Imprese al femminile in flessione, ma cresce l’immobiliare e i servizi

Al 30 giugno 2020 nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si contano 15.049 imprese femminili attive che costituiscono il 21,3% del totale delle imprese attive (21,2% in regione e 22,6% a livello nazionale). Nel confronto con il 30 giugno 2019 si riscontra una diminuzione delle imprese femminili dello 0,8% (-0,6% in Emilia-Romagna, -0,3% in Italia). I principali settori economici risultano, nell’ordine: commercio (28,2% delle imprese femminili), alloggio e ristorazione (14,8%), agricoltura (12,3%), altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (12,2%), attività immobiliari (7,2%), industria manifatturiera (7,0%) e noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (3,7%).

In termini di variazione annua si registra un calo nel commercio (-1,9%), nell’alloggio e ristorazione (-2,5%), in agricoltura (-1,9%), nel manifatturiero (-4,4%) e, in forma lieve, nelle altre attività di servizi (-0,4%); in aumento, invece, le imprese femminili nell’immobiliare (+2,7%) e nel settore noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (+2,2%). I settori con la maggiore intensità di imprese femminili (imprese femminili sul totale delle imprese attive) appartengono a “altre attività di servizi” (55,9% delle imprese del settore sono femminili), alloggio e ristorazione (30,1%), noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (27,0%), commercio (25,6%) e agricoltura (21,0%). Riguardo alla natura giuridica la maggior parte delle imprese femminili sono imprese individuali (65,8% del totale), alle quali seguono le società di persone (17,8%) e le società di capitale (14,9%). Nel confronto con l’anno precedente si evidenzia la crescita delle società di capitale (+2,3%) a cui si contrappone la diminuzione sia delle imprese individuali (-1,3%) sia delle società di persone (-1,6%).

“In Romagna – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – oltre un’impresa su 5, è al femminile e in Italia, secondo quanto emerge dal Rapporto sull’imprenditoria femminile presentato il 27 luglio da Unioncamere italiana, le imprese femminili sono più di un milione e trecentomila. Purtroppo, con l’emergenza covid-19 la loro crescita ha subito un rallentamento, probabilmente anche a causa del fatto che nelle fasi dell’emergenza il maggior aggravio familiare è ricaduto sulle donne. Inoltre, ancora resistono condizionamenti culturali che ne rallentano l’intraprendenza come, per esempio, la maggiore difficoltà a ricorrere al credito bancario. Il rilancio dell’economia, invece, passa anche dalle donne che fanno e vogliono fare impresa, che rappresentano un potenziale ancora inespresso su cui puntare. È sempre più importante, perciò, riservare all’imprenditorialità femminile più attenzione e assistenza per aiutarle nel loro percorso imprenditoriale: incentivi economici, percorsi formativi adeguati e strumenti di welfare e di conciliazione tra vita familiare e lavorativa”.

 Al 30 giugno 2020 in provincia di Forlì-Cesena si contano 7.584 imprese femminili attive che costituiscono il 20,8% del totale delle imprese attive provinciali (21,2% in regione e 22,6% a livello nazionale). Nel confronto con il 30 giugno 2019 si riscontra una diminuzione delle imprese femminili dello 0,9% (-0,6% in Emilia-Romagna, -0,3% in Italia). I principali settori economici risultano il commercio (25,7% delle imprese femminili), l’agricoltura (17,3%), le altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (13,6%), l’alloggio e ristorazione (11,4%), l’industria manifatturiera (8,4%) e le attività immobiliari (5,6%).

Rispetto al 30 giugno 2019 calano le imprese femminili attive nel commercio (-1,6%), nell’agricoltura (-1,8%), nell’alloggio e ristorazione (-3,3%), nel manifatturiero (-4,8%) e, in forma lieve, nelle “altre attività di servizi” (-0,4%), mentre crescono quelle operanti nel settore immobiliare (+3,7%). I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese femminili sul totale delle imprese attive sono, nell’ordine: altre attività di servizi (57,3%), alloggio e ristorazione (31,7%), noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (25,0%), commercio (24,4%) e agricoltura (20,6%). Riguardo alla natura giuridica sono prevalenti le imprese femminili individuali (67,8% del totale), seguite dalle società di persone (16,7%) e società di capitale (13,7%); nel confronto con l’anno precedente crescono le società di capitale (+2,0%) mentre diminuiscono sia le imprese individuali (-1,1%) sia le società di persone (-2,1%).

In un contesto di analisi territoriale, infine, si evidenzia come più della metà delle imprese femminili provinciali (il 52,0%) abbiano la loro sede nei comuni di Forlì (28,9%) e Cesena (23,1%), buona anche la presenza nei comuni di Cesenatico (9,0%), Forlimpopoli (3,0%) e Bertinoro (2,7%), ossia nei cosiddetti “Comuni di cintura” (totale 14,7%), e di Savignano (4,6%), San Mauro (2,6%), Gambettola (2,4%) e Gatteo (2,4%) (”area del Basso Rubicone”, totale, con Longiano, 13,5%). Ad essi vanno aggiunti i comuni di Meldola (2,5%) (Valle del Bidente), Bagno di Romagna (2,0%) e Mercato Saraceno (1,8%) (entrambi della Valle del Savio) e Castrocaro Terme e Terra del Sole (1,8%) (Valle del Montone). In sintesi, il 53,7% delle imprese femminili attive si trova nel comprensorio di Cesena e il 46,3% in quello di Forlì. Tra i principali comuni, quelli con la più alta incidenza percentuale delle imprese femminili sul totale delle imprese attive sono, nell’ordine: Bagno di Romagna (24,1%), Castrocaro Terme (22,7%), Forlimpopoli (22,5%), Bertinoro (22,2%) e Cesenatico (22,0%).