La presidente di Emergency a Forlì per la presentazione del libro di TAMassociati

Da sinistra Raul Pantaleo, Francesca Serrazanetti e Rossella Miccio.

Mercoledì 17 ottobre è stato presentato a Palazzo Romagnoli, alla presenza, fra gli altri, della presidente di Emergency Rossella Miccio, il libro “TAMassociati. Taking care. Architetture con Emergency”, un racconto delle architetture realizzate dallo studio TAMassociati per Emergency. L’evento, reso possibile grazie al sostegno di Edilpiù, storica azienda nel settore dei serramenti, protagonista della promozione di molti progetti culturali, è stato patrocinato dal Comune di Forlì e dall’Ordine degli architetti della provincia di Forlì-Cesena.

È Marcello Bacchini, responsabile commerciale e marketing Edilpiù, a raccontare l’azienda e quest’ultimo progetto: “La sensibilità verso i temi sociali e culturali in generale sono parte costitutiva del Dna della nostra azienda. Sono numerose, infatti, le iniziative e i progetti in cui Edilpiù è coinvolta attivamente da anni, anche tramite il supporto all’ Associazione Habitat 2020. L’obiettivo è sensibilizzare il territorio e le persone su temi che ci stanno a cuore. Vogliamo essere come gli alberi, respirare dal mondo tramite le foglie per portare nuova linfa alle radici, che sono il nostro territorio. Ecco perché siamo coinvolti su progetti di scala nazionale e internazionale.”

Il volume racconta le architetture realizzate dallo studio TAMassociati per Emergency ed espone le ragioni, i contesti e i processi che hanno portato al loro compimento: dal confronto con le condizioni geografiche e socio-politiche alle scelte progettuali; dalla difficoltà di avviare un cantiere utilizzando il più possibile le risorse locali, fino alla necessità di prendere decisioni dalle quali dipende un pezzo di futuro di terre provate da guerre e povertà. All’evento erano presenti alcuni dei protagonisti del progetto, Raul Pantaleo in rappresentanza di TAMassociati e la curatrice Francesca Serrazanetti.

La preziosa presenza di Rossella Miccio, presidente di Emergency, ha dato una testimonianza concreta delle opere realizzate e di come queste oggi siano diventate sempre più luoghi di salvezza, di aggregazione e di speranza. “Per Emergency la bellezza è parte integrante del percorso di cura ed è uno strumento tangibile per restituire dignità alle vittime della povertà e della guerra dei paesi in cui lavoriamo” le parole di Rossella Miccio.

“Vogliamo costruire strutture efficienti, belle e sostenibili come potremmo desiderare e progettare nel nostro Paese”, dichiara Marcello Bacchini. “Uno dei progetti che più di tutti rappresenta questa idea che da sempre sosteniamo, è il nuovo Centro di Chirurgia Pediatrica in Uganda a Enettebbe, progettato da Renzo Piano, di cui sono iniziati i lavori nel 2017”. L’evento promosso da Emergency ed Electaarchitettura, curato da Casabella Formazioni s’inscrive nel percorso a sostegno di progetti divulgativi che Edilpiù sostiene con lo scopo di sviluppare, promuovere e realizzare eventi culturali multidisciplinari rivolti a tutti i cittadini, con l’intento di costruire una rete di consapevolezza diffusa su molteplici, temi quali sostenibilità, innovazione tecnologica e rispetto del paesaggio e delle diverse culture del territorio.

Il libro “TAMassociati. Taking care. Architetture con Emergency” ha la forma del diario di un viaggio che parte dall’Africa e tocca tre continenti, con narrazioni e testimonianze che rileggono, a posteriori, gli appunti delle tante trasferte che ogni incarico ha comportato. Alla narrazione strutturata per tappe segue, nella seconda parte del volume, un manuale umanistico che mette a sistema “tracce” e principi progettuali, proponendo un nuovo ordine di lettura e tentando di definire le linee guida comuni a tutti gli ospedali presentati: un aspetto umano e ludico dell’architettura, che renda gli spazi più vicini a chi li abita; l’introduzione del colore negli interni, un dettaglio che scalda gli ambienti e li rende meno asettici; il verde come elemento indispensabile, capace di creare oasi di pace che difendano dall’arsura del deserto.

La funzione educativa del cantiere e l’uso di materiali e tecniche disponibili in loco sono condizioni inscindibili dalla buona riuscita di ogni progetto, affinché esso sia in grado di indicare la strada per un futuro migliore, che non sia solo un’illusione di passaggio. L’architettura diviene quindi mezzo “comunicante” per costruire una “visione” del mondo, in cui la possibilità di esercitare i propri diritti costituisce la ragione prima del progetto, inteso come percorso collettivo in cui condividere le proprie competenze tecniche, la propria sensibilità estetica, le proprie capacità inventive, ma anche il proprio coinvolgimento emozionale.