(pubblichiamo l’omelia del vescovo per l’Epifania)

EPIFANIA, FESTA DEI CERCATORI DI DIO

1. Sento molto vicini i magi, la stella, i doni, il ritorno dei Magi. Nel mio stemma c’è la stella cometa. Perché ho scelto, senza tante esitazioni, la stella cometa? Perché, insieme con i Magi, cammina l’uomo di sempre e, da sempre, l’uomo ha bisogno di guardare in alto. E poi perché, proprio come i Magi, anche noi siamo dei cercatori di Dio. “Dov’è il re che è nato, dov’è Gesù?” la loro domanda!

Il loro cammino è pieno di errori:

  • giungono nella città sbagliata,
  • perdono di vista la stella,
  • parlano del bambino con l’uccisore di bambini,
  • cercano un re e trovano invece un bambino povero, che è il Figlio di Dio.

Ma, al tempo stesso, il loro cammino è pieno dell’infinita pazienza di ricominciare, del coraggio di non arrendersi mai, di continuare a fissare gli abissi del cielo fino a bruciarsi gli occhi del cuore (David M. Turoldo).

E, prostratisi, lo adorarono. Adorare un Bambino, non un crocifisso o un risorto: si prostrarono davanti all’infinitamente piccolo.

Per noi è più facile capire che quel bimbo è il Figlio di Dio, perché sappiamo come è andata a finire. Loro hanno la sapienza di fermarsi e adorare un bambino. Arrivano a Dio amando l’umanità di Gesù, ora bambino in braccio a sua madre.

Forse è qui la causa di tanti nostri fallimenti: cerchiamo e adoriamo un potente. Non sappiamo cogliere l’immensa grandezza che si nasconde in ogni atto umano fatto con rettitudine, con amore. Siamo tutti, sempre, in cerca di qualcosa di eccezionale. Di miracoloso. I magi non vedono miracoli.

I Magi ci hanno fatto un dono grande, ci hanno donato la comunità, la gioia dello stare insieme. Gesù, o lo cerchiamo INSIEME (i magi erano tre) o non lo troviamo. Gesù ci ha fatto il grande dono della fraternità, anticipata dai Magi. Gesù è lì dove due o tre sono riuniti nel suo nome, non dove uno è o fa tutto da solo…

 

2. Seconda riflessione. Anche i Magi, dopo tutto, tornano a casa…

Il tema del «ritorno a casa» risuona per cinque volte nei primi due capitoli Luca:

  • Dopo l’annunciazione a Zaccaria: «Quando furono compiuti i giorni del suo ministero, egli se ne tornò a casa sua» (1,23);
  • dopo la visitazione: «Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi, poi se ne ritornò a casa sua» (1,56);
  • dopo la natività: «I pastori intanto se ne ritornarono, glorificando e lodando Iddio, per tutto quello che avevano udito e visto» (2,20);
  • dopo la presentazione al tempio: «ritornarono in Galilea nella loro città di Nazareth» (2,39);
  • gli stessi pastori se ne tornarono lodando Dio.
  • nel vangelo di Matteo, i Magi per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

 

Mi sono chiesto: perché i vangeli insistono sul ritorno a casa? Non credo sia solo una indicazione di luogo. Credo voglia dare a noi lo scopo che tutto quello che ascoltiamo, che celebriamo e che festeggiamo alla fine deve e vuole ritornare nelle nostre case, in famiglia, a scuola e nel posto di lavoro.

C’è sempre un momento in cui le feste finiscono, ed è ora di tornare a casa. Ecco, è proprio questo il momento della verità. È il momento in cui svanisce tutto, come in una grande parentesi, o in cui tutto acquista un significato nuovo, tutto viene visto con uno sguardo nuovo.

Lo scopo di tutte le nostre feste e preghiere è il ritorno alla vita, ma da rinnovati. Il Signore ritorna con noi, nelle nostre case.

3. Un’ultima riflessione.

Anche questa manifestazione è in chiaro scuro, come tutto il vangelo dell’infanzia. Un mescolarsi di luce e di tenebre.

Ci sono dei lontani che si mettono in cammino, e percorrono centinaia di chilometri, e ci sono dei vicini, che, anche dopo aver saputo della nascita, non fanno un metro per andare a vedere, mossi almeno dalla curiosità.

I vicini sono lontani e i lontani sono i più vicini a Gesù.

Da una parte abbiamo i sapienti di Gerusalemme, che studiano e conoscono in modo approfondito le sacre scritture, ma non trovano il Messia e dall’altra abbiamo i sapienti estranei alla tradizione giudaica, che vanno da Gesù seguendo il libro della natura.

Dovrebbe far riflettere anche noi questa cosa, che i vicini pensino di stare con Dio e invece non lo sono.

Sulla coerenza ha tanto insistito anche Papa Francesco e in modo molto duro, parlando dello “scandalo di quelle persone che vanno in chiesa e poi vivono odiando gli altri o parlando male della gente. Meglio non andare in chiesa: vivi così, come un ateo”. Non ha certo detto che è meglio essere atei, ma se vai in chiesa, e vivi come un figlio e vivi come fratello, allora quella è una vera testimonianza, non una contro testimonianza, che diventa scandalo… viviamo da cristiani … quindi sempre…

I magi, poi, venendo da lontano e tornando lontano, rappresentano tutte le genti. Perché il figlio di Dio è venuto per tutti. Tutti sono in grado di accoglierlo, i poveri (rappresentati dai pastori) e i lontani (rappresentati dai Magi). Oggi è la giornata che ci ricorda come Gesù sia venuto per tutti. E davvero tutte le genti lo hanno accolto, perché in tutte le parti del mondo oggi si celebra l’Epifania e si legge questo vangelo.

Infine, i Magi portano doni a Gesù. In queste settimane ci siamo scambiati tanti doni, “ma se foste uno dei Magi, che doni portereste a Gesù?” La domanda aspetta ogni giorno una risposta. Buon anno nuovo!

+Mons. Livio Corazza