Infermiere fuori servizio della Cardiologia di Forlì salva la vita a un anziano

In prima fila, da sinistra, Fabio Castagnoli, Spartaco Castagnoli e Claudio Valmori

Un pomeriggio afoso di qualche settimana fa, presso “Pianeta Piada di Forlimpopoli”, un signore di 86 anni, Spartaco Castagnoli, esce dal chiosco e si accascia improvvisamente a terra. Accanto a lui, fortunatamente nello stesso momento, un infermiere della Cardiologia forlivese, Claudio Valmori, con i colleghi del Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta e il presidente delle Ucs di Santarcangelo di Romagna, si erano ritrovati per programmare alcune attività di esercitazioni di Protezione Civile.

“Ci siamo immediatamente avvicinati e abbiamo messo in campo le manovre di valutazione previste dal protocollo BLS (Basic Life Support) – spiega l’infermiere – cioè la valutazione dello stato di coscienza e del respiro. Verificata l’assenza di entrambi i parametri, abbiamo immediatamente fatto chiamare il 118 da una persona presente e verificato che venissero date le informazioni essenziali per una rapida attivazione del servizio territoriale di emergenza sanitaria. Contestualmente abbiamo iniziato le manovre di RCP (Rianimazione cardio-polmonare) con massaggio cardiaco esterno di qualità”.

“Abbiamo rapidamente avuto a disposizione il defibrillatore semi automatico del vicino centro sportivo – spiega Valmori – che però non è stato utilizzato per il rapido sopraggiungere della prima ambulanza e relativo defibrillatore di bordo. Dopo le varie manovre, il signor Castagnoli ha iniziato a riprendere coscienza e respiro spontaneo. A questo punto è sopraggiunta la seconda ambulanza del 118 e , dopo i necessari ragguagli su quanto accaduto, abbiamo concluso il nostro intervento aiutando l’equipaggio a caricare sulla barella il signore ormai cosciente. “

“Mi preme sottolineare – prosegue l’infermiere – che la riuscita nell’intervento di rianimazione è stato frutto di un ottimo lavoro di squadra, probabilmente dovuto al nostro affiatamento nel campo del soccorso alle persone. Ci trovavamo lì proprio per programmare una esercitazione di protezione civile. Questo episodio dimostra comunque la necessità di proseguire la divulgazione delle manovre di BLS, specialmente con corsi informativi alla popolazione”

“L’arresto cardiaco è un problema di comunità – sottolinea il dottor Marcello Galvani, direttore dell’U.O. di Cardiologia di Forlì – che vede coinvolti non solo i sanitari ma anche, se non soprattutto, i cittadini. Questi devono considerare la conoscenza del massaggio cardiaco come elemento qualificante, il loro essere parte della comunità stessa. Oggi più di due pazienti su dieci colpiti da arresto cardiaco giungono, grazie alla catena della sopravvivenza, vivi in ospedale e, di questi, circa la metà ne escono senza gravi menomazioni. Dobbiamo, con il contributo di tutti, insistere su questa strada e migliorare ulteriormente i risultati della cura”.

“Siamo davvero grati – spiega il figlio dell’anziano soccorso, Fabio Castagnoli – a quanti hanno salvato mio padre. Lui non ricorda più niente di quanto accaduto dopo il mancamento fino alla ripresa di coscienza, ma noi vogliamo esprimere a tutti i soccorritori tutta la nostra riconoscenza per averlo salvato”.