Lavoro fisico e affaticamento: uno studio per calcolarne la relazione

Parte uno studio – a cui parteciperanno l’Università di Ferrara Dipartimento di Scienze biomediche e chirurgico specialistiche (Sezione di Scienze Motorie, la Clinica del Lavoro “Luigi Devoto” di Milano e Formula Ambiente Spa, azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in numerosi comuni d’Italia) – per calcolare in maniera oggettiva la fatica che comporta il lavoro di raccolta dei rifiuti Porta a Porta.

La raccolta dei rifiuti porta a porta si effettua ormai nel 64% dei comuni italiani (Ispra 2017) e, anche se assicura una miglior differenziazione dei rifiuti, comporta un peggioramento delle condizioni di rischio degli operatori. Prima infatti, con la raccolta stradale, le operazioni venivano eseguite quasi esclusivamente dalle macchine, ora la componente manuale è tornata ad essere preponderante. Nello specifico del lavoro dell’addetto alla raccolta PaP, le azioni di traino e spinta dei contenitori e il sollevamento dei mastelli creano una percentuale rilevante di infortuni sul lavoro che potrebbero essere limitati o eliminati se i turni e i percorsi venissero creati tenendo conto della “fatica” oggettiva che ogni percorso, nelle diverse stagioni, comporta.

Dal mese di Giugno e fino a luglio 2021, con questa inedita sperimentazione, si cercherà una correlazione fra i metodi previsti dalle norme (D.Lgs. 81/08 e s.m.i) sulla Movimentazione Manuale dei Carichi, Sollevamento e Traino-spinta e gli indicatori di affaticamento fisico per meglio individuare i percorsi più idonei per gli operatori. Ciò permetterebbe di “calibrare” (anche modificandoli) gli itinerari di raccolta dei rifiuti per ogni lavoratore. Inizialmente il test verrà effettuato sui lavoratori di Novi Ligure (tutti informati, volontari e con l’assenso dei sindacati di categoria) e successivamente verrà esportato negli altri luoghi dove Formula Ambiente opera. Ad ogni operatore verrà fornito un cardiofrequenzimetro da applicare al petto, non dissimile da quelli usati in attività sportiva, che indosserà per tutto il turno di lavoro. Così facendo si raccoglieranno i dati del consumo di ossigeno, della frequenza cardiaca. Queste informazioni verranno confrontate a quelle del peso di ogni mastello o di bidone carrellato e la distanza cui deve essere trainato o spinto a mano dall’operatore (come previsto dal D.Lgs.81/08 e s.m.i).