Area Sismica, in scena lo spettacolo “E’ bal” a cura di Teatro delle Albe

Da sinistra Roberto Magnani e Simone Marzocchi

La rassegna di “Musica Extra-Ordinaria” di Area Sismica propone al proprio pubblico un evento un po’ diverso dal solito: si tratta di “E’ bal”, uno spettacolo di ricerca vocale-musicale in dialetto romagnolo a cura di Teatro delle Albe, che Roberto Magnani e Simone Marzocchi hanno tratto dall’omonimo testo del poeta Nevio Spadoni. Una coinvolgente fusione tra i mondi sonori creati dal polistrumentista Marzocchi e la teatralizzazione fonetica di Magnani.

“E’ bal” racconta la storia di Ezia, donna emarginata di un paese della campagna romagnola, vittima delle dicerie della gente, continuamente in cammino alla ricerca di un uomo da sposare. Questo suo andare in cerca, assomiglia a un ballo, un continuo sgambettare che smuove tutto il corpo della giovane donna. Ezia è vittima a suo dire, di un abbandono: il grande amore della sua vita l’ha lasciata sola e per questo motivo viaggia senza sosta per cercare di rimpiazzare il vecchio fidanzato ormai fra le braccia di un’altra donna. Ma il tempo passa, gli anni volano, e il ballo di Ezia si fa stanco e sgraziato, il decadimento fisico è accompagnato da una perdita progressiva della ragione, Ezia comincia a perdere la lucidità, ad avere le allucinazioni, ricorda solo una vecchia giostra, teatro, a quanto pare, del primo incontro con quel cavaliere che l’ha lasciata sola a ballare questa danza folle – che assomiglia a un sogno – che è la vita.

Roberto Magnani, dopo essersi confrontato con l’Odiséa di Tonino Guerra nel 2009, accetta dunque questa nuova sfida con il dialetto romagnolo, intendendolo come lingua incarnata, pozzo da cui attingere visioni e immaginario, un contatto con i fantasmi dei nostri antenati, e contrappuntato dai mondi sonori evocati da Simone Marzocchi, racconta, alternando ferocia, disincanto e mestizia, la storia di Ezia. Una storia che, proprio per il continuo peregrinare della protagonista, per il continuo movimento assomiglia a un ballo, “e’ bal”, appunto. Ma è il testo stesso, scritto da Nevio Spadoni in quinari, a essere un ballabile, trascendendo il significato delle parole – quelle che sfuggono si capiscono comunque “a pelle”, in maniera intuitiva – e dando a Magnani la possibilità di arrivare al pubblico quasi in maniera fisica, pur restando immobile, con il dialetto a teatralizzare foneticamente lo scoramento della protagonista e la perfidia dei suoi compaesani. Il lavoro entra in una scia ventennale di alchimia tra la penna dialettale di Spadoni e la ricerca vocale-musicale delle Albe e in particolare di Ermanna Montanari, che ha già fruttato capolavori come Luṣ e L’isola di Alcina.

Roberto Magnani si avvicina giovanissimo al Teatro delle Albe, partecipando ai laboratori della non-scuola. Dal 1998 entra a far parte stabilmente del Teatro delle Albe e lavora in tutti gli spettacoli successivi della compagnia e diventa guida della non-scuola. Nel 2009 debutta con Odiséa di Tonino Guerra cui segue “E’ bal” di Nevio Spadoni. Ha pubblicato su riviste e ha partecipato a trasmissioni radiofoniche di Radio Rai 3. È tra i protagonisti del primo film del Teatro delle Albe, Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi.

Simone Marzocchi è musicista, compositore e didatta. Diplomato in tromba sotto la guida del M° Andrea Patrignani presso l’istituto pareggiato “G.Verdi” di Ravenna, è oggi prima tromba dell’Orchestra Arcangelo Corelli di Ravenna e del quartetto di ottoni Youbrass ensemble; collabora come musicista e compositore con il Teatro delle Albe, la compagnia Un’Ottima Lettera, l’associazione RiBellarti, i gruppi Xtravagance Core, 64 Slices of American Cheese, Johnny & Mongo.

Il ravvenate Nevio Spadoni è autore di diverse raccolte liriche specialmente in romagnolo, e di lavori teatrali scritti per Ravenna Festival e Ravenna Teatro, rappresentati anche all’estero. Tradotto in più lingue, e inserito in antologie italiane e straniere, ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti come poeta e come drammaturgo. Di lui si sono occupati numerosi scrittori e critici.

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