SECONDA DOMENICA DI PASQUA

TRACCIA PER LA PREGHIERA IN FAMIGLIA

La domenica successiva a quella di Pasqua è denominata tradizionalmente domenica in Albis, secondo l’espressione latina “albis vestibus depositis” ossia è la domenica in cui “le vesti bianche vengono deposte”. Nei primi secoli della Chiesa, infatti, il battesimo era amministrato (normalmente ad adulti che si convertivano) durante la veglia della notte di Pasqua e i nuovi battezzati ricevevano una veste bianca, segno della vita nuova appena ricevuta. Questi battezzati la indossavano poi per tutta la settimana dell’ottava di Pasqua, durante la quale partecipavano ogni giorno a delle catechesi loro dedicate, fino alla domenica successiva, detta per questo “domenica in cui si depongono le vesti bianche”: in questo giorno, i neobattezzati le indossavano per un’ultima volta. Per questo, oggi, nel preparare il luogo della preghiera in casa, oltre a mettere su un tavolo la Bibbia aperta sul brano evangelico del giorno e una immagine di Gesù, siamo invitati a ritrovare e mettere al centro del tavolo la veste bianca e la candela (accesa) ricevute nel giorno del nostro battesimo. Prima di iniziare, si faccia un breve momento di silenzio. La guida inizia la preghiera con il segno della croce:

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

 Tutti pregano, alternandosi in due cori, con le parole di questo inno:

 C1: Dal sangue dell’Agnello riscattati, purificate in lui le bianche vesti, salvati e resi nuovi dall’Amore, a te, Gesù Signore, diamo lode.

 C2: Con te siamo saliti sulla croce, con te nel tuo sepolcro battezzati; in te, Cristo, noi siamo ormai risorti e in seno al Padre ritroviamo vita.

 C1: Cristo, la tua vita è immensa fonte di gioia che zampilla eternamente: splendore senza fine, in te s’immerge l’umana piccolezza dei redenti.

 C2: In te scompare l’ombra del peccato, per te che sei la vittima pasquale. Essendo morti nella tua morte, vivremo in te, che sei la vera vita.

 C1: Il nostro giorno scorre declinando: resta con noi, Signore, in questa sera, e la certezza della nostra fede illumini la notte che s’avanza.

 Tutti: O Padre di bontà, te lo chiediamo per mezzo di tuo Figlio, ch’è risorto, e per l’Amore eterno che ci guida verso la dolce luce del tuo volto. Amen.

 Prima del Vangelo, si può cantare insieme l’Alleluia. Poi un membro della famiglia proclama il brano evangelico:

 Ascoltiamo la parola del Signore dal vangelo secondo Giovanni (20,19-31): La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome. Parola del Signore. Lode a te, o Cristo!

 Un membro della famiglia legge la meditazione sul brano evangelico:

 Tommaso, dopo aver visto le piaghe del Signore, esclamò: «Mio Signore e mio Dio!» (v. 28). Vorrei attirare l’attenzione su quell’aggettivo che Tommaso ripete: mio. È un aggettivo possessivo e, se ci riflettiamo, potrebbe sembrare fuori luogo riferirlo a Dio: come può Dio essere mio? Come posso fare mio l’Onnipotente? In realtà, dicendo “mio” non profaniamo Dio, ma onoriamo la sua misericordia, perché è Lui che ha voluto “farsi nostro”. E come in una storia di amore, gli diciamo: “Ti sei fatto uomo per me, sei morto e risorto per me e allora non sei solo Dio; sei il mio Dio, sei la mia vita. In te ho trovato l’amore che cercavo e molto di più, come non avrei mai immaginato”. Come assaporare questo amore, come toccare oggi con mano la misericordia di Gesù? Ce lo suggerisce ancora il Vangelo, quando sottolinea che Gesù, appena risorto, per prima cosa, dona lo Spirito per perdonare i peccati. Per sperimentare l’amore bisogna passare da lì: lasciarsi perdonare. Lasciarsi perdonare. Domando a me e a ognuno di voi: io mi lascio perdonare? Di fronte a Dio, siamo tentati di fare come i discepoli nel Vangelo: barricarci a porte chiuse. Essi lo facevano per timore e noi pure abbiamo timore, vergogna di aprirci e dire i peccati. Che il Signore ci dia la grazia di comprendere la vergogna, di vederla non come una porta chiusa, ma come il primo passo dell’incontro. Quando proviamo vergogna, dobbiamo essere grati: vuol dire che non accettiamo il male, e questo è buono. La vergogna è un invito segreto dell’anima che ha bisogno del Signore per vincere il male. Il dramma è quando non ci si vergogna più di niente. Il Signore ci interpella: “Non credi che la mia misericordia è più grande della tua miseria? Sei recidivo nel peccare? Sii recidivo nel chiedere misericordia, e vedremo chi avrà la meglio!”. E poi – chi conosce il Sacramento del perdono lo sa – non è vero che tutto rimane come prima. Ad ogni perdono siamo rinfrancati, incoraggiati, perché ci sentiamo ogni volta più amati, più abbracciati dal Padre. E quando, da amati, ricadiamo, proviamo più dolore rispetto a prima. È un dolore benefico, che lentamente ci distacca dal peccato. Scopriamo allora che la forza della vita è ricevere il perdono di Dio, e andare avanti, di perdono in perdono. Così va la vita: di vergogna in vergogna, di perdono in perdono. Questa è la vita cristiana. Come Tommaso, chiediamo oggi la grazia di riconoscere il nostro Dio: di trovare nel suo perdono la nostra gioia, di trovare nella sua misericordia la nostra speranza. (Papa Francesco, Domenica in albis 2018)

 RINNOVO DELLE PROMESSE BATTESIMALI

 G. Per mezzo del Battesimo siamo stati sepolti insieme con Cristo nella morte, per risorgere con lui a vita nuova. [Tenendo in mano la candela ricevuta nel giorno del nostro Battesimo], rinnoviamo la promessa di rinunziare a satana e di aderire fedelmente a Dio nella comunità cristiana.

G. Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio? T. Rinuncio.

G. Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarvi dominare dal peccato? T. Rinuncio.

G. Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato? T. Rinuncio.

G. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra? T. Credo.

G. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre? T. Credo.

G. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna? T. Credo.

T. Questa è la nostra fede, questa è la fede della Chiesa, e noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù nostro Signore.

 INTERCESSIONI

G. In questo giorno santo, riuniti come gli apostoli nel cenacolo, preghiamo con fiducia dicendo: Signore Risorto, ascoltaci.

L. Per la Chiesa di Dio: animata dall’esperienza della Pasqua, annunci a ogni uomo la buona notizia della misericordia e del perdono dei peccati.

L. Donaci uno sguardo di misericordia su ogni membro della nostra famiglia.

L. Aiutaci a riconoscere le tue ferite in coloro che sono nella solitudine e nella povertà.

L. Guarisci gli ammalati, sostieni le persone che li curano e le loro famiglie.

L. Signore Gesù, come sei andato incontro a Tommaso, manifesta la tua presenza misericordiosa al cristiano che dubita, all’incredulo che vorrebbe credere e a tutti coloro che cercano con amore la verità.

 I membri della famiglia possono aggiungere altre intenzioni di preghiera. Poi la guida dice:

Il Signore Risorto è in mezzo a noi. Invochiamo Dio con la preghiera dei figli e dei fratelli: Padre nostro

 La guida dice, mentre tutti fanno il segno della croce:

Ci benedica e ci custodisca Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Amen.

 Si conclude con l’antifona mariana di Pasqua:

G. Regina dei cieli, rallegrati, alleluia.

T. Cristo, che hai portato nel grembo, alleluia,

G. è risorto, come aveva promesso, alleluia.

T. Prega il Signore per noi, alleluia.