Camera di Commercio: dai primi dati del 2018, lo scenario è positivo per Forlì-Cesena

Da sinistra, Paolo Lucchi (sindaco di Cesena), Fabrizio Moretti (presidente Camera di Commercio) e Cinzia Cimatti (responsabile Ufficio Studi e Statistica Camera di Commercio)

Dai primi dati 2018 dell’Osservatorio economico camerale, elaborati dall’Ufficio Statistica e Studi, emerge che il sistema produttivo di riferimento della Camera della Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sta registrando performance positive nei principali comparti produttivi: in aumento le esportazioni, in crescita la produzione industriale, in lieve aumento il volume d’affari nel settore edile, in diminuzione la cassa integrazione straordinaria e in lieve miglioramento il saldo occupazionale. Difficoltà si registrano invece per il composito comparto agricolo e per il commercio al dettaglio. Problemi di redditività diffusi. La dinamica dei prestiti bancari, anche se in miglioramento, resta ancora critica (soprattutto verso le imprese), così come l’incidenza delle sofferenze. Nel complesso, le previsioni Prometeia per l’anno in corso, elaborate ad aprile, attestano una crescita del valore aggiunto pari all’1,6% per il territorio Romagna.

“In un contesto internazionale caratterizzato da instabilità geopolitiche, protezionismo, turbolenze dei mercati finanziari di alcuni paesi emergenti nonchè, nel nostro Paese, dall’avvio di una nuova legislatura e da segnali di rallentamento dovuti al clima di incertezza – ha dichiarato il presidente della Camera di Commercio Fabrizio Moretti – il nostro territorio, nonostante alcune criticità, sta evidenziando dinamismo e risultati positivi in alcuni dei principali settori produttivi. Come Camera di Commercio siamo quotidianamente impegnati nella sfida di coinvolgere un numero sempre maggiore di imprese in percorsi di stabilizzazione della ripresa attraverso l’innovazione e l’internazionalizzazione e, insieme ai principali attori della governance, stiamo lavorando con impegno per promuovere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva per il presente e per il futuro del nostro sistema economico e sociale”.

La circoscrizione territoriale della Camera di commercio della Romagna al 31 dicembre 2017 ha una superficie di oltre 3.240 chilometri quadrati, 55 Comuni e 731mila abitanti (di cui il 10,7% stranieri). Nel 2017 la stima del valore aggiunto (dati Istituto Tagliacarne) del territorio Romagna è stata pari a 20,2 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto pro capite è di 27.648 euro. Al 31 marzo 2018 sono presenti 88.014 localizzazioni attive (sedi e unità locali) di cui 71.050 sedi di impresa attive; l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 97 imprese attive ogni mille abitanti (90 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). Al 31 maggio 2018, i principali settori di attività economica del territorio Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) sono quello dei servizi (25,6% del totale delle imprese attive), il commercio (24,1%), le costruzioni (14,6%), agricoltura e pesca (12,7%), il turismo (10,5%) e la manifattura (9,1%).

I numeri delineano una realtà imprenditoriale articolata e intraprendente, caratterizzata da importanti specializzazioni e filiere: un mix produttivo composito nel quale alla rilevanza di un solido posizionamento nel settore primario (agricoltura e pesca) e secondario (manifattura) si affianca il ruolo di grande rilievo del terziario tradizionale (commercio, turismo) e di quello sempre più promettente del terziario avanzato e dei “grandi servizi” (cultura, università, sanità). Le previsioni di crescita del valore aggiunto (Prometeia) per il 2018 e il 2019 sono pari a +1,6% per ciascun anno, lievemente inferiori ai dati regionali ma superiori a quelli nazionali.

Tenuto conto dello scenario generale di incertezza e generale rallentamento, i primi dati del 2018 confermano, nel complesso, un buon andamento dell’economia provinciale. Sostanzialmente stabile il numero di imprese attive (in linea con quella regionale), prosegue la crescita della produzione industriale – con valori positivi nei principali comparti del settore manifatturiero ed in particolare nelle imprese di piccole dimensioni. Si registra una buona performance delle esportazioni nei primi tre mesi dell’anno, una ripresa del mercato del lavoro (testimoniata dalla decisa contrazione delle ore di Cig autorizzate, soprattutto quelle della straordinaria, e dall’aumento delle attivazioni lavorative) e una ripresa del settore edile (confermata da un incremento del volume, d’affari). Tra le note negative vanno sottolineate le problematiche strutturali del comparto agricolo le difficoltà del commercio al dettaglio (negli esercizi della piccola e media distribuzione), il decremento dei flussi turistici (anche se aumentano i turisti stranieri), la contrazione dei prestiti alle imprese e l’elevata incidenza delle sofferenze bancarie. Le prospettive per il 2018 e 2019, secondo gli scenari di previsione predisposti da Prometeia (aggiornati ad aprile), indicano una crescita del valore aggiunto provinciale pari all’1,6% per ciascun anno.

Il tessuto imprenditoriale provinciale, al 31 maggio 2018, è costituito da 37.059 imprese attive (sedi), sostanzialmente stabile (-0,6% rispetto al medesimo periodo del 2017); l’imprenditorialità è particolarmente diffusa: 94 imprese attive ogni mille abitanti (91 in Emilia-Romagna, 85 in Italia). I settori maggiormente significativi in diminuzione sono: commercio, agricoltura, costruzioni e manifatturiero; in aumento, invece, i servizi di alloggio e ristorazione, le attività di servizi professionali e tecnici e, soprattutto, i servizi alle imprese.

Più della metà (il 58,0% del totale) sono imprese individuali, mentre le società di capitale, pari al 17,5% del totale, rappresentano una quota progressivamente crescente. Riguardo alla dimensione d’impresa, il 93,6% del sistema imprenditoriale provinciale è costituito da imprese con meno di 10 addetti. Le start up innovative al 25 giugno 2018 sono 61, in crescita rispetto a giugno 2017 (+8,9%).

In lieve flessione il numero delle imprese artigiane (12.035 al 31 marzo 2018; -0,4% rispetto allo stesso periodo del 2017), così come cala, in misura più netta, il numero delle imprese cooperative (527 al 31 mggio 2018; -1,1% annuo). In merito all’andamento dei principali settori, risulta in calo dell’1,7% la consistenza delle imprese agricole attive (6.587 unità al 31 maggio 2018), rispetto al 31 maggio dell’anno precedente.

L’andamento meteo-climatico risulta anomalo: da qui deriva un ritardo su tutte le coltivazioni. Si segnalano grandinate nel mese di giugno che hanno causato danni alle colture. Le operazioni di raccolta dei cereali sono state avviate in ritardo. Gli operatori del settore stimano una contrazione delle quantità raccolte di circa il 10%, mentre la qualità, allo stato attuale, è giudicata buona. I foraggi presentano tagli ritardati e quantità ridotta; i prezzi sono in ripresa. Con riferimento alle colture frutticole, si segnalano ritardi nelle produzioni e flessione delle rese per ettaro. Forte contrazione della quantità raccolta di albicocche; le fragole hanno subito le avversità meteorologiche, come in parte le ciliegie. Per le pesche e le nettarine, gli operatori del settore riportano una scarsa produzione ma una pezzatura buona e quotazioni soddisfacenti.

In continua riduzione il patrimonio zootecnico. Quotazioni per bovini e ovini stazionarie ma non soddisfacenti. Per i suini si conferma una lenta ripresa dei prezzi. Per il comparto avicolo: pollo da carne (franco allevamento) prezzo in ripresa (+11,7%, media gennaio-giugno 2018 sul medesimo periodo dell’anno precedente); uova: prezzo in aumento (+10,6%, media gennaio-giugno 2018 sul medesimo periodo dell’anno precedente).

Note positive per le attività manifatturiere: su base annuale (1° trimestre 2018: media degli ultimi 12 mesi rispetto ai 12 mesi precedenti) gli indicatori, derivanti dall’indagine congiunturale della Camera della Romagna, segnalano valori in aumento: produzione +6,7%, fatturato +8,0%, ordini interni +7,2%, ordini esteri +5,4% e occupazione +4,0%. Per le imprese manifatturiere della provincia la favorevole fase congiunturale sembra quindi consolidarsi. La crescita della produzione segna valori superiori alla media nei comparti “alimentare”, “macchinari” e “mobili”; positiva la performance produttiva per “prodotti in metallo”, “calzature”, “confezioni” e “chimica e plastica”; negativa per il comparto del “legno”. Le aspettative degli imprenditori per il secondo trimestre sono di ulteriore crescita della produzione, sostenuta da un andamento positivo degli ordini. Dal punto di vista strutturale, si rileva però un calo dello 0,9% della consistenza delle imprese manifatturiere attive al 31 maggio 2018 (3.604 unità), rispetto al medesimo periodo del 2017.

Per il settore delle costruzioni, continua la flessione nel numero delle imprese attive: al 31 maggio 2018 sono 5.596 (-1,1% rispetto al 31 maggio 2017). Positiva, invece, la dinamica del fatturato del settore; secondo la rilevazione di Unioncamere Emilia-Romagna, infatti, nel primo trimestre 2018 il volume d’affari risulta in deciso aumento (+5,2% in termini tendenziali), con le previsioni degli imprenditori per il secondo trimestre sostanzialmente positive.

Riguardo al commercio al dettaglio, le vendite nel primo trimestre 2018, rispetto allo stesso del 2017, risultano in diminuzione (-1,0%); le performance sono differenti per i vari comparti (alimentare: +2,7%, non alimentare: -2,3%, supermercati/iper: +1,4%) e per classe dimensionale (piccola distribuzione: -2,0%, media distribuzione: -0,6%, grande distribuzione: +0,1%). In termini di numerosità, poi, risultano in calo le imprese del commercio al dettaglio (4.158 aziende, -1,5%). Diminuisce, inoltre, anche la consistenza delle imprese nel settore del commercio nel suo complesso (all’ingrosso, al dettaglio e riparazioni autoveicoli), con 8.233 imprese al 31 maggio 2018 (-1,4% rispetto al 31 maggio 2017).

Buoni risultati per l’export provinciale nel primo trimestre del 2018: +2,4% rispetto ad analogo periodo 2017 (+4,6% per l’Emilia-Romagna e +3,3% per l’Italia). Risultato positivo per le esportazioni dei prodotti in metallo (+12,5%), degli articoli sportivi (+6,9%), dei prodotti dell’agricoltura (+10,9%) e degli apparecchi elettrici (+10,1%); negativo per l’export dei macchinari (-6,2%) e delle calzature (-8,4%). Le esportazioni verso i Paesi della UE (che incidono per il 61,5% del totale delle esportazioni provinciali) crescono del 6,7%, grazie soprattutto a Germania (+6,0%) e Regno Unito (+16,6%); tra le altre macro aree di destinazione maggiormente significative, cresce quella relativa ai Paesi Europei non UE (+1,1%) mentre calano i flussi verso l’Asia Orientale (-4,9%) e l’America Settentrionale (-7,3%). Le importazioni provinciali, nel complesso, registrano un decremento del 2,7%.

Le imprese attive che erogano servizi di alloggio e ristorazione, (2.774 unità al 31 maggio 2018), rispetto al 31/05/17, risultano in aumento (+0,9%). Nei primi quattro mesi del 2018, il movimento turistico presenta però dati in flessione: arrivi -5,1% e presenze -17,4%, causa una diminuzione del turismo nazionale (-6,3% di arrivi e -22,8% di presenze), cui si contrappone un incremento di quello estero (+3,9% di arrivi e +14,1% di presenze). In diminuzione anche il volume d’affari registrato nel primo trimestre dell’anno (-2,0% rispetto al medesimo periodo del 2017), in base alle rilevazioni congiunturali di Unioncamere Emilia-Romagna.

Le imprese attive nel settore “trasporti di merci su strada” sono in calo annuo dell’1,4% (1.071 unità al 31 maggio 2018), analogamente alla dinamica del settore principale, trasporti e magazzinaggio (1.357 unità, -1,3%).

Le elaborazioni Istat sulle forze di lavoro relative all’anno 2017, rilevano un tasso di attività (71,6%) inferiore al dato regionale (73,5%) ma migliore della media nazionale (65,4%); un tasso di occupazione provinciale 15-64 anni (66,5%) inferiore al dato regionale (68,6%) e migliore di quello nazionale (58,0%); un tasso di disoccupazione provinciale 15 anni e più (7,0%) lievemente superiore al dato regionale (6,5%) e migliore del livello nazionale (11,2%); un tasso di disoccupazione giovanile provinciale 15-24 anni (18,8%) inferiore al dato regionale (21,3%) e a quello nazionale (34,7%).

Nel 1° trimestre 2018 aumentano le attivazioni di lavoro dipendente (+0,4% rispetto al 4° trimestre 2017), con un saldo occupazionale (differenza tra numero dei rapporti attivati e cessati) positivo (+533 posizioni lavorative); buone le performance in agricoltura (+436 posizioni lavorative) e nel commercio e turismo (+500). Relativamente al ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni, nel periodo gennaio-maggio 2018, risultano autorizzate n. 732.065 ore totali in flessione (-56,8% rispetto ad analogo periodo 2017); in forte calo la Cig Straordinaria (-71,1%) e quella dei principali settori (manifatturiero: -47,0%, costruzioni: -73,6%, commercio: -43,9%).

Riguardo all’andamento del credito, a marzo 2018 i prestiti bancari alle imprese risultano in diminuzione (-1,4% rispetto al medesimo periodo del 2017), anche se in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti; la flessione è maggiore per quelli verso le piccole imprese (-3,5%). Tra i macrosettori di attività economica, la contrazione dei prestiti si riscontra soprattutto per le costruzioni (-7,0%). I prestiti alle famiglie risultano invece in aumento (+2,7%). Le sofferenze sui prestiti totali, al primo trimestre 2018, sono state pari al 10,39% (Emilia-Romagna: 9,57%, Italia: 7,44%). Il ritmo di crescita delle nuove sofferenze rilevato in provincia nel primo trimestre 2018 (+2,5%) appare in linea con quello regionale (+2,3%) (fonte: Banca d’Italia – Ufficio Ricerca Economica di Bologna).

Gli scenari di previsione predisposti da Prometeia e aggiornati ad aprile, infine, stimano, per la provincia di Forlì-Cesena, un aumento del valore aggiunto dell’1,6% per il 2018 (Emilia-Romagna +1,8%; Italia +1,5%) e per il 2019 un incremento dello stesso sempre dell’1,6% (Emilia-Romagna +1,7%; Italia +1,4%).