Camera di Commercio, il 21% delle imprese attive romagnole si tinge di rosa 

Parità di genere e valorizzazione delle differenze sono principi garantiti dalla Costituzione. Le differenze in termini di condizioni di vita, accesso al lavoro, opportunità di carriera, partecipazione alla vita produttiva, implicano la non neutralità delle politiche rispetto al genere. L’Osservatorio economico e sociale della Camera di commercio mette a disposizione l’elaborazione dei principali dati sulle dinamiche di genere del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) come strumento di lettura delle diverse esigenze presenti nel territorio, per consentire la pianificazione di strategie di azione adeguate.

“I dati elaborati rilevano – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – che il nostro territorio è caratterizzato da una realtà di genere più positiva rispetto alla media nazionale, ma ci sono aree di miglioramento per le quali sviluppare azioni mirate. La Camera, al riguardo, anche attraverso la propria Azienda Speciale Cise, che promuove l’innovazione responsabile, realizza iniziative mirate ad ampliare la parità di genere. Quest’ultima è, infatti, una delle sei chiavi dell’innovazione responsabile, come definita dalla Commissione Europea nell’ambito del programma Horizon 2020 ed è anche oggetto dell’obiettivo 5 dell’Agenda 2030 dell’Onu”.

I dati demografici Istat della popolazione residente nel territorio Romagna riportano, al 31 dicembre 2018, 733.644 abitanti di cui il 51,5% sono donne (377.836 unità); l’incidenza risulta sostanzialmente in linea con quella regionale (51,4%) e nazionale (51,3%). I principali indicatori demografici del territorio Romagna rilevano un’età media delle donne residenti superiore a quella degli uomini, una minore natalità delle femmine e indici di vecchiaia sensibilmente superiori a quelli degli uomini. Il rapporto di mascolinità (numero dei maschi ogni 100 femmine) si attesta al 94,2%. Come metà media, quella degli uomini è di 44,1 anni, mentre quella delle donne di 46,9 anni, per un’età media totale di 45,5 anni. Il tasso generico di natalità (per mille abitanti) si attesta a 7,7 per i maschi e 6,5 per le femmine (totale pari a 7,1), mentre il tasso generico di mortalità (sempre per mille abitanti) registra 10,2 per gli uomini e 10,6 per le donne (totale di 10,4). Per l’indice di vecchiaia (il rapporto percentuale che mette in relazione la popolazione over 65 ogni 10 giovani) si parla del 152% per i maschi e 207,2 per le femmine (totale 178,8%). Il rapporto di mascolinità (ovvero i maschi ogni 100 femmine) è pari al 94,2%.

Le statistiche sui livelli di istruzione, aggiornate per il 2018 (dettaglio minimo regionale per genere), evidenziano una maggiore incidenza della popolazione femminile rispetto a quella maschile in possesso di laurea e titolo post laurea, ma anche una superiore incidenza di donne non scolarizzate o con la sola licenza elementare. Relativamente ai titoli di laurea o post-laurea, sono 360.395 le donne che li possiedono (280.186, invece, sono gli uomini), cioè il 18,1%, rispetto al 15,2% maschile. Al contrario, se si guarda alla licenza media, sono i maschi in testa (595.485, cioè il 32,3%), rispetto al 522.995 (26,3%) delle femmine. Lo stesso vale per i diplomi biennali o triennali, ovvero le qualifiche professionali, con 145.105 maschi (7,9%) e 140.781 femmine (7,1%). Il dato totale dei maschi in possesso di titolo di studio è di un milione e 844.066mila unità, mentre le donne sono un milione e 988.410mila.

Secondo i dati Istat 2018, dall’Indagine sulle forze di lavoro risulta che il tasso di occupazione (15-64 anni) del territorio Romagna (68,3%) è inferiore al dato medio regionale (69,6%), ma superiore a quello nazionale (58,5%). Il tasso di occupazione femminile, pari a 61,3%, è inferiore al dato regionale (62,7%) e ampiamente superiore rispetto a quello nazionale (49,5%). I livelli occupazionali della componente femminile rimangono però nettamente inferiori, come accade negli altri territori di riferimento, a quelli maschili (75,4%).

Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) del territorio Romagna pari al 6,4% è superiore a quello regionale (5,9%) e decisamente migliore del dato nazionale (10,6%); il tasso di disoccupazione femminile, pari all’8%, risulta superiore al corrispondente dato regionale (7,3%) e nettamente inferiore a quello nazionale (11,8%). I livelli della disoccupazione femminile sono però maggiori, come accade negli altri territori di riferimento, a quelli maschili (5,1%).

Un’attenzione particolare è dedicata dalla Camera alle dinamiche dell’imprenditorialità femminile con la predisposizione e la divulgazione in un’ottica di Osservatorio di report specifici dai quali risulta che al 31 dicembre 2018 nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono presenti 15.125 imprese femminili attive, che costituiscono il 21,2% del totale delle imprese attive (21,1% in regione e 22,6% a livello nazionale); nel confronto con il 31 dicembre 2017, si riscontra una sostanziale stabilità (-0,2%), come si rileva anche in Emilia-Romagna (-0,1%) e Italia (+0,2%). Il 45,5% delle imprese femminili attive a fine 2018 nel territorio Romagna, si è iscritto al Registro Imprese negli ultimi otto anni.

Anche il contesto organizzativo della Camera di commercio rispetta, oltre le vigenti disposizioni normative, linee di comportamento che promuovono azioni positive nei confronti del personale. Negli organi camerali circa un terzo dei componenti è di genere femminile (nel Consiglio le donne sono 11 su 33, in Giunta 2 su 10 e nel Collegio dei Revisori dei conti 2 dei 3 componenti effettivi sono donne, tra le quali la Presidente). Per quanto riguarda il personale, l’articolazione dell’orario di lavoro ha un’ampia flessibilità in modo da contribuire alla conciliazione tra gli impegni professionali e quelli personali. Inoltre, particolari necessità di tipo familiare o personale vengono valutate e risolte nel rispetto di un equilibrio fra esigenze dell’Amministrazione e richieste dei dipendenti. Tutto il personale ha avuto accesso all’istituto della banca delle ore e l’Ente assicura tempestività e rispetto della normativa nella gestione delle richieste di part-time inoltrate dai dipendenti. Dal punto di vista della struttura, nella composizione della dotazione di personale, Dirigente e non Dirigente, emerge una netta rappresentanza del genere femminile che è pari al 62,5% del totale dei dipendenti.