Bar aperti e circoli chiusi, Aics: basta discriminazioni, il Governo intervenga

“Devono sottostare alle stesse regole igienico sanitarie dei bar, ma non hanno gli stessi diritti. Da oltre tre mesi, i circoli culturali e ricreativi del Paese sono chiusi anche nei loro servizi di somministrazione di cibi e bevande: una discriminazione insopportabile e ingiusta. Bene ha fatto il Forum del Terzo Settore a intervenire: il danno sociale creato dalla chiusura di ogni servizio lascia ancora più soli i nostri giovani e i nostri anziani”. Così Bruno Molea, presidente dell’Associazione Italiana Cultura Sport, ente di promozione sportiva e sociale che annovera tra i suoi affiliati un migliaio di circoli culturali e ricreativi con licenza di somministrazione alimenti e bevande, si unisce all’appello al Governo appena lanciato dalla portavoce del Forum Claudia Fiaschi.

“La posizione della portavoce Fiaschi – commenta Molea – è stata condivisa ieri nel corso del coordinamento nazionale del Forum: ancora una volta, nei riguardi del Terzo Settore si consumano discriminazioni incomprensibili, forse frutto di una scarsa conoscenza delle nostre peculiarità. Per i circoli culturali e ricreativi, che tanti servizi e occasioni di socialità offrono alla parte più sola della nostra popolazione, come gli anziani, la somministrazione di alimenti e bevande è un’importante forma di autofinanziamento. Fermarli del tutto già mette a dura prova la loro sopravvivenza: vietare anche attività da asporto, già concessa a bar e ristoranti, decreterebbe la loro morte certa”.

Non solo un danno economico, rimarca Molea. Ma soprattutto sociale. “Quando sarà possibile ripartire, che ne sarà delle nostre periferie e dei nostri centri più piccoli, dove i circoli culturali sono presìdi sociali e di legalità? A pagare saranno ancora una volta i nostri giovani e i nostri anziani, tra i più penalizzati da isolamento e pandemia. Il Governo corra ai ripari, mettendo fine a questa stortura”, conclude Molea.