Istituto Sant’Apollinare, mons. Giorgio Sgubbi a Forlì per la prolusione

A prima vista può sembrare strano associare e proporre nella prolusione di inizio anno accademico i profili di Bernardo di Clairvaux e di Tommaso d’Aquino, icona del monaco il primo, al quale convengono il chiostro e la contemplazione, e modello del maestro di scuola il secondo, al quale si addicono l’università e le questioni. E, infatti le due figure risaltano nella loro precisa e distinta identità, ognuna con la genialità propria inconfondibile.
Due “capolavori” di umanità e di Chiesa, eloquenti testimoni, l’uno e l’altro, della sorprendente e multiforme ricchezza del “mirabile medioevo”. D’altronde, riconosciuta la diversità tra l’abate di Clairvaux e il docente di Parigi, a una lettura più penetrante non risalta meno la loro intima sintonia e convergenza. Le loro “teologie” divergono e, pure, tutte e due – quella monastica di Bernardo e quella scolastica di Tommaso – nascono dalla stessa passione per “il mistero”. Il linguaggio che le esprime è diverso ma la radice coincide: ed è la Parola di Dio così com’è medesimo il senso acuto della trascendenza di Dio.
Giunto al suo nono anno di attività accademica, l’Istituto di Scienze Religiose Sant’Apollinare di Forlì ospita, nel giorno della prolusione, martedì 22 ottobre alle ore 20.30 nell’Aula Magna dell’Istituto, la relazione di mons. Giorgio Sgubbi, docente di teologia speculativa alla Facoltà Teologica di Bologna. Il suo intervento, dal titolo “La teologia da S. Bernardo a S. Tommaso”, aiuterà a scoprire che il medioevo fu l’uno e l’altro come diceva il Rosmini: “Duplice vertice di una unica fiamma”.