraio 2020 (ultimo periodo di analisi precedente a questo), si riscontra un incremento del 3,3% delle imprese di rete (da 209 a 216 unità), inferiore alla variazione positiva regionale (+5,2%) e nazionale (+7,0%), e del 5,4% dei contratti di rete (da 111 a 117 unità). In termini di incidenza delle imprese di rete, sul totale delle imprese attive, pur riscontrandosi una sostanziale stabilità (dal 5,8‰ al 5,9‰), in provincia di Forlì-Cesena si registra un peso maggiore di quello rilevato in Emilia-Romagna, in lieve aumento (dal 5,5‰ al 5,7‰), e minore rispetto al dato Italia, anch’esso in aumento (dal 6,9‰ al 7,3‰).

Considerato che un’impresa può aderire a più contratti di rete (e, quindi, venire conteggiata più volte), i 117 contratti vedono la partecipazione “totale” di 265 aziende provinciali; in 71 di questi si rileva la presenza di una sola impresa provinciale, in 14 di due imprese e in 15 di tre, mentre vi sono due contratti che registrano un numero molto alto di imprese partecipanti, pari rispettivamente a 17, per uno, e 25, per l’altro. Inoltre, ben 103 imprese (il 38,9% del totale) aderiscono a contratti riguardanti i servizi; seguono, nell’ordine, 66 imprese (24,9%) del settore industria/artigianato, 57 (21,5%) dell’agricoltura, 22 (8,3%) del commercio, 15 (5,7%) del turismo e 2 (0,8%) di altri settori.