Nidil Cgil, tanti i lavoratori atipici e precari esclusi dal sostegno al reddito

Si pubblica la nota diffusa dalla segreteria NIdiL Cgil di Forlì rispetto alle misure di sostegno al reddito che vedono escluse le categorie dei lavoratori atipici e precari.

Il 13 ottobre 2020 è stato convertito in legge il Decreto Agosto (D.L. 14 agosto 2020 n. 104) contenente le
misure urgenti per il sostegno ed il rilancio dell’economia. Purtroppo, come denunciato anche da NIdiL Cgil nei mesi scorsi, si confermano escluse oltre mezzo milione di persone con rapporti di lavoro atipici e precari che rimangono senza misure di sostegno al reddito. Ciò avviene proprio in questo autunno che ci sta ricordando che l’emergenza sanitaria non è affatto finita, e la platea delle misure economiche a tutela delle forme di lavoro più precarie necessita di ampliarsi piuttosto che assottigliarsi.

Nonostante le nostre richieste, sono rimasti nuovamente sprovvisti di ogni indennità i collaboratori occasionali non iscritti alla Gestione Separata Inps perché con redditi inferiori ai 5mila euro annui. Tra gli esclusi anche tutti i titolari di Partita Iva iscritti alla G.S. Inps. Si tratta di tantissimi lavoratori autonomi, anche nel nostro territorio, impiegati in settori (come la cultura, il turismo, la formazione) tra i più colpiti dalla crisi; rientrano tra questi anche i collaboratori occasionali del settore del food delivery, i riders, considerati fondamentali nei giorni più duri del lockdown. Niente da fare per i collaboratori coordinati continuativi (co.co.co.) con contratti sospesi, senza reddito, che si ritrovano di fatto in un limbo, impossibilitati ad accedere alla Dis-Coll, poiché ancora titolari di un contratto, e ad altre indennità. Dimenticati ancora i somministrati con contratti stagionali colpevoli di essere impiegati in settori diversi dal turismo e dagli stabilimenti termali (pensiamo ad esempio agli stagionali agricoli dipendenti delle Agenzie per il Lavoro).

Confermata anche l’esclusione del personale sanitario in somministrazione dai trattamenti economici accessori ed integrativi riservati ai lavoratori della sanità pubblica impiegati nella gestione dell’emergenza sanitaria covid. Stato e Regioni, nonostante i solleciti del sindacato per l’applicazione del principio di parità di trattamento tra somministrati e lavoratori diretti previsto dalla legge, non li hanno evidentemente ritenuti meritevoli al pari dei colleghi dipendenti pubblici del comparto sanitario. Ora più che mai ribadiamo con forza il nostro disappunto e la necessità di una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali che includa chi oggi non ha alcuna protezione nei periodi di disoccupazione e di calo dell’attività. Non possiamo più consentire che vi siano lavoratori di serie A e di serie B e che restino senza tutele proprio i più fragili.