Fai Cisl Romagna: no alla reintroduzione dei voucher

Il segretario generale Fai Cisl Romagna Francesco Marinelli

Voucher. Se ne parla tanto, ma li conosciamo? Spesso nel nostro Paese dove tutti sono allenatori della nazionale di calcio, in tanti si improvvisano anche conoscitori delle materie cosiddette giuslavoristiche, ovvero delle norme che regolano il mondo del lavoro. Vediamo allora di conoscere più da vicino questo “animale strano” chiamato  voucher con l’aiuto di Francesco Marinelli, il segretario generale Fai Cisl Romagna, il sindacato che rappresenta circa 5.200 lavoratori del settore agroalimentare romagnolo.

“Il sistema dei voucher fu introdotto nel lontano 2003 col Governo Berlusconi –introduce Marinelli – per regolare il lavoro puramente occasionale, infatti l’uso era in agricoltura per remunerare studenti, pensionati e casalinghe durante la vendemmia. Poi, nel corso degli anni, l’utilizzo è stato esteso anche ad altri settori (che ne hanno fatto uso spropositato) e lavoratori. Nel 2017 tutti i voucher furono aboliti per volontà del Governo Gentiloni.”

“Passando agli aspetti della retribuzione e della contribuzione ai fini pensionistici – continua il segretario cislino – del valore nominale del voucher al lavoratore restava il 75%, mentre  il 13% andava alla copertura previdenziale, il 7% all’Inail e il 5% per la gestione del servizio. Il canale più comune dove acquistare i voucher erano i tabaccai abilitati. Nel 2016 ne sono stati venduti oltre 145.367.954 contro i 535.985 del 2008. Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna le regioni che ne hanno fatto maggior uso. Il numero delle persone retribuite con i voucher è pari a circa 1,5 milioni. Oltre il 50% è stato impiegato in industria, edilizia e trasporti, il 17% in vari settori, il 15% circa nel turismo,  il 13% nel commercio, il 3% nei lavori domestici ed infine l’agricoltura con solo il 2% circa.”

“I numeri parlano chiaro – afferma Marinelli – se osserviamo  i dati è del tutto evidente che il settore agricolo è quello dove c’è stato il minor utilizzo dei buoni lavoro. Quindi i voucher  nel comparto agricolo sono assolutamente inutili, poiché da sempre in questo comparto sono presenti gli strumenti contrattuali per garantire la massima flessibilità necessaria alle imprese agricole e la giusta retribuzione, contribuzione previdenziale e assistenza ai lavoratori. Aspetti importanti che i voucher non coprono.”

“È paradossale che questo nuovo Governo che sostiene di voler ridurre la precarietà – aggiunge Francesco Marinelli – voglia introdurre nuovamente i voucher che in realtà abbassano le tutele per quei settori che già prevedono forme di flessibilità”. Per questo la Cisl ritiene che l’uso dei voucher possa essere riservato esclusivamente per attività puramente occasionali e per i settori in cui i contratti di lavoro non prevedano tipologie di lavoro flessibile.

“Per tutte queste ragioni – conclude il segretario generale della Fai Cisl Romagna – i sindacati nazionali di categoria dell’agroalimentare o hanno deciso in modo unitari di proclamare dal 24 al 26 luglio una mobilitazione dei lavoratori del settore e dei cittadini nonché un presidio davanti alla Camera dei Deputati proprio durante la discussione del cosiddetto decreto dignità.”