Festincontro, l’Azione Cattolica per una città fraterna
Si è concluso sabato il “Festincontro Ac” dal titolo “Generatori di Fraternità”. Tre i grandi appuntamenti nell’arco della settimana: il primo a Vecchiazzano, aperto fortemente a tutti la cittadinanza, con il racconta storie Roberto Mercadini che ha presentato il suo monologo “Se fossi la tua ombra mi allungherei a mezzogiorno”, da cui è tratto il libro “Storia perfetta dell’errore”; il secondo con la messa di ringraziamento e in suffragio dei defunti presieduta dal vescovo mons. Livio Corazza a Regina Pacis ed il terzo con la grande Festa Unitaria a Pieve Salutare: stand gastronomici, musica con i “Made” e con “Acr Band”, intrattenimento e giochi.
Se la fraternità si impara in famiglia, nella famiglia associativa, la si vive e la si testimonia nel mondo: non termina alla porta di casa, non ci rinchiude dietro a una porta. La fraternità autentica – sottolinea il presidente Ac Edoardo Russo – si nutre di desiderio di incontro, di ospitalità. È un incontro con chi è altro da noi. È un andare verso che richiede innanzitutto un fare spazio. E proprio per questo è un incontro che non può essere praticato per convocazione, ma per immersione: non possiamo, evidentemente, attendere che il mondo, la città, i suoi abitanti entrino in associazione. Dobbiamo essere noi a farci trovare lì dove le persone abitano, lavorano, studiano, giocano, soffrono, lì dove la città vive, si pensa, si trasforma.
La nostra nuova frontiera, la nostra luna da raggiungere è la promozione e la condivisione di una cultura della fraternità, affinché essa possa smettere i panni di ‘promessa mancata della modernità’ (come la chiama Francesco) e divenire il terreno comune su cui progettare il futuro: pace, giustizia, solidarietà, legalità non sono ideali astratti, illusori: sono i punti cardinali con cui orientare il nostro stare nel mondo.
L’impegno non è di poco conto, eppure per quanto all’apparenza irrealizzabile, utopica, controfattuale, “la via della fraternità si pone davanti a noi come l’unica realisticamente percorribile”. Le donne e gli uomini di Azione cattolica, assieme a tutti i fratelli e amici credenti e non credenti, senza distinzioni, hanno una strada davanti e devono incamminarsi con più convinzione lungo di essa, insieme, come associazione, come comunità ecclesiale, come cittadini di buona volontà.