Cent’anni del Momento con lo sguardo verso il futuro

Anniversario celebrato in salone comunale con il convegno regionale dei giornalisti, in occasione della festa di San Francesco di Sales

I relatori al convegno (da sinistra): Appi, Maffeis, Rossi, Tarquinio, Rondoni, la moderatrice De Palma e il vescovo mons. Corazza

I cent’anni de “Il Momento”, il settimanale della diocesi di Forlì-Bertinoro, sono stati celebrati durante la XV edizione dell’incontro regionale per la festa del patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, svoltasi quest’anno a Forlì proprio in occasione del centenario del giornale. L’iniziativa è stata organizzata dalla Diocesi di Forlì-Bertinoro, l’Ufficio comunicazioni sociali Ceer, l’Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna, in collaborazione con Fisc, Ucsi, Gater, Acec, GreenAccord, con il patrocinio del Comune di Forlì. Nel convegno, dal titolo “Dalle community alle comunità. Il servizio del giornalista per fare rete” è stato ripreso anche il messaggio di papa Francesco per la 53a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali e hanno portato il loro saluto il vescovo di Forlì-Bertinoro, mons. Livio Corazza, il sindaco, Davide Drei, e mons. Tommaso Ghirelli, vescovo delegato Ceer per le Comunicazioni Sociali. Giovanni Rossi, presidente dell’Ordine dei giornalisti Emilia-Romagna, ha parlato de “La deontologia professionale nelle nuove comunità dell’informazione”. “Il giornalista – ha detto – è in servizio permanente. Trasparenza, nessun anonimato, corretto rapporto con i fruitori dell’informazione sono le condizioni per la sua credibilità. Il nostro lavoro è portare alla luce ciò che è nascosto, dobbiamo dare fastidio, non per cattiveria ma per amore alla verità, favorendo la capacità critica dell’opinione pubblica. Non siamo il megafono del potere, ma aiuto alla democrazia e al pluralismo”.
“L’informazione al servizio delle persone e del territorio. I cent’anni del Momento” è stato il tema dell’intervento di don Franco Appi, direttore del settimanale diocesano, che ha sottolineato: “A cento anni dalla fondazione il giornale oggi deve aprire un confronto e un dibattito a cui possano partecipare tutti, attraverso le pagine del settimanale stesso e dei social. “Il Momento” dialoga con il territorio, nessuna notizia che circola ci è estranea. Siamo un’antenna chiamata a recepire ciò che avviene, a discuterlo con discernimento: questo è il nostro servizio alla Chiesa e al territorio”. Su come “Fare rete nel tempo della socialitudine” ha parlato Alessandro Rondoni, giornalista e direttore dell’Ufficio regionale Comunicazioni Sociali Ceer, che ha sottolineato come “il giornalismo comincia là dove c’è un giudizio raccontato bene, perché l’informazione faccia incontro e cultura, coltivando l’umano, narrando storie, volti, uomini, persone. A chi ragiona con la pancia noi rispondiamo mangiando con la testa. In questo tempo di socialitudine e di iperconnessione, in cui sono saltate tutte le mediazioni, noi giornalisti dobbiamo ri-mediare, rimetterci in mezzo”. Don Ivan Maffeis, direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali Cei, intervenendo su “Fare comunità ai tempi di internet. L’importanza del dialogo e dell’ascolto”, ha precisato come “attorno ai verbi guardare, raccontare e prendersi cura, noi giornalisti giochiamo molta parte di ciò che siamo. Oggi si apre lo spazio per un’informazione di qualità, che ricostruisca, apra percorsi, chiavi di lettura, appartenenze, comunità. La buona informazione aiuta a superare l’autoreferenzialità, ad aprirsi al confronto e al dialogo”. Ha concluso le relazioni Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, raccontando “La cronaca nella sfida tra carta stampata e social media”.
“Abbiamo bisogno di saggezza – ha sottolineato – per capire che cronaca possiamo fare in questo tempo in cui sono saltate tutte le mediazioni, in cui ci si definisce in base a ciò che divide. Ci vuole equilibrio sui problemi, che non significa sempre equidistanza. Dobbiamo vigilare perché chi ha responsabilità pubbliche non dica menzogne, mettere i fatti davanti agli occhi dei lettori. Il giornalismo deve essere cane da guardia della democrazia a servizio di un umanesimo forte”. Gli atti del convegno verranno pubblicati nella rivista “Il Nuovo Areopago”.

Maria Depalma

Il saluto di mons. Corazza

“Un settimanale frutto di una comunità”

All’inizio del convegno in salone comunale ha portato i suoi saluti il vescovo mons. Corazza che ha partecipato anche come giornalista acquisendo i crediti per la formazione. “Ricordare i cento anni del Momento – ha affermato il Vescovo – significa guardare indietro, al tempo, al coraggio e alle persone che sono all’inizio di questo sogno che continua ancora. Se ricordiamo il primo direttore, don Pippo, e coloro che lo hanno seguito non vorrei che si dimenticasse la comunità, tutti coloro che hanno letto, che hanno seguito, che si sono ispirati, che hanno diffuso, stimolato e magari criticato. Un settimanale deve essere frutto di una comunità, soprattutto se è un settimanale diocesano, una palestra dove offrire e ispirare le proprie idee. Guardiamo anche al futuro del settimanale diocesano e di noi giornalisti, al nostro ruolo così importante e delicato di servire la verità e di servire la comunità. Mi auguro che anche per il settimanale ci siano le condizioni, dal punto di vista ecclesiale, sociale, legislativo e politico perché queste voci, queste agorà, queste piazze moderne, sappiano interagire. Abbiamo bisogno davvero di trovare nuova ispirazione”.