Catastrofi naturali e responsabilità: tutto quello che ancora non è stato fatto in Italia

Non possiamo permetterci di perdere altro tempo e altre vite. Le calamità naturali non esistono in natura, esiste solo l’azione dell’uomo, la sua imperizia, l’assenza di comprensione e di rispetto dell’ambiente e delle sue regole, lo sfruttamento delle risorse che si fa spregio per il creato. Mentre piangiamo le molte vittime di questi giorni d’incessante, ma non imprevedibile maltempo, non possiamo non sottolineare il comportamento di chi amministrando la cosa pubblica ha il dovere di non restare immobile.
In Italia molte fonti indicano che quasi il 40% dei Comuni può essere colpito dai terremoti; un decimo del paese è ad altissimo rischio alluvione; il 60% dell’intero patrimonio abitativo deve essere ristrutturato per migliorarne la stabilità e l’integrità. Per non parlare di quello abusivo. È vergognoso mantenere a rischio vite umane e un patrimonio culturale e spirituale, storico e ambientale che il mondo ci invidia. L’Italia va messa in sicurezza; dalle alluvioni come dai terremoti.
Questi dati non dovrebbero sorprendere il Parlamento, eppure, ciò che da noi provoca sfracelli, in altre parti del mondo viene vissuto come parte della quotidianità. La differenza è che in altre parti del mondo (es. i giapponesi) hanno investito parecchio in sicurezza negli ultimi decenni. Non è necessario diventare giapponesi, serve però essere consapevoli. Anni fa, Corrado Clini, ministro dell’ambiente del Governo Monti, disse che per mettere in sicurezza l’Italia sarebbero stati necessari 24 miliardi di euro in vent’anni, una stima poi aumentata a 40 miliardi negli ultimi cinque anni. Cosa si è fatto da allora: nulla o quasi!
Come dicevamo all’inizio, non possiamo più aspettare. Non possiamo giocare con la fortuna e il caso, specie di fronte ai cambiamenti climatici che stanno interessandoci. Lo Stato ha il dovere di investire per la sicurezza dei suoi cittadini e del suo patrimonio storico, culturale e ambientale. La vita delle persone vale più di un vincolo di bilancio. Semmai l’Europa ha il dovere di aiutarci, sostenerci e non lasciarci soli.
EDOARDO RUSSO, presidente di Azione Cattolica della Diocesi di Forlì-Bertinoro