Gmg diocesana: si parte dalla Badia di Bertinoro, in ricordo di madre Serafina 

La rock band “Tu sei bellezza”

La Settimana Santa si apre sabato 24 marzo con la celebrazione diocesana della 33esima Giornata della gioventù che si svolge alla Badia di Bertinoro, casa madre delle Clarisse francescane missionarie del SS. Sacramento, in occasione
del centenario della morte della fondatrice la Venerabile Madre Serafina Farolfi. Alle 18.30 è in programma la visita alla mostra sulla vita di Madre Serafina Farolfi, (prenotare la visita guidata con una mail a pigifo@pigifo.it), alle 19.30 cena allo stand della pizza, alle 21.00 il concerto “Tu sei bellezza. Per questo sei al mondo” con fra Matteo e la sua band e processione finale con il Crocifisso di Bertinoro fino a piazza della Libertà.

L’opera educativa di Madre Serafina è sempre stata legata ai giovani come raccontava lei stessa “Dall’uso di ragione ebbi il desiderio ardente della vocazione religiosa e di giovare alla gioventù, che fin dall’ora occupava tutto il mio cuore: santificare me stessa, santificare le fanciulle. Ecco la mia reale vocazione e a questa non venni mai meno”. Il 27 ottobre 1873 Francesca iniziò l’anno di probandato dalle suore Francescane di Forlì assumendo contemporaneamente il compito di insegnante e di responsabile del collegio che sotto la sua guida diventò in poco tempo la scuola più richiesta della città.

Un anno impegnativo diviso tra gli impegni dell’anno di prova per essere accolta tra le Francescane e le responsabilità del convitto che misero a dura prova anche la sua salute. Erano gli inizi di un’opera educativa vissuti con grande passione che lei stessa descrisse in una lettera alla regina Margherita di Savoia: “Mi permetta di esporle, amabile regina, che il mio cuore fu sempre assetato della scienza pedagogica e dell’arte di istruire a modo i fanciulli, specialmente le adolescenti, dimenticando il piacere dell’età, unico e solo mio piacere formava lo studio. Ventenne lasciai la casa paterna per dedicarmi esclusivamente all’educazione della gioventù che formò sempre l’oggetto più caro del mio cuore e, per riuscire nel mio intento, non guardai a stenti, né a sacrifici, né alla mia salute che gravi detrimenti ne portò. Aprii in questa città di Forlì un collegio per signorine e a poco a poco ho condotto l’istruzione pari alle scuole superiori di Roma”.

Serafina proseguì la sua opera di strutturazione della nuova opera educativa tra l’entusiasmo delle giovani, sempre più numerose. Non mancavano recriminazioni da parte di mamme che temevano che le loro figlie, seguendo il fascino che Madre Serafina esercitava su di loro, diventassero suore e le perplessità delle consorelle Francescane che non sempre comprendevano e a volte osteggiavano il suo lavoro.