Un Altro Teatro, al via la stagione di contemporaneo del Fabbri

Una scena da “Vocazione” de La Corte Ospitale

La stagione teatrale 2018/19 del Teatro Diego Fabbri di Forlì, che ha segnato l’ingresso di Accademia Perduta/Romagna Teatri a fianco dell’Amministrazione comunale nell’organizzazione e gestione delle attività teatrali, prosegue nel suo obiettivo di consolidare, accrescere e valorizzare il teatro come punto di riferimento centrale nella vita culturale della città. Conclusa la prima parte di stagione, il Diego Fabbri allarga ora i suoi orizzonti con il lancio di una nuova sfida: “Un Altro Teatro”, la stagione di teatro contemporaneo, costruita e realizzata in collaborazione con Città di Ebla/Ipercorpo 2019.

“Un Altro Teatro” è un ulteriore passo nella volontà di aprire il sipario a tutte le possibili forme della rappresentazione, espressione di un lavoro culturale che qualifichi il Diego Fabbri come “progetto totale”. L’intera stagione 2018/19, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Forlì, è stata contraddistinta da importanti e inedite collaborazioni (ne sono esempi quella con la Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto per il cartellone Danza o quella con Luxury Living Group per il restyling del Ridotto). Naturale è stato pertanto il coinvolgimento di Città di Ebla/Ipercorpo 2019, che del teatro contemporaneo è realtà importante e affermata, per tracciare questo nuovo percorso.

Lo spettacolo “Frame” del Teatro Koreja

“Un Altro Teatro” ospiterà alcuni dei più pregevoli artisti di caratura nazionale e internazionale, in grado di proporre visioni e ascolti attraverso la danza, la poesia, la scena che si fa soggetto pittorico, le forme più interessanti della nuova drammaturgia. Un teatro che è dunque avventura all’interno dei mezzi espressivi e avventura all’interno di se stessi. Avventura nello spazio-tempo e nella scena allusiva, virtuale, reale del futuro.

L’appuntamento inaugurale di è affidato a Societas Raffaello Sanzio e Istituto di Ricerca di Arte applicata Societas con Scritto di presentazione di “All’inizio della città di Roma” – Ballo con gli attori del corso di alta formazione “Il ritmo drammatico”, con coreografia firmata da Claudia Castellucci. La coreografia, in scena lunedì 15 aprile alle 21.00 (ingresso gratuito) chiama in causa l’inizio di una delle più estese civiltà europee: quella romana. L’accento, però, è posto sugli albori di un vivere sociale organizzato e non sull’enfasi della conquista territoriale successiva. È qui posta in luce, in termini coreografici, dunque in base a movenze, tragitti e atteggiamenti, la necessità di conoscere il comportamento umano naturale e di porre regole di rispetto verso le persone e le cose in base a un accordo stabile e imparziale. Le decisioni essenziali che originano alcuni moti dell’agire sociale, soprattutto quelli che contraddistinguono le forme iniziali della vita in comune sono qui ripercorse in base a scansioni ritmiche e schematiche di una danza, che sarebbe preferibile chiamare “ballo”, per il suo richiamo folklorico di movimento collettivo e comunitario.

Venerdì 19 aprile alle 21.00 è la vota di “Vocazione” de La Corte Ospitale, ideato e diretto da Danio Manfredini. Si tratta del viaggio di un artista nelle sue paure, desideri e consapevolezze legati alla pratica del suo mestiere. L’artista prende ispirazione da frammenti di opere teatrali dove protagonisti sono gli attori di teatro e da frammenti del suo stesso repertorio di autore. Nel microcosmo del palcoscenico, ritrova nella condizione di altri attori che prima di lui hanno preso la strada del teatro, l’inquietudine dell’uomo: paura del fallimento, della follia, desiderio di evasione, domande sulla propria motivazione, vocazione, paura di perdersi nelle dinamiche relazionali umane, di buttare uno sguardo verso il momento del proprio tramonto e il momento dell’addio alla propria passione.

Il lavoro “F. Perdere le cose” di Kepler-452

“Frame”, terzo appuntamento di “Un Altro Teatro” portato in scena martedì 30 aprile alle 21.00 da Teatro Koreja, in co-produzione con Compagnia Teatropersona e ideato e diretto da Alessandro Serra, si ispira all’universo pittorico di Edward Hopper. Ogni sua opera è stata trattata come un piccolo frammento di racconto dal quale distillare figure, situazioni, parole. Una novella visiva senza trama e senza finale, una porta semiaperta per un istante su una casa sconosciuta e subito richiusa. Di Hopper interessa la capacità di imprimere sulla tela l’esperienza interiore. Ricrearla in scena. Farla vedere, anche solo per un istante. Nei suoi quadri non vi è alcuna intenzione morale o psicologica, egli coglie il quotidiano dei giorni. Opere straordinarie compiute attraverso l’ordinario. Quanto più consuete sono le ambientazioni, abitate da figure semplici, tanto più si rivela la magia del reale.

Si rinnova poi la collaborazione tra ERT Fondazione e Kepler–452, con la nuova produzione “F. Perdere le cose” (regia di Nicola Borghesi), una foto mossa scattata lungo la via Emilia dalla compagnia bolognese. Fulcro del lavoro di Kepler-452, sul palco del Fabbri domenica 12 maggio alle 21.00, è da il rapporto con la realtà e con i cosiddetti “attori-mondo”, non professionisti del teatro coinvolti sulla scena in quanto portatori di un mondo, di una storia. “F. Perdere le cose” è una nuova indagine intorno a una biografia e un nuovo tentativo di coinvolgere sul palco il protagonista della storia. F., infatti, è un protagonista che non può entrare in scena, che non può nemmeno essere nominato per intero, ma indicato da una sola iniziale puntata. La storia nasce da un incontro avvenuto ai margini del tessuto urbano, là dove tende a sfrangiarsi, a farsi rarefatto e oscuro.

Mariangela Gualtieri

L’ultimo appuntamento in programma sarà “Bello Mondo” del Teatro Valdoca, rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri. In “Bello Mondo” la Gualtieri cuce versi tratti da “Le giovani parole” (Einaudi) e da raccolte precedenti, al fine di comporre una partitura ritmica che passa dall’allegretto al grave, dall’adagio fino al grande largo finale, col suo lungo e accorato ringraziamento al bello mondo, appunto, con la sua ancora percepibile meraviglia. Una sezione particolarmente intensa del lavoro, in scena martedì 21 maggio alle 21.00, è dedicata alla madre, in uno scambio in cui i ruoli sbiadiscono e si invertono, in uno sbigottimento di fronte all’inspiegabile disimparare il mondo, allo scolorire dei connotati nella feroce e dolce vecchiaia, al suo insegnamento.

Per prevendite e prenotazioni telefoniche: 0543 26355. La biglietteria diurna (via Dall’Aste) è aperta dal martedì al sabato dalle ore 11.00 alle ore 13.00. Nelle sere di spettacolo la biglietteria serale di corso Diaz apre alle ore 20.00.