Il duello tra morte e vita

Morte e vita si battono ancora in un prodigioso duello. “L’Europa si deve preparare alla guerra”. “Possiamo ancora accettare che solo la guerra sia la soluzione dei contrasti? Ripudiarla non significa arrestarne la progressione o dobbiamo aspettare l’irreparabile per capire e scegliere?”. Il primo appello è stato lanciato da alcuni premier e dall’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell. Il secondo dal cardinale Zuppi, all’inizio del Consiglio permanente della Cei. Due appelli che segnalano il momento drammatico che stiamo vivendo. Continua Zuppi, indicando la strada anche per la Chiesa: “Di fronte ad una cultura che sembra essere assuefatta alla guerra, ad un aumento incontrollato delle armi e ad un sistema economico che beneficia della corsa agli armamenti, occorre riprendere il dialogo tra Chiesa e mondo attraverso cammini educativi che offrano alternative alle logiche ora dominanti”. Siamo appena entrati nella “settimana santa”, durante la quale, passo dopo passo, i cristiani rivivono le ultime ore terrene di vita di Gesù prima della crocifissione. La “settimana santa” non si conclude con la vittoria della morte ma della vita, non solo di Cristo. Gesù sulla croce sembra sconfitto e, invece, rifiorirà il suo corpo e il corpo di tutti coloro che condividevano il suo Vangelo. I cristiani non possono arrendersi di fronte ai messaggi di morte. Il duello continua, ma è un duello che si può vincere già qui e ora.
E la Chiesa su questo si impegna con forza: “È urgente lavorare a più livelli per essere costruttori di fraternità, favorendo il dialogo – con una particolare cura di quello ecumenico e interreligioso – con la società e con le istituzioni”. Fatti di risurrezione, nella nostra comunità forlivese, ringraziando Dio, ci sono. Sono semi concreti e veri di speranza che favoriscono il dialogo fra culture, confessioni cristiane, religioni e nazionalità diverse. Alle tante emergenze di questi anni, la società civile ed ecclesiale ha risposto con grande impegno e prontezza, in coerenza con una storia di accoglienza delle persone fragili che caratterizza il nostro territorio.
L’amore per la vita in tutte le sue espressioni è più forte delle minacce di morte che sembrano talvolta prevalere ed è un bel segno concreto di speranza e di contributo alla pace. Le stesse comunità cristiane, messe alla prova di fronte a cambiamenti epocali profondi, sono chiamate a rinnovare la disponibilità a mettersi a servizio del Regno di Dio. Siamo consapevoli che nel Vangelo c’è la chiave per aprire le porte dei cuori alla pace. Una via non facile, ma che termina davanti ad un sepolcro vuoto e non sul calvario! Cristo è risorto, è veramente Risorto! Buona Pasqua.

+Livio Corazza