Confedilizia Forlì-Cesena: “Cedolare secca non rinnovata? Un errore”

L’Associazione dei proprietari di casa di Forlì-Cesena ritiene assurda la scelta del Governo che renderà più difficile il rilancio del commercio su strada, compresa la provincia di Forlì-Cesena, con il conseguente incremento di negozi sfitti e l’abbandono delle vie.

“Dell’assurda e sbagliata scelta del Governo di non rinnovare la cedolare secca al 21% per gli affitti dei negozi ne risentiremo anche in provincia, in termini di maggiori difficoltà nel rilanciare il commercio su strada, con il conseguente aumento di negozi sfitti, l’abbandono delle vie e il rischio degrado”. Lo sottolineano Carlo Caselli, Stefano Senzani e Vincenzo Bongiorno, rispettivamente presidente provinciale, presidente vicario, segretario generale di Confedilizia Forlì-Cesena, precisando che “la misura era stata introdotta per il 2019 con l’intento di limitare la gravissima crisi dei locali commerciali”. Come anche di recente ricordato dal presidente Giorgio Spaziani Testa al convegno “La Casa nell’Italia di oggi” organizzato il 29 novembre scorso da Ape Confedilizia, alla Camera di Commercio di Forlì, il rinnovo della cedolare secca per i negozi era stato richiesto con emendamenti del Movimento 5 Stelle, del Pd e di Italia Viva, oltre che delle forze di opposizione Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia. Proprio in ragione di tutto questo, il suo mancato rinnovo è davvero sorprendente.

“Con la cancellazione di questa misura – denuncia Confedilizia Forlì-Cesena – per i contratti stipulati dal 2020 i proprietari saranno soggetti all’Irpef, all’addizionale regionale Irpef, all’addizionale comunale Irpef e all’imposta di registro, arrivando così ad un carico totale che può superare il 48% del canone e raggiungere il 70% se si considera la patrimoniale Imu-Tasi: tassazione che, unita alle spese di manutenzione, al rischio morosità e alla normativa vincolistica del 1978, rende davvero sempre più arduo l’avvio di attività, anche qui a livello locale, causando così situazioni di degrado e abbandono. Il rischio concreto è che nelle nostre città, nei nostri centri storici aumentino sempre più i negozi sfitti, con le saracinesche abbassate (che già purtroppo non sono pochi), tipo quello che alleghiamo in foto, che non si trova in una sperduta viuzza di periferia, bensì in uno dei corsi principali del centro storico di Forlì, a circa trenta metri da piazza Saffi”.

Confedilizia sottolinea: “Ci pare devvero miope non aver confermato una misura, la cedolare secca al 21% per gli affitti dei negozi, che era anello di congiunzione tra mercato immobiliare e commercio su strada, in un’alleanza virtuosa per incoraggiare ad aprire nuovi negozi, e di conseguenza vivacizzare le strade, renderle più belle, più ordinate, più sicure. Ma si vede che #aqualcunopiacesfitto come recita l’hashtag lanciato su twitter dalla Confedilizia nazionale”.