TERZA DOMENICA DI PASQUA

 TRACCIA PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA

Si prepari il luogo della preghiera mettendo su un tavolo la Bibbia aperta, una candela accesa e una immagine di Gesù. Quando la famiglia è riunita, prima di iniziare, si faccia un breve momento di silenzio. La guida inizia la preghiera con il segno della croce:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

G. In questa terza domenica del tempo di Pasqua la Chiesa ci propone la testimonianza di un episodio importante: il Risorto si fa compagno di viaggio di alcuni discepoli che, concentrati sulla propria tristezza e delusione, non sono in grado di riconoscerlo subito. Forse la stessa cosa può succedere anche a noi oggi: Gesù viene qui tra noi, si mette al nostro fianco, ci parla, ma noi abbiamo mente, cuore, occhi capaci di riconoscerlo? Facciamo nostra la preghiera del Salmo 15, alternandoci in due cori:Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu». Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Benedico il Signore, che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio animo mi istruisce. Io pongo sempre davanti a me il Signore, sta alla mia destra, non potrò vacillare. Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita negli inferi, né lascerai che il tuo fedele veda la fossa. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.

G. Chiediamo il dono dello Spirito Santo, perché apra la nostra mente e il cuore ad accogliere la Parola del Vangelo:

T. Scenda su di noi, o Padre, il tuo Santo Spirito, perché la Parola sia proclamata, accolta, custodita e vissuta come a te piace. Per Cristo nostro Signore. Amen!

 Un membro della famiglia proclama il brano evangelico:

 Ascoltiamo la parola del Signore dal vangelo secondo Luca (24,13-35): In quello stesso giorno, il primo della settimana, due dei discepoli erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?».Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Parola del Signore. Lode a te, o Cristo!

 Un membro della famiglia legge la meditazione sul brano evangelico:

«Si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero». È strano che solo dopo un bel tratto di strada assieme a Gesù, un suo lungo discorso e una cena con lui, riescano a capire chi era. In fondo non erano passati degli anni dalla sua morte, ma solo pochi giorni: possibile che così in fretta lo avessero dimenticato, da non riconoscerlo subito? Per capire questa difficoltà nell’identificare Gesù, dobbiamo tenere presente che la risurrezione di Gesù non è la ripresa della vita di prima dopo una parentesi, ma l’ingresso di Gesù, con il suo corpo, nel mondo di Dio. È il corpo di prima, ma ormai è in un’altra dimensione: e gli occhi umani faticano sempre a riconoscere le cose di Dio. Inoltre i due discepoli erano lontanissimi dal pensare che lo avrebbero rivisto vivo dopo la morte di croce, avevano ormai messo in archivio la vicenda di Gesù: «Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele»… come dire: ci ha imbrogliato, non è vero niente. Per questo tornavano alla loro piccola Emmaus, alle loro sicurezze di prima. Non potevano quindi immaginare, i due discepoli, che proprio Gesù li aveva affiancati. Che cos’è allora che li porta a poco a poco a riconoscerlo? Due segni. Il primo è l’annuncio della Parola durante il cammino: Gesù si affiancò ai due discepoli e «spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui». É un annuncio che non li lascia indifferenti, tanto è vero che diranno poco dopo la sua scomparsa: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Le Scritture, che proclamiamo nella prima parte della messa e che probabilmente ogni tanto leggiamo personalmente, da sole non fanno ardere il cuore: bisogna che ce le spieghi Gesù, cioè che le ascoltiamo come una sua lettera d’amore. La Scrittura è la grande lettera d’amore di Gesù, che a volte usa il tono della dolcezza e altre volte quello del rimprovero – entrambi sono linguaggi dell’amore – per dirci sempre la stessa cosa: che ci vuole bene, che il suo amore è più grande della morte, che ci sta vicino non solo nei momenti belli ma anche in quelli difficili. Se avvertiamo questa amicizia con Gesù, allora la Scrittura ci fa ardere il cuore. Il secondo segno è decisivo per riconoscere Gesù: il gesto di spezzare il pane. Attratti dalla sua parola, non lo lasciano andare via e lo invitano a rimanere dicendo: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Gesù ricambia questa ospitalità ripetendo il gesto dell’Ultima cena, dando loro se stesso nel segno del pane. Se la Parola di Dio, che proclamiamo nella prima parte della messa, è la lettera d’amore di Gesù, l’Eucaristia che celebriamo nella seconda parte, è il suo stesso corpo spezzato per noi, è la sua vita offerta per noi. A questo punto si aprono completamente gli occhi: chi accoglie Gesù nel «forestiero» – così lo avevano definito all’inizio del racconto – e si rende conto che Gesù ha donato tutto sulla croce e continua a donare tutto nell’Eucaristia, apre gli occhi. Non può desiderare di più: alla sua mensa c’è un Dio che non chiede se non di essere accolto nel forestiero e in cambio dà se stesso. Ogni volta che partecipiamo alla messa noi viviamo, in piccolo, l’esperienza dei due discepoli di Emmaus: ascoltiamo la Parola, spezziamo il pane, e dalla Parola e dal pane riceviamo la forza per accogliere il «forestiero», per condividere con lui anche la parola e il pane terreni. Questi sono i segni che ci permettono di riconoscere anche oggi Gesù, dovunque si collochi il piccolo villaggio di Emmaus per ciascuno di noi.(dal Commento ai Vangeli festivi, di don Erio Castellucci)

INTERCESSIONI

G. Presentiamo fiduciosi a Dio Padre le nostre domande e preghiere per la nostra famiglia, per la Chiesa, per il mondo intero, dicendo: Ascoltaci o Signore!

L. Per il Papa, i vescovi, i sacerdoti: illuminati dallo Spirito del Risorto che guida a comprendere le Scritture, siano servi del vangelo attraverso la predicazione e la testimonianza di vita, preghiamo

L. Per le comunità cristiane: sentano l’urgenza di farsi compagne di viaggio delle persone che incontrano, imparino ad ascoltarne le storie di vita, e siano sollecite nell’accoglienza del forestiero, preghiamo

L. Per quanti, provati da lutti e malattie faticano a credere nella bontà della vita e nella risurrezione: il Risorto faccia loro sentire pace e consolazione e li aiuti a trovare motivi per vivere con serenità, preghiamo

 I membri della famiglia possono aggiungere altre intenzioni di preghiera. Poi la guida dice:

Il Signore Risorto è in mezzo a noi. Invochiamo Dio con la preghiera dei figli e dei fratelli: PADRE NOSTRO…

 La guida dice, mentre tutti fanno il segno della croce:

Ci benedica e ci accompagni ogni giorno nel cammino della vita Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

 Si conclude con l’antifona mariana di Pasqua:

G. Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.

T. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,

G. è risorto, come aveva promesso, alleluia.

T. Prega il Signore per noi, alleluia.