Pellegrino Artusi detective: lo chef forlimpopolese protagonista di una raccolta di gialli

Da sinistra Giordano Conti, presidente di Casa Artusi, lo scrittore Carlo Lucarelli e il comico Vito

Anche il letterato gourmet e gastronomo per eccellenza del Belpaese e la sua fida assistente hanno vestito i panni di Sherlock Holmes l’uno e di Watson l’altra: questa è la sfida lanciata da “Brividi a Cena”, la collana delle Edizioni del Loggione a 21 autori di “Bottega Finzioni”, la scuola di scrittura fondata da Carlo Lucarelli, con la raccolta “Misteri e manicaretti con Pellegrino Artusi”.

A vestire i panni del detective d’azione è Pellegrino Artusi che, insieme a Marietta Sabatini, diventa protagonista di 15 racconti gialli di ambientazione ottocentesca. Toccando diverse città italiane, tra cui la Romagna e Forlimpopoli, al centro di ogni racconto c’è una ricetta e la storia di come l’Artusi ne sia venuto a conoscenza e, dietro ogni manicaretto, un omicidio e un mistero da risolvere. Sarà compito proprio del baffuto gastronomo, con il suo acume, quello di scovare il colpevole e lo farà con la stessa maestria e disinvoltura con cui scova i prelibati piatti che compongono il suo Manuale. Sullo sfondo un Regno d’Italia in divenire che trova la sua unità anche in cucina.

Del resto non è la prima volta che il gastronomo forlimpopolese veste i panni del detective d’assalto. Già nel 2011 Marco Malvaldi ne aveva esaltato le doti da investigatore in un noir colto e divertente: “Odore di chiuso”.

“Bottega Finzioni e Casa Artusi hanno un rapporto di collaborazione e questo è solo il primo di tanti progetti che vogliamo realizzare”, commenta il presidente di Casa Artusi Giordano Conti. “Si tratta di un libro per molti aspetti sorprendente non solo perché unisce tanti giovani scrittori attorno alla figura di Pellegrino Artusi, ma anche perché dimostra come ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’ stia ancora dando i suoi frutti come continua fonte di ispirazione. Il grande merito dell’Artusi sta proprio nel non aver scritto un semplice libro di ricette, ma di aver riportato le storie, i luoghi e le tradizioni che si nascondano dietro ogni piatto”.

Lo stesso Lucarelli, nella prefazione al libro, scrive: “non stupisce che ‘La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene’ sia molto di più di un libro di ricette. Pellegrino Artusi è stato un intellettuale, un filosofo della cucina, un narratore. Il suo nome risuona da più di un secolo nelle cucine italiane. Attraverso le 790 ricette che appaiono ne La scienza in cucina, Artusi ha raccontato l’evolversi del giovane Regno d’Italia, le usanze e i valori di quell’epoca”.