Comunità Papa Giovanni XXIII, Paolo Ramonda riconfermato responsabile generale

I delegati al primo turno hanno confermato Paolo Ramonda alla guida della Comunità Papa Giovanni XXIII, con il 64,8% delle preferenze. L’Adorazione Eucaristica ha aperto i lavori. Ha preceduto la presentazione del bilancio sociale dell’associazione di diritto pontificio e l’indicazione del nuovo responsabile generale. Sono stati chiamati ad eleggere il successore di Don Benzi circa 300 delegati: 180 accorsi in presenza, 45 collegati dall’Italia e 43 dalle missioni estere.

Durante la mattinata sono stati presentati i numeri che danno l’idea della dimensione raggiunta dalla Comunità dopo 52 anni di vita associativa. Salta all’occhio la proporzione fra il numero di persone accolte, nelle case famiglia e nelle sedi Onlus dell’associazione, che trovano una copertura economica da parte delle istituzioni o delle famiglie, rispetto a quanti sono interamente a carico del volontariato e delle donazioni. Il 54% degli accolti nelle sedi Onlus godono di una retta; circa metà, il 46% degli accolti non costituiscono una spesa per lo Stato. Sono oltre 2000 ad oggi le persone, in Italia e nel mondo, che hanno scelto la spiritualità del povero e la vita comunitaria proposte da Don Benzi; 343 le sedi istituzionali in Italia; 245 le case famiglia nel mondo. Sono accolte in maniera stabile quasi 5mila persone.

Don Oreste Benzi ha raggiunto il Signore il 2 novembre; Giovanni Paolo Ramonda, laico e papà di casa famiglia, è stato indicato dall’assemblea della Comunità a proseguirne la guida. La parola chiave con cui ha iniziato il suo primo mandato è stata “responsabilità”. Ramonda si è reso poi protagonista di un importante rinnovamento dell’organizzazione associativa. Paolo Ramonda, nato a Fossano in provincia di Cuneo nel 1960, a 18 anni era stato obiettore di coscienza al servizio militare. Laureato in pedagogia con indirizzo psicologico, a 28 anni si è sposato con Tiziana Mariani e ha fondato la casa famiglia di Sant’Albano Stura in provincia di Cuneo.

“La parola Responsabile mi piace di più, significa ‘che deve rispondere’, il responsabile deve comunque rispondere di tutto, il responsabile è colui che risponde, cioè ad esempio, io vengo a chiedere conto: ‘Perché quella comunità non funziona?’. Vado dal responsabile di zona e gli dico: ‘Come mai? Cosa succede?’. Sei tu che devi rispondere dei tuoi fratelli, però voi rendete bella la vita al fratello responsabile della comunità, aprendogli sempre il vostro cuore”, ha detto il neoeletto responsabile appena riconfermato.

“Per me – ha detto Ramonda – è stato determinante essere sposo. Ho vissuto un dono grandissimo in 13 anni di casa famiglia, che ha tenuto in equilibrio il mio servizio da responsabile. Sono sicuro che questa indicazione sarà per me un passo in più sulla strada della conversione. Una delle virtù che viviamo come Comunità è il sacrificio legato alla scomodità”. Sette accolti di cui quattro non autosufficienti, vivono con lui. “Ma non è necessario fare altri 6 anni – ha aggiunto – se guardiamo l’esempio di Papa Ratzinger. Viviamo l’oggi di Dio”. Poi la proposta rivolta ai membri della Comunità: “Aggiungete un quarto d’ora di Adorazione Eucaristica alla vostra preghiera quotidiana, perché il responsabile generale è portato sulle ali da tutti voi. Per quando mi riguarda mi incontrerete molto, ma viaggerò di meno e saprò stare, quando serve, nelle retrovie”.

Rivolto all’esterno, l’attenzione all’ecumenismo: “Andremo a dialogare con tutti, in Camerun con i pentecostali, in Bangladesh con i buddisti. Continueremo ad accogliere nei paesi musulmani, anche quando ci vorrebbero mandare via. Questo è il Vangelo di Gesù Cristo, non solo l’amare chi ti applaude”. All’interno della Chiesa Cattolica: “Vivremo il nostro essere laici nel mondo, ringraziando per il dono dei sacerdoti. Cammineremo con la Chiesa, dialoganti, impegnati per la rimozione delle cause che provocano le ingiustizie. Lavoreremo per sostenere la famiglia, l’inizio vita, il cammino per la pace”.