Eugenia Ricci: tante le testimonianze e la commozione per il suo funerale

Eugenia Ricci

Mercoledì 7 marzo si è svolto presso la chiesa di S. Lucia il funerale di Eugenia Ricci, sorella di don Franceso Ricci. Grande il conrdoglio e la partecipazione alla cerimonia, nel corso della quale è stata data voce a più di una testimonianza in ricordo di Eugenia.

La prima testimonianza è stata quella di don Enrico Casadio: “Eugenia Ricci ha fatto parte della comunità di Santa Lucia e di Premilcuore e della vita di tante persone. Donna attiva, determinata: la sua è una vita segnata dal limite. Di recente era solita dire: ‘Ho l’impressione che il Signore guardi da un’altra parte’. Il limite è un passaggio di cammino nella fede. Eugenia era affezionata a Premilcuore, dove, in gioventù, aveva vissuto il problema dell’esilio. Ha avuto cura della memoria del fratello don Francesco Ricci. Per lei, calza a pennello il personaggio evangelico di Marta. Ha tenuto vivo il ricordo del fratello sacerdote, dandosi da fare e salvando i suoi libri, i tanti giornali e le sue cose, sistemate in parte a Forlì e in parte a Roma presso l’istituto San Carlo. Quando, le ho portato l’olio degli infermi, ha pregato e alla domanda “Credi nel Signore Gesù Cristo?”, con un filo di voce ha risposto “Credo”.

 

È seguita la testimonianza del parroco di Premilcuore don Davide Bruschini: “La vita di Eugenia si può riassumere in due momenti, quello di gioia e di dono nel suo impegno per il mercatino in aiuto delle missioni,  e quello della fatica intellettuale, nel quale condivideva i problemi dei missionari in riferimento alla giustizia e alla testimonianza cristiana. È stata testimone di don Franceso nella crescita della fede e nella memoria di fedeltà e determinazione. È stata un esempio per noi: Eugenia ha saputo trasmetterci conoscenza e capacità di analisi. Arguta, aperta e colma di scienza, ci ha trasmesso speranza. Con il suo bastone e la sua busta di offerte per i missionari, era un costante aiuto. Era schietta, diretta, cicchetti non mancavano, ma nemmeno premure. Era la “lungona” che portava il thermos per chi era impegnato e di turno nei banchi. Quando la incontravo, la mia battuta preferita era: ‘Ti trovo ingrassata di qualche grammo”.

Non è mancato nemmeno un messaggio arrivato dalla Costa d’Avorio: “Sei stata per una mamma. Firmato: il tuo figlio acquisito”.