NOTTE DI NATALE 2018
Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce…
Carissimi fratelli e sorelle, la notte di Natale, come la notte di Pasqua, parla da sola.
1.Tutto ci parla della presenza e dell’assenza di Dio.
-Ci parlano della presenza di Dio le luci, la vostra partecipazione, il calore in famiglia, il desiderio di pace e di amore che ci unisce. La luce che vince le tenebre ci parla del Signore, una luce che si è accesa e non è mai stata spenta. È la luce del Signore, che lotta con noi contro il male, la violenza, la disumanità.
-Ci parlano dell’assenza di Dio, invece, il buio della notte, l’indifferenza di molti, l’ostilità di alcuni, la chiusura, le guerre, i muri, le divisioni: tutte queste cose ci segnalano l’assenza di Dio. Se Dio per nascere è finito nella grotta di Betlemme, significa che non c’era posto per Lui nella distratta città di Gerusalemme.
Non c’è tenebra che non possa essere vinta dalla luce!
Ma, ci chiediamo: quali sono, oggi, le luci che segnano il cammino di speranza, i percorsi della nostra vita? E quali sono, oggi, le tenebre che minacciano la presenza di Dio e la vita dei poveri, gli amici di Dio?
Arriviamo a Natale un po’ frastornati dai tanti e diversi messaggi che ci circondano. Già nel 1923 Gilbert Chesterton, denunciava il tradimento del Natale impresso dalla mercificazione alla festa più amata che porta al paradosso per cui, mentre aumenta il clamore nell’approssimarsi delle feste natalizie, non altrettanto clamore suscita la festa in sé! Alla frenesia dei giorni, sfiancati, non sappiamo cosa dire al Figlio di Dio. Ci chiediamo: Come ci siamo preparati per arrivare, oggi, fino a qui? Con quale stato d’animo ci apprestiamo a vivere questa festa? In definitiva, cosa ci aspettiamo dal Natale, cosa ci aspettiamo dal Signore Gesù?
Tornando a casa, metteremo la statuina di Gesù bambino nel nostro presepio. Ed è l’operazione più facile che si possa pensare. Per qualcuno, fare il presepio è già più che sufficiente per ricordare e festeggiare il Natale.
Ma – come ci raccomandano i tanti bravi presepisti della nostra diocesi che lodevolmente hanno allestito presepi da più parti – se Gesù non nasce nel nostro cuore, è come se non fosse mai nato.
O, come diceva un mistico del XVII secolo, Angelo Silesio, “nascesse mille volte Gesù a Betlemme, se non nasce in te… tutto è inutile”.
Tutto è inutile, cari fratelli e sorelle, è tutta fatica sprecata fare memoria della nascita di Cristo, se Egli non nasce nel cuore della nostra vita, nelle case e nella società dell’uomo del terzo millennio.
Da molti segnali sembra proprio che si stia perdendo il vero significato del Natale… sta accadendo da tanto tempo, per la verità.
Non possiamo contemporaneamente, per esempio, scambiarci gli auguri di Natale e lasciare al freddo e sulla strada persone che cercano un rifugio per la loro vita.
La prima venuta del Figlio di Dio (la seconda è quando riesce a nascere nel nostro cuore, la terza quando verrà nella gloria), non dimentichiamolo, è stata un fallimento.
Noi ci commuoviamo di fronte a Maria e Giuseppe, di fronte ai pastori o ai magi, che accorsero per adorare il Figlio di Dio (anche se questo bimbo non aveva, apparentemente, nulla di speciale), ma sappiamo bene che il resto del mondo non lo ha accolto, o lo ha ignorato tranquillamente.
In tutti i presepi, c’è sempre la statuina del pastore che dorme. Dorme mentre nasce il Figlio di Dio! Essa è la raffigurazione più rappresentativa della realtà di ieri e di oggi, più di quanto noi pensiamo.
Non mi parla di romanticismo la grotta di Betlemme, perché attorno alla grotta si scatena una lotta, un cruento conflitto tra il bene e il male. Anche oggi, mentre infuria una lotta esasperante contro i poveri, (e non contro le povertà!), tanti dormono, indifferenti. O vinti dalla paura di perdere qualcosa di fronte alle necessità di chi ha bisogno.
Non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo dormire, cari fratelli e sorelle, di fronte al bambino che nasce oggi, nella miseria. Dobbiamo decidere da che parte stare, se dalla parte della luce o da quella delle tenebre, se dalla parte dell’accoglienza o da quella del rifiuto. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Ben sapendo che anche non fare niente o non decidere niente, è comunque una scelta. Dobbiamo dire: oggi è nato per noi il Salvatore con le labbra e con le nostre scelte, assumendoci le nostre responsabilità.
Vieni Signore Gesù, vieni oggi, nella nostra vita, e fa che ti accogliamo. Con intelligenza e generosità.
Natale sei tu,
quando decidi di nascere di nuovo ogni giorno
e lasciare entrare Dio nella tua anima.
L’albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso ai venti e alle difficoltà della vita.
Sei anche luce di Natale quando illumini
con la tua vita il cammino degli altri
con la bontà la pazienza l’allegria e la generosità.
Gli angeli di Natale sei tu
quando canti al mondo un messaggio
di pace di giustizia e di amore.
La stella di Natale sei tu quando conduci
qualcuno all’incontro con il Signore.
Il regalo di Natale sei tu quando
sei un vero amico e fratello
di tutti gli esseri umani.
Tu sei la notte di Natale
quando umile e cosciente
ricevi nel silenzio della notte
il Salvatore del mondo
senza rumori né grandi celebrazioni;
tu sei sorriso di confidenza e tenerezza
nella pace interiore di un Natale perenne
che stabilisce il Regno dentro di te.
Un buon Natale a tutti coloro che assomigliano
al Natale. (Papa Francesco)
I 10 Comandamenti per vivere un Natale cristiano
(liberamente tratto da Padre YOANNIS LAHZI GAID, Palestinese collaboratore di Papa Francesco)
Gesù ti consiglia:
Preparati al Natale: Prepara il presepe: Onora mia Madre e mio Padre…Se questo hai già fatto…
Lasciami un posto libero alla tua tavola: Impara a vedermi in ogni affamato, assetato, nudo, carcerato e ammalato.
Vivi il mio Natale con i tuoi: Ferma la tua vita frenetica trova il tempo per giocare con i tuoi bambini, di ascoltare e di parlare con i tuoi, di uscire insieme ai tuoi. Solo il calore della famiglia è in grado di scaldarci il cuore.
Riconciliati con gli altri: Senza perdono non c’è Natale. È inutile addobbare la casa, il giardino e la strada con luci e alberi di Natale se il rancore e i risentimenti si sono impadroniti di te.
vergognarti del mio Natale:Non nominare il mio Natale invano, trasformandolo in una festa pagana. Non avere paura di dire che questa festa si chiama Natale e non babbo natale. Togliere il mio nome non indicherà mai il rispetto verso i non credenti ma la vergogna dei credenti.
alcuni regali che puoi sempre fare…di regali inutili ne hai già fatti abbastanza: «Al tuo nemico, perdona; Al tuo avversario, offri tolleranza; A un amico, offri il tuo cuore; A un cliente, il tuo servizio; A tutti, dona la carità; A ogni bambino, rendi un buon esempio. A te stesso, offri rispetto» (Oren Arnold).
Ricordati che inizia il tempo di Natale: Fa male vedere i credenti affannati e agitati nel preparare la cena della vigilia di Natale e altrettanto disinteressati a trovare il tempo per santificare il mio arrivo nel mondo. Il Natale non finisce qui…
Ricordati degli anziani e di chi è solo. Il Natale è tempo di gioia ma diventa una frusta sulla schiena della persona che, dopo una lunga vita, si trova sola, abbandonata e dimenticata perfino dai propri figli.
Apri il tuo cuore alla vera luce: la luce che può illuminare e trasformarci, se nasce dentro di noi; la luce del bene che vince il male; la luce dell’amore che supera l’odio; la luce della vita che sconfigge la morte. In realtà ti sto chiedendo di trasformare il mio Natale nel tuo natale a una vita generosa e fruttuosa.
Ecco perché anche io ti auguro un Buon Natale!
Permettetemi di dare a tutti voi il benvenuto nella cattedrale di Forlì, e un saluto particolare a tutti coloro che ci stanno seguendo per televisione attraverso TeleRomagna…
La luce e la pace del santo Natale vincano le tenebre del male e giungano in tutte le famiglie e in tutti i cuori in particolare di coloro che sono soli, di coloro che soffrono. Il Signore viene, accogliamolo con gioia. È Lui la nostra speranza e come gli angeli ai pastori ripeto: non abbiate paura, non siete soli, il Figlio di Dio è con noi.
Chiediamo perdono all’inizio di questa eucarestia per la nostra mancanza di fiducia nella presenza del Signore in mezzo a noi.
+Mons. Livio Corazza